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nolby

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Rapporto tra la lunghezza del Kayak e il peso del rematore.
* Risposta #30 il: Aprile 15, 2025, 05:42:34 pm *


Non fare troppo caso alla differenza di stabilità tra Scott e 516, la sensazione potrebbe invertirsi tranquillamente con un minimo di onda. Lo Scott è un soft chine mentre il 516 ha una leggera V, questo non lo rende instabile ma, specie se viaggia scarico, ha la tendenza ad "appoggiarsi" su un fianco. Ecco perchè ti sembra ballerino se ti ci metti a tenerlo perfettamente verticale.
Sono entrambi molto stabili, la differenza è che il soft chine ha una transizione bella morbida tra stabilità primaria e secondaria, la V scatta da un lato all'altro.

Diciamo che in maniera piuttosto rozza, comunque hai avuto conferma di quanto ti dicevo. 516 velocino ma poco manovriero, va dritto.... lo Scott ugualmente veloce, va ben dritto quando prende velocità se non lo si inclina, ma se si rallenta manovra in maniera eccellente.

A parità di prezzo sceglierei sicuramente lo Scott, sebbene il 516 abbia una folta schiera di affezionati.

PS: oltre che nel kayak può essere utile investire in formazione.  Anche solo per essere in grado di valutare da solo quale kayak fa per te.


binox

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Re:Rapporto tra la lunghezza del Kayak e il peso del rematore.
* Risposta #31 il: Aprile 15, 2025, 11:12:49 pm *
Come prezzo si equivalgono. Costruttivamente sono entrambi in Carbon Kevlar il SKD 516 ha il pozzetto più ampio rispetto al Galaxy. Per il resto credo che serva una persona più esperta per un analisi più approfondita.
 Ciao ciao

marittimo

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Rapporto tra la lunghezza del Kayak e il peso del rematore.
* Risposta #32 il: Aprile 16, 2025, 06:10:13 am *
Secondo me come stabilità dovresti scegliere quello in cui ti senti più sicuro. Con molta esperienza l’insicurezza si supera imparando a gestire bene l’equilibrio, ma in questo momento devi ancora considerarti poco più di un principiante cui basta la minima distrazione per sbilanciare il peso superiore (a partire dalla testa) e finire a mollo. Con 56 cm di larghezza sei proprio al limite e se hai trovato differenze rispetto al Nautilus (sempre 56) è dovuto essenzialmente alla forma di carena che perdona di più. Una carena meno tollerante rischia di riportati al problema iniziale e uscirai sempre con la paura di ribaltarti, cioè divertendoti poco.
Comunque non c’è solo la stabilità da prendere in considerazione visto che devi fare un investimento abbastanza importante. La comodità è un altro fattore se pensi di trascorrere qualche ora ingessato dentro lo scafo. Il pozzetto più ampio potrebbe aiutarti ad avere più libertà di movimento sugli atti inferiori.
Un’altra cosa da prendere in considerazione sarebbe la predisposizione per il timone che ti cambierà la vita e non avrai più problemi ad andare dritto in qualsiasi condizione anche con vento molto forte e onda. In mancanza anche lo skeg aiuta bene.
Però capisco che cercare quello che ottimizza tutte queste variabili rischia di tramutarsi in continui mal di testa, quindi prima poi una decisione di compromesso bisogna prenderla  ;) ;)

nolby

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Rapporto tra la lunghezza del Kayak e il peso del rematore.
* Risposta #33 il: Aprile 16, 2025, 07:22:52 pm *
non avevo fatto caso alla coincidenza della larghezza. Non ricordo in quale discussione, tempo fa ne parlavamo. Io appunto sostenevo che a parità di categoria contasse più la forma in sezione dello scafo che la larghezza.

Ne hai avuto la conferma. Il nautilus ha una V piuttosto profonda (era tipico dei Mannino dell'epoca del padre di Agatino come per la serie Daytona ed Island). La sensazione di instabilità sulla primaria si fa sentire. E sono kayak che danno la sensazione di essere su un binario.

Su una V più larga e che in zona pozzetto si ammorbidisce parecchio  la sensazione di instabilità iniziale si affievolisce parecchio.

Il Kayak che è un soft chine ti è sembrato stabilissimo.

