Innanzitutto grazie per la pazienza e il tempo che dedichi a questa discussione.
Molto probabilmente ci sono delle similitudini tra il comportamento di una barca a vela e quello di una canoa, poiché anche quest’ultima ha delle parti esposte al vento e delle parti immerse che provocano effetti simili al piano velico e al piano di deriva della prima.
Qualche dubbio però mi resta perché riguardo allo stesso fenomeno ho trovato spiegazioni diverse.
Se sbandiamo (cioè incliniamo) sottovento una barca a vela si provoca una modifica di rotta verso il vento (c.d. tendenza orziera). Si verifica il contrario (deviazione di rotta poggera) se la sbandiamo sopravento.
Stessa cosa succede con la canoa.
In tutti i manuali di vela si dice che lo sbandamento ha modificato le posizioni del centro velico e del centro di deriva, provocando una coppia che fa ruotare lo scafo in un senso o nell’altro. Ovviamente stiamo navigando spinti dal vento, quindi piano velico esercita il suo affetto.
Nel libro di Bruno Rosini (Corso base di canoa e kayak, ed. De Vecchi, p. 85) si dice invece che lo sbandamento (“dare pancia”) modifica la linea di carena (avente una funzione direzionale), che da dritta diventa curva puntando nella direzione opposta al lato più immerso. Di conseguenza si modifica anche la rotta.
Questo effetto si verifica anche in assenza di vento, quindi con l’ipotetico piano velico praticamente inefficace (a parte il vento dato dalla velocità della canoa che è sempre dritto di prua).
Potrebbero invece esserci più similitudini di comportamento nello spostare i pesi in senso longitudinale.
Nella barca a vela il peso spostato a prua determina un maggiore affondamento di questa (e un sollevamento della poppa), spostando in avanti il centro di deriva e provocando un effetto orziero.
Si verifica il contrario spostando il peso verso poppa.
Anche la canoa dovrebbe reagire nello stesso modo.
Spostandosi verso prua questa affonda di più e crea più resistenza rispetto alla poppa. Quindi il vento preso di lato sposta questa mandando la prua al vento (effetto orziero).
Al contrario se spostiamo il peso a poppa, questa resiste meglio e consente al vento di spostare più facilmente la prua (effetto poggero).
Considerato però che in una canoa il rapporto tra il peso dell’equipaggio e il peso dello scafo è molto superiore rispetto anche a quello di una piccola barca a vela (4 o 5 volte tanto), potrebbe avere influenza anche la sola posizione del peso indipendentemente dai suoi effetti sul centro di deriva.
Se soffiamo su due sfere identiche appoggiate su un tavolo, una vuota di plastica e una in metallo pieno, la prima (più leggera) si sposta più facilmente della seconda (più pesante).
Durante le prossime uscite a vela e in kayak farò delle prove