Nessun dorma!... Tu pure, o Principessa,
Nella tua fredda stanza
Guardi le stelle
Che tremano d'amore e di speranza
la speranza era che chicchessia potesse rendersi conto dello stato della canoa bianca – rossa – verde, ma, anche le stelle, che tremano d’amore per questa passione, sembrano spegnersi sulla poca acqua che caratterizza in questa stagione i corsi d’acqua.
L’eroico Calif, pur risolvendo i tre enigmi che avevano ucciso tanti spasimanti della bella ed incantevole Turandot, accetta di svelare il suo nome e ricasca in una trappola forse mortale.
Gli enigmi della canoa però non sono stati risolti rimangono tali e si rafforzano anche a fronte degli ultimi risultati in terra di Olanda, dire che l’avevamo detto ci sembra del tutto superfluo.
Ora, vendere un quinto posto con: “… Tra gli altri azzurri, riscontri positivi nel K1 donne…” ci sembra eccessivo.
La nostra donna è passata da un 31,6% di distacco dal primo K1men della qualifica al 44,8 della semifinale, per finire al 52,7 % in finale. Con questi distacchi non riusciamo neppure ad entrare in acqua ad un campionato del mondo! Tanto più che le prime due, le uniche di valore presenti, sono rimaste nelle percentuali di distacco che normalmente si registrano e cioè tra il 12 e il 14%. Dico ciò perché qualcuno potrebbe sostenere la tesi che le caratteristiche del percorso dei tulipani mettono più in difficoltà proprio il settore in rosa. Cosa che in realtà non è, per atlete preparate a dovere. Terminati i campionati del mondo a metà settembre, la nostra rappresentante ha partecipato agli italiani vincendoli, vista la rinuncia forzata per malattia di Cristina Giai-Pron e poi, giustamente, ha pensato di recuperare il tempo perduto buttandosi a capofitto nei suoi studi universitari. Come giustamente altri atleti hanno fatto. Certo l’allenamento specifico non è stata la prioritaria preoccupazione
Nel settore kayak maschile la lotta è stata fra i francesi Combot, Daille e l’atleta di casa Bouten. Il primo ha vinto la qualifica, il secondo la semifinale e il terzo la finale. La gara ha visto alla partenza 39 partecipanti; dei sei italiani iscritti 4 hanno passato il primo turno e 2 hanno raggiunto la finale con un distacco poco inferiore al 4%. Ad un campionato del mondo si entra in una finale da 10 con una media di distacco dal vincitore pari ad un 2,10%. Variopinta la presenza italiana in questa categoria. Avevamo due atleti di esperienza che, dopo l’Europeo e il mondiale del 2006, sono spariti dal circuito internazionale e questo dovrebbe far pensare non poco al calo di livello che questo settore complessivamente ha avuto in questi ultimi tre anni. Una caduta verso il basso senza paracadute fatta eccezione per un Daniele Molmenti che, vista la mal parata, ha preso la via dell’autogestione. Attualmente è in Cina su invito della federazione cinese ai giochi asiatici.
I due U23 sono giovani atleti con un potenziale importante che però si trovano costretti a dimostrare in continuazione le loro abilità. L’altotesino pagaia con uno stile vecchio e gareggia con una canoa che certo non lo facilita a fare il passaggio alla nuova tecnica. L’isolamento in cui si trova è la conseguenza del suo stile, poco redditizio per i tempi moderni. Il lombardo, che di abilità ne ha da vendere, non concretizza il suo gesto specialmente nei cambi di ritmo e subisce la pressione di gareggiare per dover dimostrare. Lo junior passerà senior nel 2010, vive e si allena a Subiaco e non sarà facile per lui cercare il salto di qualità nell’anno più critico e decisivo per un atleta, se l’aiuto federale rimane quello degli ultimi cinque anni. Alla cinquina si è aggiunto il campione europeo U23 2008 che, come ho già avuto modo di sottolineare, anche in Olanda è rimasto in linea con lo stile che in negativo lo ha contraddistinto per tutto l’anno. Prendo come esempio lui perché è emblematico e i tecnici lo possono ben capire. Cerco di spiegarlo per chi viceversa non è così addentro. Considerate il fatto di avere un cavallo da corsa, fisicamente dotato, dalle buone leve. Un cavallo che non lesina fatica e, se guidato e stimolato, può regalare belle prestazioni. Ogni mattina, il cavallo da corsa, lo dovete strigliare, lo fate uscire dalla sua stalla, lo prendete sotto la vostra ala e iniziate a lavorare. Nulla di strano per un allenatore, normale routine… per un Allenatore professionista! Ora il buon Romeo è sicuramente un atleta da finale, poi, prendere una medaglia spetta a lui farlo, mentre è compito e responsabilità di un sistema portare gli uomini in finale.
I C2 non hanno avuto una grande concorrenza e la vittoria e il terzo posto, arrivati rispettivamente con un 23,59% e 27,03% dal primo K1 men, non ci fanno dormire sonni tranquilli per questa specialità. Si pensi che per una medaglia ai mondiali i C2 rimangono tra l’11 e il 13%. Si consideri anche il fatto che i due equipaggi italiani sono entrati in finale con salti di porta, cosa decisamente improponibile in una qualsiasi gara internazionale di livello. Ciò mi offre l’occasione per sottolineare che in effetti al Dutch Dream non si sono presentati molti atleti e gli stessi organizzatori non sembrano aver dato molto risalto ed importanza all’avvenimento.
La notte per noi è ancora buia e profonda ma speriamo che presto si possa dileguare per portare luce e speranza nella canoa italiana.
Dilegua, o notte! Tramontate, stelle!
Tramontate, stelle! All'alba vincerò!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi