In prima battuta mi verrebbe da dire che sto invecchiando, poi pensando alla mia storia, mi rendo conto che la mia propensione al consumo è sempre stata scarsa, per motivi anche ecologici.
Il mio kayak da mare è un ASA 500, in diolene e kevlar, con due gavoni, anteriore e posteriore, e timone basculante. Ha oltre trent'anni, fu progettato da Andrea Alessandrini ormai una quarantina d'anni fa e appartenne al grande Alberto Biagi, che me lo omaggiò, sapendo quanto mi piacesse quel modello, e il suo gesto mi commosse.
E' stato usato da Alberto e tutt'ora lo uso in ogni tipo di condizioni, per pagaiate più o meno lunghe, prediligendo il “navigare e bivaccare”, e - al di là dell'aspetto affettivo - non lo cambierei con nessun altro kayak.
E’ un kayak stabile, veloce, rigido, leggero, manovrabile, sufficientemente capiente, comodo, con un ampio pozzetto, si comporta decorosamente con onde importanti e vento teso, non necessità di auto familiari per il trasporto, è robusto, durevole, manutenibile in caso di rottura, facilmente risalibile dall’acqua, ecc.
Insomma, un ottimo compromesso sotto ogni aspetto! Ovvio che negli ultimi quarant’anni sono usciti tanti kayak migliori e più performanti, ma per come vado in canoa e per le mie esigenze l’ASA 500 è per me più che soddisfacente.
E pare che non sia l'unico a pensarla così... un caro amico amante del mare, e a voi tutti noto, possiede addirittura tre ASA 500, da usare con gli amici (un tempo ero anch'io uno di questi fortunati) e per non trovarsi senza in futuro, visto che ASA Canoe – ahimè – ha interrotto la produzione!
Non spingo a cercare un’ASA 500 di seconda mano. Non solo il polietilene può danneggiarsi col tempo ma anche il materiale composito (ad esempio, l’esposizione al sole deteriora il kevlar, che diventa fragile più della fibra di vetro, e deteriora anche il gelcot, lasciando emergere il tessuto sottostante).
Comunque sia, da appassionato di trekking in mare, non prenderei mai una canoa in polietilene e, focalizzate le mie esigenze, eventualmente provando qualche modello…. cercherei di “sentire” quale sia la “mia” canoa, sperando che lo sia per sempre (per quanto su fiume abbia abbandonato da tempo il Taifun Slalom, ma qui le considerazioni da farsi sono evidentemente diverse).