Entrambi i kayak vengono venduti dotati di skeg. Secondo me, sul 516 non se ne sente il bisogno, tira dritto e basta, lo scafo non è incurvato.
....rimane di certo il dubbio di come si comporterà in acqua mossa. Ma azzardo a dire che peggio del Nautilus non possa andare.
Con acqua piatta e assenza di vento è più facile andare dritti. Basta però che si alzi un po’ di aria e le cose cambiano parecchio anche se il mare resta piatto (ad es. con il vento che soffia da terra). Il vento che arriva di lato crea un “effetto orziero” cioè con la prua del kayak che tende a spostarsi verso la direzione da cui arriva il vento.
Se poi c’è anche l’onda tutto si complica ulteriormente.
Quindi lo skeg non può considerarsi sempre inutile anche se alcuni canoisti molto esperti preferiscono farne a meno.
Personalmente io preferisco il timone però, meglio che niente, mi accontenterei anche dello skeg

Per il confronto, sul mare mosso, Scott-Nautilus, non saprei perché non ho mai provato ma neanche visto materialmente nessuno dei due. In base a quanto avete già scritto in precedenza potrei azzardare immaginando che un esperto, capace di gestire bene la stabilità secondaria, forse apprezzerebbe più il Nautilus, forse….

Comunque, quando l’onda è molto grossa e frangente (quindi circostanze rare per le nostre uscite), alcuni studi condotti sulle barche (1) dimostrerebbero che il fattore di maggiore resistenza al ribaltamento dipende dalla lunghezza dello scafo. Questi studi però concludono dicendo che quando il frangente che colpisce la barca supera il 55% della lunghezza dello scafo, il ribaltamento è inevitabile.
(1) Adlard Coles e Peter Bruce "Navigazione con cattivo tempo", Mursia, Cap. 2