Convengo che siano necessarie normative per proteggere e regolamentare la Riserva delle Falesie di Duino e molte altre aree costiere. Il documento redatto da Maurizio Rozza sembra nel suo complesso sensato, ma sottovaluta il fatto che kayak e canoe sono mezzi assolutamente ecologici.
Perciò è necessario sforzarsi per modificare l'Articolo 10 nel comma 3 e nel comma 5, che riguardano rispettivamente le aree marine denominate Zona A e Zona C.
Concretamente, proporrei:
L'accesso di kayak e canoe in zona A e C potrà essere consentito se SILENZIOSO (per evitare di disturbare la fauna) e senza che questi natanti si avvicinino a meno di due metri dalle rocce (questo per evitare di danneggiarle e sopra tutto per non consentire tentativi di sbarco, se mai fosse tecnicamente possibile, ma nel contempo per permettere il pieno godimento del paesaggio e della natura a a chi utilizza un mezzo con propulsione umana, che non inquina con rumori o con scarichi e che, con un uso calibrato, non disturba affatto la natura, anzi è un mezzo molto utile per conoscerla meglio e rimanere in sintonia con essa.
Immagino si possa lasciare il divieto di navigazione a 60 metri esclusivamente durante i periodi in cui gli uccelli marini nidificano sulla scogliera.
Ovviamente, nelle zone A e C non sarà possibile tuffarsi dalle imbarcazioni e nemmeno scendere in acqua dal kayak o fermarsi in mare a fare esercizi. Queste aree non possono essere utilizzate come ambienti per fare scuola di kayak.
Per garantire la tranquillità necessaria richiesta dalla natura, si potrebbe fissare un numero chiuso, ad esempio vietando i raduni in cui si ritrovano più di un certo numero di kayak (ad esempio una decina o dozzina) in contemporanea, questo perché una flotta di kayak, potrebbe disturbare la necessaria tranquillità della riserva, contrariamente a un ristretto e tranquillo gruppetto di 3 o 4 kayak.
In sostanza occorre consentirne il libero accesso di kayak e canoe anche nelle zone A e C ma con limitazioni legate al doveroso rispetto per la natura che va tutelata.
La Riserva potrebbe anche istituire una figura di guardia ecologica marina, che svolgerebbe il lavoro in kayak, pattugliando la zona in modo ecologico, perciò in sintonia con le necessità della natura.
L'intero tratto costiero della Riserva potrà essere percorso in meno di 15 minuti, pagaiando normalmente alla velocità media di un kayak da mare (6 km/h).
Si potrebbe perciò anche limitare il tempo continuo di navigazione lungo il percorso della riserva a circa mezz'ora per percorrerla tutta, così da permettere a chiunque voglia navigare a velocità ridotta di poterlo fare tranquillamente.
In linea d'aria, anzi in linea di mare, l'intera riserva è di soli km 1,5 (vedi mappa 1 allegata) o 1,8 km. costeggiando scrupolosamente (vedi mappa 2), distanza misurata tra la spiaggia ai piedi del Castello di Duino e quella ai piedi del molo occidentale della Baia di Sistiana. Le due spiagge si trovano fuori dalla Riserva ma adiacenti ai suoi confini e sono aree libere per l'approdo.
Purtroppo risiedo a diverse centinaia di km. da Trieste, non potrò presentare queste richieste durante l'assemblea di martedì. Se c'è chi concorda con quanto ho pensato o vuole ulteriormente modificarle queste idee è libero di farlo e portarle in seno all'assemblea di martedì.
P.S. - Rispondendo a Francesca - Dalla mappa, la linea che delimita le zone A e C dalla zona B è distante dalla costa da circa 60 metri a circa il doppio dove la costa è più rientrante,
La linea che delimita al largo la zona B è distante dalla costa circa 500 metri o poco più dove la costa è rientrante.
καλησπέρα
kali̱spéra a tutti.