Io invece considero l'intervento di Bernasconi superficiale e solo talvolta appropriato.
Cominciamo dal primo intervento. Il sistema di irrigazione a pioggia è, a parte quello a goccia che è molto costoso all'impianto e che comunque si sta sviluppando in Emilia e Veneto per le colture del pomodoro da conserva e del mais, il migliore che possa esserci, soprattutto molto migliore di quello a scorrimento e per sommersione che, nei terreni sabbiosi o sabbioso/limosi, ha delle perdite d'acqua per infiltrazione davvero notevoli, soprattutto alla captazione, dove le perdite sono enormi, fino all'ultimo angolo del campo da irrigare. Ha dei costi energetici di distribuzione purtroppo elevati che pesano sulle tasche degli agricoltori, ma i consumi idrici sono fisiologici e rispecchiano quello che accade in natura con le piogge.
Sono sostanzialmente d'accordo col secondo intervento, relativamente alla leggerezza nella contabilizzazione dei corpi idrici urbani, ma si sta provvedendo a contabilizzare anche il singolo utente nella singola unità immobiliare, anche nei condomini dove la contabilizzazione dell'acqua è da sempre centralizzata.
Sul terzo intervento posso dire che la classifica dei consumi idrici è da sempre: 1^ agricoltura ed allevamento, 2^ industria, 3^ civile. Se le industrie manifatturiera e siderurgica (ex Italsider, ora ILVA in fase di cambio della proprietà) stanno chiudendo i battenti è una vera tragedia per migliaia di famiglie. Meglio sarebbe che ci fosse lavoro e un giusto consumo di acqua industriale. Per ciò che riguarda l'uso zootecnico dell'acqua, vivaddio, meno male che c'è! I bovini dal carne e da latte e l'allevamento suinicolo e avicolo sono una ricchezza assoluta della Pianura Padana e moltissime famiglie vivono grazie al loro lavoro. Lasciamogli tutta l'acqua che serve alla produzione della carne, delle uova e, soprattutto, nel piacentino, del Grana Padano che, insieme al Parmigiano Reggiano, è il re dei formaggi, gustato ed apprezzato anche dai vegetariani. Che bevano i nostri animali allevati, che bevano e producano latte e carne!
Il quarto intervento è forse il più superficiale di tutti. Per un'agricoltura produttiva e di tipo industriale è indispensabile che si abbia a disposizione l'acqua necessaria alle piante, soprattutto nelle fasi fenologiche di germinazione e di fioritura , quando l'acqua non deve mai mancare. I laghetti collinari sono da moltiplicare notevolmente alla bisogna ed ogni agricoltore deve poter disporre di acqua quando la pianta la richiede. Una volta riempito, l'acqua in eccesso viene concessa ai fiumi e ai torrenti delle valli dei quali noi canoisti ne siamo i gli utilizzatori più allietati. Il denaro pubblico, poi, viene speso con beneficio di restituzione dall'utilizzatore e lo Stato se ne fa carico per poi avere indietro negli anni le quote utilizzate: nessuno dà l'acqua gratis a nessuno e, forse, è uno dei sistemi di utilizzo del denaro pubblico più produttivo per la collettività. Per il discorso dei torrenti che portano i fertilizzanti ai campi credo che Bernasconi sia rimasto al tempo degli antichi Egizi e del Nilo. Tralascio di parlare della industrializzazione della agricoltura contemporanea e dei sistemi attuali di fertilizzazione per brevità.
Sul problema dell'evaporazione dei bacini nel centro e sud Italia c'è del vero ma non vedo un sistema alternativo di raccolta e stoccaggio delle acque meteoriche: si prende il sistema più naturale che è quello a cielo aperto.
Vorrei sapere qualcosa di più relativamente alla diminuzione della quota di terreno fertile in Pianura Padana. Bisogna tener conto che 50 cm di franco di coltivazione sono abbastanza sufficienti per le principali colture industriali della Pianura Padana. Vero è che la quota di sostanza organica dei terreni sta diminuendo a scapito della trattenuta di acqua, di antiparassitari e di fertilizzanti minerali aggiunti al terreno per consentire l'industrializzazione delle colture agricole. Si sappia dunque che per il mais in monocultura le arature difficilmente vanno oltre i 25/30 cm e oltre i 50 si parla già oggi di scasso. Oggi con il sod seeding si semina col no tillage, il zero tillage e, solo in casi estremi, il minimum tillage. Non serve assolutamente andare ad arare ad un metro di profondità e si buttano via un sacco di soldi in energia con le macchine agricole. A meno che non si voglia impiantare un frutteto...(tralascio il resto per brevità).
La chiudo qui.
Bernasconi come sempre la fa breve e superficiale e non considera un sacco di elementi perché... semplicemente...non è competente! Sono d'accordo su alcune cose ma non riesco, da Dottore Agronomo, a stare zitto sulla maggioranza delle altre.