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Kayak a pedali vs kayak a pagaia

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nolby:
Occhio che però si può creare confusione, come in questa discussione: i nodi (Knots - Kts) e le miglia orarie ( Miles per Hours - MPH) sono due unità di misura diverse. Sebbene non siano unità di misura riconosciute dal Sistema internazionale di unità di misura usare la terminologia miglia orarie per indicare i nodi porta solo ad errori. In ambito aeronautico non si usano mai le miglia statutarie e neanche il termine miglia orarie per indicare il nodo. Immagino che anche in ambito nautico sia lo stesso.

Nei video che ho visto a cui fa riferimento Eduardo (non credo ci siano problemi a postarli) i dati vedo essere riportati in MPH. Probabilmente hanno usato per misurare un'app o un GPS dedicato a sport terrestri.

Per quanto riguarda il kayak da mare in Italia credo sia questione di modi di vederla della singola scuola/club, dell'istruttore o addirittura del singolo kayaker. La scuola presso cui ho fatto il corso ed il club che frequento usano il miglio nautico come unità di misura; cosa che vien comoda usando le carte nautiche ma talvolta tocca usare carte stradali ed in quel caso riferendosi al km è tutto più immediato. Per noi canoisti trovo che siano comode le carte "nautico turistiche" come quelle dell'editore Belletti, pensate per piccoli diportisti ma perfette anche per noi. Se conoscete altri editori che pubblicano carte simili segnalatemeli; Belletti copre solo la parte di laguna veneta e delta.

Comunque tornando in topic quoto in toto Marittimo. Un dato di velocità mantenuto per pochi secondi non vuol dire nulla. I video interessanti sono gli ultimi due dove, velocità a parte, sembrando comportarsi effettivamente bene. Ma resto sempre dubbioso sul fatto che vada meglio che a pagaia.

Eduardo Lucca:
Ciao Nolby, conosco la differenza tra nodi, miglia marittime e terrestri, infatti ho sempre specificato la relativa unità di misura in seguito ai valori che ho citato.
In quasi tutti i video che ho visto l'unità di misura è  mph, probabilmente perché fatti in paesi anglofoni dove è il sistema più diffuso.
Secondo me sono interessanti anche i 3 video in cui si misura la velocità di crociera, anche se su acque non mosse. È discretamente alta.. non facilmente mantengo 7-8 km/h di crociera col laser, anche su lago.

missouri:
interessanti i video. io quando mi ricordo faccio dei rilevamenti su un tratto di lago che conosco (con l'approssimazione immaginabile).
qualche considerazione.
intanto alcuni kayak soffrono il vento e questo sembra essere bello basso sull'acqua. la velocità della corrente è impossibile da valutare a video, quando prendo un riferimento a terra spesso mi accorgo che è bassissima anche in presenza di vento ed onde.

la velocità di punta sui kayak per le uscite secondo me ha una utilità relativa, le barche lunghe ma voluminose come il laser o il mio pusch richiedono molta energia, per cui alla fine sulla percorrenza media non hanno un vantaggio. bisognerebbe avere la curva della potenza assorbita ad ogni velocità.
ad esempio i 7-8 kmh secondo me non sono un problema con lo aquarius o il dag ysak che hanno rocker, con i fitness quelli bravi tengono i 15. per dire i 6km/h si riescono a mantenere con il gumotex solar e lo itwit gonfiabile del decathlon forse qualcosina di più.
quelle velocità quindi mi sembrano buone per barche da pesca stabili. ben meno interessanti direi in rapporto al prezzo richiesto, non è detto che non possano abbassarsi se ci fosse concorrenza. altrimenti io mi metterei a guardare le barche da voga per l'esercizio fisico.
altro aspetto è il comportamento sulle onde. il video in cui si vede la prua "sbattere" è interessante, è simile a quanto faceva il mio doppio se lo usavo in singolo senza zavorrare davanti. la prua deve quindi essere affilata per dare un minimo di stabilità ed ha poco volume per rimanere immersa. la mia impressione è che con mare si perda velocità, sarebbe da cercare il comportamento nel surf.

marittimo:
Dai video ho tratto l’impressione che velocità superiori a 10 km/h si possano mantenere soltanto su brevissime distanze in acqua piatta, anche se a bordo c’è una persona leggera e allenata. Dopodiché ci si ritrova spompati.