Sia sul 516 che sul kayuk consiglio lo skeg. Ma sicuramente il costruttore ti dirà lo stesso.

marittimo

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Rapporto tra la lunghezza del Kayak e il peso del rematore.
* Risposta #34 il: Aprile 17, 2025, 06:33:52 am *
* Ultima modifica: Aprile 17, 2025, 06:41:47 am da marittimo *
In realtà è sempre la larghezza quella che conta, specie in barche come queste che affidano la loro stabilità alla c.d. “Stabilità di forma“ (1). Allego uno schemino per spiegare meglio con due sezioni estreme (rettangolare e triangolare) che hanno la stessa larghezza complessiva.

In quello a sinistra, quando è dritto, larghezza complessiva e larghezza al galleggiamento (lungo la linea blu) coincidono. Quindi la stabilità primaria è molto elevata.
In quello a destra si può notare che la larghezza al galleggiamento è circa 1/3 della larghezza complessiva (qui la stabilità primaria è ridotta di conseguenza).
Si può anche notare che quello a sinistra ha un minore pescaggio rispetto all’altro per mantenere lo stesso volume immerso che genera la c.d. “Spinta di Archimede”. Questo incide anche sulla velocità dello scafo perché minore è la superficie bagnata (cioè il perimetro della sezione immersa) minore sarà la resistenza di attrito che, per scafi lenti come le canoe, è quella di gran lunga più rilevante. Quindi lo scafo a destra è tendenzialmente più veloce, soprattutto alle basse velocità

Le cose si invertono quando lo scafo si inclina (cioè sbanda).
Mantenendo lo stesso volume immerso (quindi stessa Spinta di Archimede) si nota chiaramente che la larghezza al galleggiamento dello scafo di sinistra è drasticamente diminuita, dando quindi l’impressione di grande instabilità.
Al contrario, la larghezza al galleggiamento dello scafo a destra è quasi raddoppiata aumentando quindi l’impressione della stabilità.
Si può anche notare che in posizione sbandata, entrambi gli scafi presentano, all’incirca, la stessa superficie bagnata quindi si annullano le iniziali differenze di velocità dovute all’attrito.
Ovviamente queste notevoli e spesso repentine (ad es. con mare mosso) variazioni di larghezza al galleggiamento devono saper essere gestite ed è per questo che ad un principiante si consiglia di partire con uno scafo che garantisce almeno un’ottima stabilità primaria (cioè a scafo dritto).


(1) Contrapposta alla c.d. “Stabilità di peso” in barche, come quelle a vela, che hanno un bulbo metallico (ghisa o acciaio) attaccato sotto la carena che aumenta il momento raddrizzante.

binox

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Re:Rapporto tra la lunghezza del Kayak e il peso del rematore.
* Risposta #35 il: Aprile 17, 2025, 12:59:00 pm *
Entrambi i kayak vengono venduti dotati di skeg. Secondo me, sul 516 non se ne sente il bisogno, tira dritto e basta, lo scafo non è incurvato. Mentre lo "scott" ha un rocker più pronunciato quindi è stato piu semplice fare inversione a "U" ma ci è voluto un attimo a capire come pagaiare per farlo andare dritto. Diciamo che è molto più sensibile alla forza che si esercita sulla pagaia. Purtroppo al galaxy in prova non era stato ancora montato il comando per abbassare lo skeg, quindi non saprei dire com'è in navigazione. In ogni caso, anche senza skeg, è certamente più direzionale del "sempre lodato" Oasis 430. Diciamo che ora come ora, considerato il prezzo, circa 1900 euro finito, sarei tentato di acquistare il "Galaxy-Scott MV". Inoltre è più leggero di quanto mi aspettassi, a "pelle", benchè più lungo, mi sembra più leggero del Nautilus.
Per quanto riguarda la stabilità, in riferimento alla forma della ciglia, essendo un neofità ho apprezato molto quella del "simil scott"  ;D però, c'è da dire che avendolo provato in acqua ferma, rimane di certo il dubbio di come si comporterà in acqua mossa. Ma azzardo a dire che peggio del Nautilus non possa andare.   

Ciao. 

marittimo

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Re:Rapporto tra la lunghezza del Kayak e il peso del rematore.
* Risposta #36 il: Aprile 18, 2025, 07:30:56 am *
Entrambi i kayak vengono venduti dotati di skeg. Secondo me, sul 516 non se ne sente il bisogno, tira dritto e basta, lo scafo non è incurvato.

