Mi scuso in anticipo per la lunghezza e la futilità del messaggio e ne sconsiglio la lettura… Caro Silvano sei simpatico a insistere, così facendo hai forse sollecitato quelli che sbirciano e non danno il loro contributo. In generale trovo intelligente (anche se un po’ accademico) mettere programmaticamente in discussione tutto quanto anche perché capita, ma è raro, che la novità vada persino a segno. La tecnica della pagaiata è il nostro tesoro e stupisce che non si sviluppino più discussioni in tale direzione. Forse per questo prendono corpo idee astruse. Sarebbe risolutivo suffragare le tue teorie con un bel 3 e 40 sui mille metri, non ci hai pensato? Ma siccome sospetto che tu voglia divertirti con le facezie faccio qualche osservazione, per passatempo. Prima cosa dovresti osservare meglio il gesto del camminare! Le spalle non ruotano poi tanto, quello che si nota è piuttosto lo slancio equilibratore delle braccia. Quella “naturale” che gioverebbe esaminare, è la camminata dell’orangutan, il quale poggiando il dorso della mano a terra mette lì il fulcro (eccolo il fulcro). Vedrai che l’orangutan porta il peso e la torsione delle spalle all’incirca come il kayakista (o viceversa, in certi casi). Quanto al pugno, quello del boxeur, sappi (può sempre venir buono!) che un colpo di qualche effetto parte dalla spinta del piede corrispondente (corrispondente vuol dire dallo stesso lato). La seggiola della quale ti servi negli esperimenti non possiede tutte le caratteristiche necessarie per ottenere una simulazione soddisfacente, soprattutto manca del puntapiedi. Per inciso, non è che tu guardi le cose s/d nello specchio? Scusa, ritiro la domanda. Dovresti pensare alla gamba che si allunga in termini di spinta sul puntapiedi, non di alta/bassa o lunga/corta). Per mettere la pala in acqua ben avanti all’attacco occorre piegare il ginocchio dello stesso lato. La potenza dell’attacco, che è (senza entrare in dettagli) una fase cruciale del gesto, deriva in buona parte proprio dalla tempestiva spinta sul puntapiedi. Alla fine della passata in acqua, la torsione della colonna si avvicina già abbastanza ai suoi limiti funzionali quando la pagaiata è corretta. Spostare il bacino dalla parte opposta, oltre che inutile e impossibile, potrebbe risultare distruttivo dei dischi lombari e dorsali. Ti consiglierei anche di osservare l’impostazione del C1 olimpico laddove il bacino, in modo visibile, ruota in sintonia con la pala in acqua. Tu insegni (come fanno quasi tutti, parrebbe), ma come fai a insegnare una cosa in cui non credi e della quale non capisci l’interna necessità? Perdona la curiosità; quale brevetto hai ottenuto? Visto che reclami risposte scientifiche ti dirò che le scienze naturali sono, se vuoi, strategie predisposte a osservare il mondo per trarne delle generalizzazioni applicabili in seguito. Ai corridori etiopi non serve un manuale per correre. Per imparare a pagaiare occorre pagaiare… (e direi che occorre farlo con un kayak stretto e veloce, ma non cerco polemiche). Si compiono molti atti durante la giornata senza averli appresi dai manuali. Dunque è la scienza, eventualmente, che impara dall’osservazione della giusta pagaiata, non il contrario. Solo in un secondo momento la cosiddetta "scienza" potrà restituire le informazioni che ci servono, nella forma appropriata. Quello che ci dirà, potrà essere convincente, al caso, ma non misticamente assodato per il solo fatto che è espresso in termini scientifici. Anche osservare i bambini che pagaiano in modo spontaneo risulta istruttivo. Ti ringrazio comunque per aver sollevato un argomento. Qualcosa mi dice che insisterai nella teoria, dico subito che lo troverò spiritoso anche se leggermente diabolico. Se riuscirai a fare 3 e 40 sui mille comunque fammelo sapere, auguri. maurizio