Ciao a tutti sono contento (e me lo aspettavo) che Maurizio non sia offeso per ciò che avevo scritto. Ho evitato l’epiteto “manicheo” (da lui evocato) perché mi pareva un termine associato ad una certa ipocrisia e ottusità, quello sì offensivo, mentre a Savonarola e ai talebani riconosco un fervore ideologico folle, ma genuino.
Raccogliendo i vari commenti, emerge il solito vizio di parlare d’altro.
Dobbiamo dire no al progetto perché hanno prosciugato il Sarca. Ma cosa c’entra? È come quando ti dicono di non sprecare il cibo perché in Africa muoiono di fame. Certo, non si deve sprecare il cibo, ma per altri motivi; se ci ingozzassimo con i nostri avanzi non faremmo certamente stare meglio chi soffre la carestia. Dicendo no a interventi che hanno impatti nulli o (secondo me) positivi non ridaremo acqua alle vallate deturpate dall’idroelettrico, per le quali si deve (e si può) cercare di lottare per rilasci programmati e deflussi minimi compatibili con l’ambiente.
Senza contare che questo progetto idroelettrico NON prosciuga il fiume, anzi, il tratto di fiume OGGI prosciugato da un intervento umano poi abortito, avrebbe nuovamente acqua e si eviterebbe il passaggio delle canoe nel tunnel, oggettivamente rischioso, soprattutto considerando che le gole del Trebbia sono un tratto percorso spesso da principianti e, in estate anche da bagnanti coi materassini.
Parlare di ben altro è anche citare il solito fotovoltaico come alternativa e panacea. L’energia annua producibile secondo il progetto corrisponde (in teoria) a quella che produrrebbe un campo fotovoltaico da oltre 40.000 m2 (quattro ettari, poi parliamo di consumo del territorio). Va poi detto che il fotovoltaico produce solo di giorno e quasi solo in estate, mentre l’idroelettrico in Appennino produce giorno e notte, principalmente tra l’autunno e la primavera. I kWh non solo si contano, ma si “pesano”.
In generale, poi, le fonti rinnovabili non vanno confrontate con altre rinnovabili, ma con il termoelettrico. La produzione attesa a San Salvatore consentirebbe di risparmiare 1.250 TEP (tonnellate di petrolio equivalente) all’anno, che corrispondono, grosso modo, alla benzina che io consumerei in 1.250 anni percorrendo 15.000 km/anno in automobile.
E poi pensiamoci: un laghetto di acqua ferma con uno scivolo potrebbe servire per organizzare corsi di canoa, boater cross, gare di discesa sprint. Allo scarico delle turbine si potrebbero piazzare delle porte da slalom o realizzare uno spot per il rodeo, insomma potrebbe essere un elemento di rilancio per le attività canoistiche in valle.
Ora copritemi pure di insulti, parlate d’altro, fate come volete. Basta solo che non insinuiate che io abbia qualche interesse personale nel progetto, perché non è, ovviamente, vero.