Ho letto con molto interesse anche gli interventi di Maurizio e Lorenzo che non firmano e hanno espresso le loro valide motivazioni.
Chiunque non rispetti la natura deve essere fermato.
Questa estate ho pagaiato al parco Nazionale del Golfo di Orosei. Dalle ore 11 alle 17, in alta stagione, le spiagge sono un gran puttanaio, ma non per colpa dei canoisti (in quei giorni ho incontrato solo quattro francesi coi quali ho condiviso il bivacco su una spiaggia) e nemmeno a causa di chi a piedi è sceso dai monti dopo lunghi trekking. Il Parco Nazionale è violentato dai boat people che scaricano tonnellate di carne umana da rosolarsi al sole.
In un vero Parco naturale dovrebbero essere vietati tutti gli accessi motorizzati e tutti gli accessi con il pagamento di ticket a enti privati, solo così a nessuno verrà in mente di sfruttare un parco a scopo di profitto, rovinandolo. L'unico pagamento giusto andrebbe all'ente parco destinato esclusivamente al parco stesso, non a chi col parco vuole "farsi bello".
Concordo con Lorenzo, le ZoneA vanno incrementate e NON devono diventare mete turistiche di massa, perciò in queste aree non deve essere consentito nessuna forma di sfruttamento turistico, qualunque esso sia.
Anche un numeroso gruppo di kayakers vocianti può essere un disturbo alla natura. È giusto regolamentare l'accesso, ma non deve essere una falsa regolamentazione che nasconde lo sporco fine di fare fare affari a chi pretende di venderti l'esclusiva del luogo.
Di fatto assistiamo che molte zone protette sono diventate aree in cui chi paga può accedervi in massa spesso anche con mezzi non propriamente ecologici.
Tre anni fa, in kayak, visitai l'Asinara, è un parco ritenuto molto protetto e lungo il perimetro dell'isola ci sono tre zoneA inaccessibili a chi naviga in kayak, mentre sulle mulattiere dell'isola parco, sfrecciano veloci fuoristrada che scorrazzano turisti-esploratori, mentre per quelli meno "avventurosi" c'è un trenino tipo Disneyland che percorre l'isola da sud a nord lungo l'unica strada asfaltata. Ambientalismo significa convivere con la natura ed essere in sintonia con essa, cosa centra il finto trenino e sopratutto i fuoristrada con la natura incontaminata e perciò protetta?
Faccio alcuni esempi concreti inerenti alla mia (nostra) esperienza di canoista.
E' più volte capitato di vivere incontri ravvicinati con i nostri amici animali.
- Pagaiare sul lago in compagnia dei cigni (vedi foto) non compromette l'esistenza dei cigni, distruggere i loro nidi, si.
- Pagaiare accompagnato da una tartaruga marina che nuota accanto, come mi è capitato nei pressi di una isoletta a sud del Pelopponneso, non compromette la vita della tartaruga, anzi, potrebbe essere una esperienza interessante anche per lei. Invece, uno stabilimento balneare su una spiaggia dove le tartarughe andavano a deporre le uova ne impedisce la loro riproduzione.
- Pagaiare nello Jonio verso l'isola di Skorpios con i delfini che fanno un girotondo attorno ai nostri due kayak è stata una grande emozione e abbiamo avuto l'impressione che anche i delfini si siano divertiti, forse più di noi. C'è chi invece uccide i delfini ritenendoli colpevoli di mangiare troppo pesce.
- Lo stessa cosa capita per le foche, in molti luoghi vengono sterminati i piccoli che non riescono a fuggire. Incontrai una grossa foca monaca durante una pagaiata nel Mare Egeo, attorno all'isola di Amorgos, eravamo entrambi in acqua a pochi metri di distanza, una davanti all'altro, mi ha guardato con quei grandi occhi neri, due o tre simpatici sguardi curiosi e interessati, poi è sparita nuotando in profondità. Non conosco nessun kayakers mediterraneo che uccide le foche.
- E che dire dell''incontro quotidiano con i cormorani, le berte, i falchi, gli aironi e molti altri uccelli marini?
Che fastidio può dare un kayak che passa senza violenza?