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ClaudioCastellanoTS:
Nella foto sotto si vede Portopiccolo, carino! E dietro la baia di Sistiana. E dietro, ad un tiro di schioppo, le falesie.
Perché penalizzare 4 canoisti con tutte le problematiche che stanno intorno, autorizzate: la SPECULAZIONE EDILIZIA DI PORTOPICCOLO, RUMORE, INQUINAMENTO DELL'ARIA E DEL MARE, FOGNATURE A MARE (delle ville e case del Carso triestino che scaricano normalmente nel sottosuolo, che essendo roccia calcarea, un colabrodo, non filtra e versa tutto in mare...) INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO, PESTICIDI – FITOFARMACI che avvelenano gli insetti e quindi gli uccellini, ecc ecc
E se intorno l'ambiente è degradato e non ci sono "corridoi ecologici" un fazzoletto di terra protetto non serve agli uccellini...
Hanno autorizzato tante schifezze, non possono autorizzare quei pochi canoisti...

ClaudioCastellanoTS:
[A parte che 500 m per gli altri natanti sono una distanza esagerata: allontanerà i turisti, che per vedere IL TRATTO PIU' BELLO E SELVAGGIO DELLA COSTA TRIESTINA (mi ricorda le “mie” Incoronate) andranno su YouTube, invece di portare valuta... ma non interessa ai canoisti...]
Scommetto che qualcuno già pensa di specularci: gite turistiche con motobarca autorizzata, con guida naturalistica... immersioni guidate, come nel Parco Marino di Miramare: BASTA PAGARE E NON SPAVENTI PIU' I PESCIOLINI NE' GLI UCCELLINI...
Foto del Parco Marino di Miramare:

ClaudioCastellanoTS:
Dicevo che il gioco non è pulito: esiste già un'Ordinanza “disonesta” sollecitata dal Sindaco, che approfittando di un crollo di una parete di cava verticale non messa in sicurezza nel 1800 dentro la baia di Sistiana,  ha dichiarato a RISCHIO DI CROLLO tutte le falesie che non sono verticali e sono
geologicamente stabilizzate...  (Vedete gli esperti ti fregano sempre...) Ordinanza della Capitaneria che, pur dichiarando di non aver rilevato pericolo di frane, non si sa mai... prescrive già adesso di tenersi a 30 m dalla costa Sistiana-Duino. Tanto per aprire la strada al Regolamento...

E concludo:  i pochi canoisti (e i nuotatori) NON FANNO NESSUN DANNO.
E HANNO DIRITTO DI VIVERE NEL LORO AMBIENTE NATURALE, CHE RISPETTANO, COME LE ALTRE SPECIE.
QUESTIONE DI PRINCIPIO.
Se avete voglia guardate anche "Le falesie in tempo reale" su YouTube:
http://youtu.be/VP6JyE8q3PY
Buona notte a tutti!

