Ragazzi, siete preziosissimi tutti! Mi state riferendo ciò che chiedevo, cioè la partecipazione e, soprattutto, consigli e dati certi. Vi ringrazio davvero. Verrà tutto buono nelle sedi opportune e al momento giusto.
Aggiungo altri aspetti importanti.
Il primo è che si evidenzia, dalla foto di Marco G. un fatto strutturale. Osservate le spalle in conglomerato della galleria: al piede dei muri non c'è più alcun supporto di conglomerato cementizio che regga in modo statico i muri di sostegno (o di copertura), probabilmente non armati perché non si vede nessun ferro o moncone degli stessi, su cui poggia anche la volta della galleria, sia dal lato su cui la corrente batte con maggiore forza che dall'altra parte. Se la corrente è riuscita a lavorare a tal punto anche questo ultimo lato (dx) vuol dire che anche all'interno della galleria la corrente ha eroso il piede di questi muri. Questo è un allarme da lanciare a tutti noi che la percorriamo! La volta e i muri da un momento all'altro potrebbero crollare e ostruire parzialmente o totalmente la galleria! Occhio!!! Sono 80 anni che lavora quest'acqua! Non solo alberi quindi, ma ben peggio.
Il secondo aspetto è relativamente alla rimozione parziale della diga aspettando che la corrente faccia il suo lavoro. Nel 1972 o giù di lì, il CCM, in accordo con le autorità della valle, fece in modo di mettere delle cariche di dinamite nella diga. Poche, invero, col fine di sgretolare e di indebolire la struttura, aspettando che l'acqua facesse il suo lavoro di corrosione. Non vissi il momento in cui furono fatte brillare le cariche, ma, quattordicenne, mi ricordo del film in Super 8 girato dall'allora presidente del CCM Vittorio Visconti e proiettato in sede. Un bel botto e poc'altro. Il risultato di questo parziale sgretolamento è quello che abbiamo sotto gli occhi: un paio di canali scomodissimi da scendere a piedi con la canoa in spalla, parzialmente erosi e mai davvero una diga (robusta, mannaggia!) portata via dall'impeto della corrente. Unica soluzione parzialmente meno problematica è un imbarco svizzero (seal launch) davvero brutto e poi nuovo sbarco per uscire dal laghetto e re-imbarco al termine della galleria. Quindi il lavoro da fare è quello di portare via bene l'inutile manufatto mussoliniano perché se no i canoisti posteri saranno ancora a dover pensare come scendere il Trebbia senza soluzione di continuità. Inoltre tutti i sacri testi di idromorfologia puntualizzano che i detriti devono essere liberi di scorrere e di essere portati a valle. La diga lo impedisce totalmente e gli stessi si sono accumulati contro la diga colmando lo spazio che avrebbe dovuto occupare l'acqua. E vi spiego perché i detriti (sabbia, limo, argilla e, soprattutto, ciottoli e rocce) devono scorrere lungo il letto del fiume: perché altrimenti il letto del torrente o del fiume si abbassa sempre di più e con l'incisione progressiva le sponde crollano, portando con se tutto ciò che c'è sopra e cioè terreno, strade, case e industrie. Ci vuole quindi un continuo apporto di quello che vi ho elencato poc'anzi, portato dalla corrente, che prenda origine dalla sorgente, per impedire alcuni dei disastri fluviali e ambientali che ben conosciamo in Italia. E' un concetto fondamentale. Ogni interruzione artificiale è un danno per tutti, se non è costruita "cum grano salis".
Il terzo e ultimo aspetto riguarda il thrilling di scendere la galleria al buio. Divertente, vi assicuro, ma è la stessa cosa che scendere una rapida di terzo grado con gli occhi bendati. I nostalgici potranno sempre provarlo su diversi terzi gradi in diversi fiumi in giro per l'Italia. Io però preferisco fare un quinto grado ad occhi aperti.
Per finire ho appena ricevuto una telefonata che sposta al 6/10/'14 la riunione informale tra Associazioni e amanti del/della Trebbia (sarà poi maschio o femmina?!? Boh, va bene tutto, dài) di cui sopra, alle 18,30 e alla biblioteca di Rivergaro. Io ci sarò.
Un ultimissima confessione: sarà una operazione difficilissima e spero tanto di portare nelle sedi opportune la nostra volontà. Mi avete dato, con le vostre argomentazioni, un mandato difficile e spero di non deludere le mie e le vostre aspettative. Ci proverò/proveremo davvero con tutte le mie/nostre forze, credetemi.