Evviva, grida il sincero ambientalista. Tutto rimarrà com’è; la meravigliosa diga rotta vintage, il fiume secco per trecento metri dieci mesi all’anno, i canoisti continueranno a passare nella galleria o saltando dalla diga e speriamo che nessuno si faccia male ancora per cento anni.
Tuttavia.
Ho letto l’articolo e sono rimasto un po’ confuso: devo aver letto il progetto di un’altra opera.
1. Si dice che la nuova diga allagherebbe tutto il meandro di San salvatore. Allora non sarà alzata di due metri, ma almeno di venti. Se qualcuno avesse avuto la pazienza di leggere gli elaborati di progetto, avrebbe visto che l’innalzamento della diga di DUE metri, oltre a non allagare minimamente la zona agricola/boschiva del meandro, modifica significativamente la larghezza dell’alveo (cioè dell’area bagnata dal fiume) solo durante periodi di magra estiva. Ma gli ambientalisti e i giornalisti sono uomini d’onore e se hanno detto che il meandro sarebbe allagato, sarà così.
2. Si dice che l’alveo del fiume è incontaminato, ma io ricordo una diga rotta, una galleria che prosciuga il fiume per trecento metri. Ma gli ambientalisti e i giornalisti sono uomini d’onore e se dicono questo, probabilmente sono io che ricordo male.
3. Si dice che la centrale è un edificio di 600 metri quadri, io ho visto le planimetrie e sono 10x15 metri in pianta, che a me risultano 150 metri quadri. Ma gli ambientalisti e i giornalisti sono uomini d’onore e se dicono questo, probabilmente sono io che sconosco l’aritmetica.
4. Il piazzale per gli automezzi sospeso su pali è in realtà un leggero allargamento della pista di accesso ed è su pali perché sotto è prevista la vasca di carico, questo elemento si troverebbe alla medesima quota del tetto della centrale, a circa dodici metri dal pelo dell’acqua. Non sicuramente una delle sette meraviglie del mondo, ma nemmeno una cosa drammatica.
Sarà che sono un bastian contrario, ma l’unanimità dei politici nel condannare il progetto mi fa pensare più ad una disperata ricerca del consenso che ad una scelta basata su questioni tecniche.
Ho poi visto gli interventi di Luciano Bovo, che con linguaggio competente ci segnala come sia possibile ottenere lo stesso da altre energie arcinote. Io, ingenuo, credo che l’unica alternativa praticabile per fare energie rinnovabili in quella zona sia il fotovoltaico. L’ho già detto: per fare la stessa quantità di energia* occorrerebbero, solo per lo spazio occupato dai moduli, oltre 40.000 metri quadri, considerando lo spazio da lasciare per evitare ombreggiamenti reciproci, le cabine MT o (a seconda dei casi) la stazione in alta tensione, l’elettrodotto, ecc. si potrebbe arrivare tranquillamente a 60.000 metri quadri.
Ma Luciano dice bene, queste cose a troppi danno fastidio. È il solito complotto, saranno i massoni, i poteri forti, le multinazionali, Bilderberg, gli alieni, la Goldman Sachs…
L’alternativa vera al progetto sarà continuare a bruciare ogni anno 1.250 tonnellate di petrolio, che avrebbero potuto essere risparmiate. Evviva l’ambiente.
* Attenzione poi: tra i kWh uno non vale uno: il solare produce solo di giorno, mentre l’idroelettrico produce giorno e notte, maggiormente, in questo caso, quando il solare non rende. Ai fini della stabilità del sistema elettrico è meglio un idroelettrico come quello in progetto, che un ennesimo fotovoltaico.