Sul ritmo da crociera si possono raggiungere velocità tra 5 e 6 km/h o poco più ma sempre su acqua piatta. Diciamo circa le stesse prestazioni a pagaia e togliendo la pedaliera, che poi sono in linea con scafi di quel tipo.
Del resto anche se prendiamo quello più veloce (Hobie Revolution 16) abbiamo uno scafo lungo 488 cm per 70 cm di larghezza e 34 kg di peso. Credo che un Kaylhoa della Qajaq (tanto per citare qualcosa di più performante) gli girerebbe intorno anche se 10 cm più corto (come lunghezza totale) e molto più corto (a occhio almeno 50 cm) come lunghezza al galleggiamento.

Resta invece tutto da verificare per quanto tempo è possibile mantenere questo ritmo più blando che dovrebbe garantire almeno medie percorrenze.

A me sembra che pedalare in quel modo non sia rilassante come pedalare in bicicletta, ma che sia molto più stressante per posizione del corpo, delle braccia e movimento delle gambe.
Di conseguenza ci si stanca prima.

Comunque sarebbe anche facile costruirsi un simulatore ad elastici per allenarsi in casa e farsi così un’idea più precisa.

Sulla tenuta del mare che si vede negli ultimi due video, direi che non mi sembrano condizioni difficili per uno scafo di quel tipo (largo e stabile). L’onda era alta ma anche lunga, quindi più fastidiosa che pericolosa e il vento era scarso. Se fosse stato sopra i 12-13 nodi si sarebbe visto frangere almeno qualche cresta.

Lorenzo Molinari:
Può essere che un mediocre kayak da turismo sia più veloce propulso a pedali anziché a pagaia, ma se la domanda che poni è:

“Esiste un kayak a pedali con velocità paragonabile a un kayak a pagaia per uscite da turismo in mare e lago?”
 
La risposta è NO!

Un discreto canoista, se allenato, può percorrere a pagaia in un’ora oltre 10 km con un vecchissimo Maxi Jet della ASA Canoe (kayak progettato più di mezzo secolo fa), lungo 4,50 m, senza timone, considerabile oggi un kayak da turismo obsoleto (un tempo era impiegato nelle gare di discesa su fiumi fino al 4° grado).
Il Nibali della situazione, messo sul miglior kayak a pedali, andrà probabilmente più piano di un discreto canoista allenato su un Maxi Jet su una distanza di 10 km.
I moderni kayak da turismo in composito, lunghi oltre 5 m, ottengono prestazioni ancora superiori.

D’altronde su un kayak performante non puoi montare i pedali e, di conseguenza, non puoi fare confronti con e senza pedali, perché si capovolgerebbero alla prima energica pedalata.
Un kayak a pedali, se spinto a tutta forza, tenderà a oscillare a ogni pedalata a sinistra e a destra. Ciò non avviene pagaiando, poiché si spinge sul poggiapiedi, compensando l’azione della pagaiata sullo stesso lato della passata in acqua.
Un kayak a pedali, infatti, non potrà mai essere molto stretto e con un fondo a U, perché si capovolgerebbe troppo facilmente, di conseguenza i kayak a pedali sono più lenti dei kayak a pagaia.

Per curiosità la prima canoa a pedali fu inventata nel 1879.
Il cosiddetto "pedalò" è un’invenzione assai successiva, degli anni 1970 circa, che derivò dal "pattino" (altrimenti detto "moscone") a remi, che a sua volta derivò dal pattino a pagaia, in quanto i primi pattini non erano a remi ma a pagaia, come descrivo nel Volume 1, del mio libro “L’arte del pagaiare: storia illustrata” in vendita su Amazon.it.

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