Anzitutto voglio ringraziare Schermi per il costante interesse con cui segue l'aspetto telematicpo della canoa e che sicuramente lo differenzia da buona parte dei suoi colleghi federali molto meno "connessi".
A proposito dei seguiti in occasione delle competizioni internazionali devo riconoscere che "il numeroso" seguito ogni tanto serve: mi vengono in mente i Mondiali di Praga e l'ottimo lavoro diplomatico che ha portato al titolo mondiale di Cipressi.
Su come vengano spesi i soldi nella maggior parte della restante gestione dello slalom, questa è cosa che non posso dibattere poichè non è di mia conoscenza nè competenza ma posso suggerire, in tempi di tagli indiscriminati e ben più importanti (scuola, sanità, trasporti, etc) che abbassare gli standard delle sistemazioni alberghiere e aumentare l'elasticità organizzativa potrebbe essere un passo nella giusta direzione.
Esistono atleti che hanno pretese non da poco nei riguardi di alberghi, trasferte, alimentazione, etc mentre esistono altri atleti che sotto questo profilo sono molto meno esigenti e a cui piacerebbe magari impiegare le stesse cifre economiche spalmandole su più giorni-raduno.
L'idea di far capire agli atleti che il budget-atleta è unico (lo si può calcolare all'inizio dell'anno) e che spendendo di più al giorno, i giorni diventano meno, sarebbe cosa buona e giusta.
Anche il fatto che per il CONI le medaglie valgono tutte alla stessa maniera potrebbe essere un'altra bella cosa da far capire a tutti, dai dirigenti agli atleti.
Sappiamo tutti che a Pechino la Germania ha vinto l'oro nel k1 sl; bel prestigio, certo, ma della Slovacchia che ne diciamo? Sono tre (TRE!) ori olimpici! Sul medagliere non c'è differenza.
E ora sembra che si vogliano mettere in canadese anche le donne, quindi la mia ulteriore proposta per Schermi, ma vale per tutti, è ovviamente questa: lavorare sul fronte donne e canadesi.
Inoltre bisogna coinvolgere le società spingendole a contribuire alla gestione della "cosa nazionale" ma partendo dal principio che per crescere lo si debba fare tutti insieme e che lo si possa fare meglio aiutando le società che, pur mostrando buona volontà (senza quella non si fa nulla), abbisognino di supporti fornibili dalla federazione (tecnici, formativi, gestionali, attrezzature,....) e magari presi a modello da altre società.
Purtuttavia, sono anche dell'idea che le società che non volessero contribuire a questo "scopo comune" non andrebbero penalizzate ma solo lasciate libere di agire come meglio credono.
Basta trovare i modi, le regole e i mezzi giusti per tutti.