francesca gastaldi:
Ringrazio anche io Marco per averci fatto conoscere la petizione che ho firmato. Lo ringrazio anche per lo sforzo che fà nel cercare di rendere la questione più obiettiva possibile. Tuttavia sulla versione della biologa avrei qualcosa da ribattere. Non trovo chiarito, intendo tecnicamente spiegato, il motivo per cui l'area dovrebbe essere vietata ai kayak. Se penso a quante spiegazioni tecniche dobbiamo dare perchè ci venga riconosciuta la navigazione in mare allora se vogliono convincermi dove non devo passare devono dirmi di più e devono provarmelo scientificamente e non su un libro, ma portandomi lì sul posto e spiegandomi cosa è disturbato da chi e perchè. Vorrei che ci mostrassero quali sono questi equilibri marini ancora esistenti provenienti da millenni di lavoro della natura e quali sono i danni IRREVERSIBILI che può provocare su di essi il passaggio di canoe o kayak. C'è da sentirsi offesi per quello che è scritto perchè significa che ogni volta che siamo andati a pagaiare nelle riserve naturali noi abbiamo provocato dei danni irreversibili. Ma per piacere cerchiamo di pensare che il mondo non è fatto solo del proprio modo di vedere e capire le cose. Dal filmato di Claudio è evidente quello che tutti noi conosciamo del comportamento del canoista. Non ci sono intenzioni di grattare la roccia. Con quello che costano le pagaie semmai il canoista eviterà attentamente di non grattare la sua pala sulla roccia. In tanti anni di kayak e canoa in mare non ho mai visto nessuno andare a sbattere contro una roccia. Questa biologa avrà grande conoscenza del mare ma non ha affatto conoscenza dell'andare in kayak. Così come non ne ha avuta il nostro legislatore quando ha legiferato in merito alla navigazione relegandoci entro un miglio dalla costa. Allora mi domando, se non sanno chi sono i canoisti perchè vietare a priori? Ci parla di impatto con l'ambiente come se noi non ne avessimo una minima idea e come se dovessero insegnare a noi cosa significa. Noi lo viviamo sulla nostra pelle quasi come un pesce l'impatto ambientale. Ci sono dei tratti costieri bellissimi dove ormai ho deciso di non andare più perchè mi sento soffocare dall'immondizia che galleggia nell'acqua e perchè il colore dell'acqua non è più quello del mare. Dove sono ii biologi di quei tratto marini? Dovremmo andare a pagaiare solo in quei tratti marini perchè gli altri ci saranno interdetti? Non sono i kayak che inquinano il mare. I kayak sono la propaganda più sincera e vera per urlare al mondo intero di non inquinare il mare. Il falco pellegrino nidifica alto sulle coste lontano dal nostro passaggio e non credo proprio che si spaventi di noi perchè altrimenti sarebbe in difficoltà anche quando il mare schianta sulle rocce i quintali di acqua delle sue onde da burrasca o quando pesci grossi saltano fuori dall'acqua. Se riescono a dimostrarci che disturbiamo ci vietassero, al limite, l'accesso nel solo periodo di nidificazione o ci facessero entrare in numero limitato (come fanno nel Parco Nazionale d'Abruzzo dove orsi e lupi sono tornati perchè l'uomo l'ha voluto e perchè l'uomo ha continuato a frequentare il parco che ama e dove i confini dell'area da gestire sono ben più ampi). Marco visto che ha i contatti con questa biologa sarebbe il caso di capire che ruolo ha nel processo legislativo incombente ed avere la possibilità di fargli conoscere il kayak o una canoa e magari anche la gente che và in kayak e canoa. Non possono vietare l'accesso a cose di cui non sanno. Una legge si fà interpellando le forze in causa non alle spalle di queste e solo sulle proprie convinzioni. Poi cosa significa siamo in troppi? Allora solo pochi privilegiati hanno il diritto di accesso? (siamo troppi allora alcuni eliminiamoli!!!) Sono convenuti tutti gli esperti per raggiungere questa conclusione? Non dovrebbero esserci anche gli esperti di kayak?
"Lasciateci salvare una zona bellissima". MA MAGARI, gli rispondo io, la salvate per davvero. Salvatela dalle barche a motore, salvatela dai rumori, salvatela dall'inquinamento delle acque, anche da quello delle falde acquifere, salvatela dagli uomini senza scrupolo, dal turismo aggressivo dei barconi, salvatela da chi deve essere salvata non da chi diffonde lo stesso messaggio di salvezza.

francesca gastaldi

"Un parco naturale viene istituito, in una determinata area, nel momento in cui una commissione di persone competenti stabilisce che ci sia qualcosa di rilevanza naturalista(flora, fauna o caratteristiche del paesaggio stesso)a rischio di estinzione. Il processo perché l'area designata diventi parco naturale è piuttosto lungo e travagliato, ve lo posso assicurare.
Nel caso delle riserve marine la questione è ancor più complicata, ma al termine delle procedure queste aree saranno protette da un certo numero di leggi(tra le quali: n 979 del 1982, e 394 del 1991).

Vi assicuro che gli equilibri marini sono delicatissimi, e possono essere danneggiati con un nonnulla. Anche voi, che siete impatto ambientale zero, potete causare danni irreversibili. Un esempio:con una pala della vostra pagaia grattate una roccia per evitare di andare a sbatterci contro. Bene, avete grattato decenni di vita marina. Ricreare un ambiente marino é difficilissimo e molto costoso in termini economici e lavorativi. Non basta ripiantare il tutto, come si potrebbe fare nel caso in cui uno scalatore sradichi una piantina.
Il problema reale é che siamo in troppi, e, in zone come quella triestina, nelle quali l'attività nautica é intrinseca nella cultura popolare, è necessario istituire parchi naturali, come il già esistente Miramare, per salvaguardare l'ambiente.

Fatto questo discorso, doveroso a parer mio, vi porto buone notizie.
Le aree marine protette presentano 3 zone di suddivisione:
-ZONA A: zone di riserva integrale, riservate alle attività di ricerca.
-ZONA B: riserva generale, mezzi con poco impatto ambientale possono accedervi
-ZONA C: riserva parziale, fruizione con modesto impatto ambientale.
Traduzione: i 60 metri dalla costa comprendono tutte e 3 le zone, e voi alla zona B potete accedere chiedendo all'ingresso del parco i permessi. La zona B prevede una distanza dalla costa di, indicativamente, 10-15 metri ed è segnalata da boe.

Non vi sto chiedendo molto, solo di non passare attaccati alle rocce. Potete benissimo godere della bellezza del paesaggio anche stando a pochi metri e permettendoci così di svolgere il nostro lavoro. La costituzione di un parco ci permetterà di poter fare attività con i più giovani, in maniera tale da educarli e sensibilizzarli alle problematiche ambientali, cosa di cui c'è assolutamente bisogno.

Lasciateci salvare una zona bellissima,
vi prego."

Andrea Ricci:
Chiedo a Marco Ferrario di chiedere alla sua amica biologa Greta Gaiani con che mezzo loro, ricercatori certamente molto attenti, vanno a fare esplorazioni e ricerche lungo la costa. Perché se ci vanno in gommone a motore, come quasi tutti coloro che ho conosciuto, allora cosa predicano a noi pagaiatori?

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