....rimane di certo il dubbio di come si comporterà in acqua mossa. Ma azzardo a dire che peggio del Nautilus non possa andare.   


Con acqua piatta e assenza di vento è più facile andare dritti. Basta però che si alzi un po’ di aria e le cose cambiano parecchio anche se il mare resta piatto (ad es. con il vento che soffia da terra). Il vento che arriva di lato crea un “effetto orziero” cioè con la prua del kayak che tende a spostarsi verso la direzione da cui arriva il vento.
Se poi c’è anche l’onda tutto si complica ulteriormente.
Quindi lo skeg non può considerarsi sempre inutile anche se alcuni canoisti molto esperti preferiscono farne a meno.
Personalmente io preferisco il timone però, meglio che niente, mi accontenterei anche dello skeg  ;D ;D
Per il confronto, sul mare mosso, Scott-Nautilus, non saprei perché non ho mai provato ma neanche visto materialmente nessuno dei due. In base a quanto avete già scritto in precedenza potrei azzardare immaginando che un esperto, capace di gestire bene la stabilità secondaria, forse apprezzerebbe più il Nautilus, forse….  ??? ???
Comunque, quando l’onda è molto grossa e frangente (quindi circostanze rare per le nostre uscite), alcuni studi condotti sulle barche (1) dimostrerebbero che il fattore di maggiore resistenza al ribaltamento dipende dalla lunghezza dello scafo. Questi studi però concludono dicendo che quando il frangente che colpisce la barca supera il 55% della lunghezza dello scafo, il ribaltamento è inevitabile.

(1) Adlard Coles e Peter Bruce "Navigazione con cattivo tempo", Mursia, Cap. 2

nolby

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Rapporto tra la lunghezza del Kayak e il peso del rematore.
* Risposta #37 il: Aprile 18, 2025, 05:46:47 pm *
Marittimo, stiamo dicendo la stessa cosa!
A pari larghezza uno scafo a V offre una primaria inferiore rispetto ad un soft chine. Sicuramente la secondaria sarà maggiore ma dubito che testare i limiti della secondaria sia una cosa che fa un principiante.

Per quanto riguarda lo skeg non serve a fare andare dritto un kayak manovriero. Come diceva Marittimo serve a compensare il fatto che i kayak sono orzieri (cioè, quando si muovono tendono a  portare la prua verso la direzione del vento). Lo skeg viene estratto quel che basta per compensare questa tendenza e riportarlo ad un comportamento neutro.




Ripeto il fatto che sia necessario imparare le basi della disciplina. Capire come funziona un kayak, che effetto diverso hanno le varie forme, a cosa servono le varie componenti, imparare ad usarle. Trova un gruppo che pratica questo sport dalle tue parti ed aggregati.
Ci sono dei libricini molto utili per comprendere le basi, purtroppo quasi tutti in inglesi. Poi inizia a provare roba diversa, per capire come si comportano i vari kayak nelle diverse situazioni.

binox

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Re:Rapporto tra la lunghezza del Kayak e il peso del rematore.
* Risposta #38 il: Aprile 18, 2025, 07:33:46 pm *
Ho allegato la foto del modello proposto da OZONE

Ciao Ciao

marittimo

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Rapporto tra la lunghezza del Kayak e il peso del rematore.
* Risposta #39 il: Aprile 19, 2025, 06:53:18 am *
A vederlo così non sembrerebbe un kayak estremo ma neanche per canoisti di primo pelo.
Però l’hai provato ed è la cosa più importante, avendo anche un paragone con l’Oasis (che, come stabilità, credo abbia pochi rivali) e il Nautilus (già sensibilmente più instabile e impegnativo).
Se impari a padroneggiarlo come si deve sono abbastanza sicuro che ti darà belle soddisfazioni per un periodo relativamente lungo per ammortizzare l’investimento e passare, eventualmente, ad una fase più avanzata se ti interessa (altrimenti credo che potrebbe considerarsi il tuo kayak definitivo per quanto, in questo settore, parlare di definitività è abbastanza velleitario).

binox

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Re:Rapporto tra la lunghezza del Kayak e il peso del rematore.
* Risposta #40 il: Aprile 19, 2025, 05:01:57 pm *
Conto che sia il Kayak definitivo, anche considerando l'età  ;D ;D ;D ;D