Hai perfettamente ragione: sbagliando si impara e frequentando il "popolo del fiume" si scoprono sempre nuove cose e nuovi approcci alla sicurezza.
Segnalazioni suincidenti a parte (che per fortuna nel mio piccolo non hanno mai avuto esito mortale e che magari proporrò in seguito) avrei due suggerimenti:
1) senza nulla voler togliere a libro di Salvato che è sicuramente da considerarsi una pietra miliare, credo che un libro estremamente utile sul fattore sicurezza sia "Guida alla sicurezza in fiume" di Les Bechdel, Slim Ray, Edizione Zanichelli (l'ultima ristampa a mia conoscenza era del 1996, ma non so se ne siano uscite altre). L'edizione originale era "River Rescue" della Applachian Mountain Club Book (1985-1989). Il libro indicato, se da una parte potrebbe essere considerato obsoleto sotto l'aspetto del materiale che nel frattempo si è evoluto, dall'altra offre una quantità di spunti e di esempi notevoli sia nella prevenzione che nella gestione degli incidenti facendo riferimento anche a casi reali (non saprei dire quanti perché, aimè l'ho letto "qualche tempo fa"
2) senza voler fare pubblicità gratuita e indipendentemente dall'ottenimento del brevetto che ne consegue, che per il "normale canoista/rafter" (ovvero per chi non lo fa di professione"), un corso come quello "Rescue3 - SRT 1 (Swiftwater Rescue Technician 1) è "fondamentale per conoscere come comportarsi in fiume e quali pericoli si possono incontrare. Questo anche perché essite uno scambio di idee fra i vari partecipanti al corso, perché i casi reali sono riportati da chi in fiume ci vive, lavora e spesso è chiamato a risolvere aspetti di soccorso e, purtroppo ancora più spesso, a recuperare cadaveri di gente travolta da piene o derivanti da altre tipologie di incidenti.
Quindi il consiglio è "si alla lettura di un libro, ma anche accompagnato da":
- un buon corso sulle tematiche di sicurezza (P.S. quello citato costa un botto, ma senza dubbio non ha eguali, e se fatto con la compagnia e lo spirito giusto, crea forti legami ed è anche "divertentissimo - quantomeno per me una della più belle esperienze fatte in fiume in tanti anni)
- esercitazioni periodiche sulla simulazione di incidenti (spesso tale aspetto viene ignorato o continuamente rimandato "alla domenica successiva" ... e lo faccio anche io!)
ED ORA GLI IMMANCABILI PS (le ultime considerazioni) :
(a) una locandina del corso la puoi trovare in
http://www.riverrescue.it/Ita/Corsi__Soccorso_Alluvionale_Fluviale.htm, anche se ad oggi credo vi siano anche altre scuole che propongono lo stesso brevetto
(b) l'idea del forum (o dell'apertura di un canale di discussione apposito sul tipo di quello indicato da Davide e curato dalla "American Whitewater Association") non è male anche perché purtroppo di incidenti sfiorati e/o avvenuti con esiti nefasti potrebbero parlarne anche parecchi canoisti ( e in effetti lo hanno già fatto anche in questa sede)
(c) "sega si" o "sega no" (non è un messaggio "pubblicitario"
): tante sono le cose che si vorrebbe/portare o che si portano in fiume e che a volte si dice "oggi le lascio a casa tanto il tratto lo si conosce, è semplice, siamo tutti esperti, ... " eppure ogni tanto ci si pente di non avere avuto dietro il coltello, il moschettone in più, la carrucola, la coda di vacca, la fettuccia, il telo termico, la candela, il tubo per la respirazione forzata, il kit del Pronto Soccorso, ecc. ... insomma tutto è inutile e tutto è utile, ma volte per una questione di spazi si fanno delle scelte o si considera l'opzione "tu porta quello che io porto questo ..." peccato che poi se "quello" serviva a chi non l'aveva per usarlo con nei riguardi di chi lo aveva portato allora sorge il problema ... credo di essere stato chiaro: io, dopo avere vissuto il caso del "cavolo, ... se lo avessimo avuto" ... cerco di portarmi dietro sempre cose in più (che magari non userò mai e che mi appesantiscono di brutto la canoa) ... ripeto, sono scelte che potrebbero considerarsi essenziali.
Il detto del giorno: "Il buco più bello è quello da cui vieni fuori"
Ciao
Giorgio (JC)