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marco ferrario (eko)

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* Risposta #15 il: Gennaio 19, 2015, 01:06:07 pm *
Ho letto con molto interesse anche gli interventi di Maurizio e Lorenzo che non firmano e hanno espresso le loro valide motivazioni.


Chiunque non rispetti la natura deve essere fermato.


Questa estate ho pagaiato al parco Nazionale del Golfo di Orosei. Dalle ore 11 alle 17, in alta stagione, le spiagge sono un gran puttanaio, ma non per colpa dei canoisti (in quei giorni ho incontrato solo quattro francesi coi quali ho condiviso il bivacco su una spiaggia) e nemmeno a causa di chi a piedi è sceso dai monti dopo lunghi trekking. Il Parco Nazionale è violentato dai boat people che scaricano tonnellate di carne umana da rosolarsi al sole.
In un vero Parco naturale dovrebbero essere vietati tutti gli accessi motorizzati e tutti gli accessi con il pagamento di ticket a enti privati, solo così a nessuno verrà in mente di sfruttare un parco a scopo di profitto, rovinandolo. L'unico pagamento giusto andrebbe all'ente parco destinato esclusivamente al parco stesso, non a chi col parco vuole "farsi bello".
Concordo con Lorenzo, le ZoneA vanno incrementate e NON devono diventare mete turistiche di massa, perciò in queste aree non deve essere consentito nessuna forma di sfruttamento turistico, qualunque esso sia.
Anche un numeroso gruppo di kayakers vocianti può essere un disturbo alla natura. È giusto regolamentare l'accesso, ma non deve essere una falsa regolamentazione che nasconde lo sporco fine di fare fare affari a chi pretende di venderti l'esclusiva del luogo.
Di fatto assistiamo che molte zone protette sono diventate aree in cui chi paga può accedervi in massa spesso anche con mezzi non propriamente ecologici.


Tre anni fa, in kayak, visitai l'Asinara, è un parco ritenuto molto protetto e lungo il perimetro dell'isola ci sono tre zoneA inaccessibili a chi naviga in kayak, mentre sulle mulattiere dell'isola parco, sfrecciano veloci fuoristrada che scorrazzano turisti-esploratori, mentre per quelli meno "avventurosi" c'è un trenino tipo Disneyland che percorre l'isola da sud a nord lungo l'unica strada asfaltata.   Ambientalismo significa convivere con la natura ed essere in sintonia con essa, cosa centra il finto trenino e sopratutto i fuoristrada con la natura incontaminata e perciò protetta?


Faccio alcuni esempi concreti inerenti alla mia (nostra) esperienza di canoista.
E' più volte capitato di vivere incontri ravvicinati con i nostri amici animali.
- Pagaiare sul lago in compagnia dei cigni (vedi foto) non compromette l'esistenza dei cigni, distruggere i loro nidi, si.
- Pagaiare accompagnato da una tartaruga marina che nuota accanto, come mi è capitato nei pressi di una isoletta a sud del Pelopponneso, non compromette la vita della tartaruga, anzi, potrebbe essere una esperienza interessante anche per lei. Invece, uno stabilimento balneare su una spiaggia dove le tartarughe andavano a deporre le uova ne impedisce la loro riproduzione.
- Pagaiare nello Jonio verso l'isola di Skorpios con i delfini che fanno un girotondo attorno ai nostri due kayak è stata una grande emozione e abbiamo avuto l'impressione che anche i delfini si siano divertiti, forse più di noi. C'è chi invece uccide i delfini ritenendoli colpevoli di mangiare troppo pesce.
- Lo stessa cosa capita per le foche, in molti luoghi vengono sterminati i piccoli che non riescono a fuggire. Incontrai una grossa foca monaca durante una pagaiata nel Mare Egeo, attorno all'isola di Amorgos, eravamo entrambi in acqua a pochi metri di distanza, una davanti all'altro, mi ha guardato con quei grandi occhi neri, due o tre simpatici sguardi curiosi e interessati, poi è sparita nuotando in profondità. Non conosco nessun kayakers mediterraneo che uccide le foche.
- E che dire dell''incontro quotidiano con i cormorani, le berte, i falchi, gli aironi e molti altri uccelli marini?


Che fastidio può dare un kayak che passa senza violenza?

Frederik Beccaro

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* Risposta #16 il: Gennaio 19, 2015, 01:14:54 pm *
non conosco il tratto di costa, qui in Liguria abbiamo alle 5 Terre e sul promontorio di Portofino aree interdette totalmente
Forse la soluzione migliore potrebbe essere interdire tali aree durante il periodo estivo e permettere il nuoto e l'accesso con natanti a remi e canoe solo da Novembre a Marzo (per esempio)
Tranquilli che i pochi che transiteranno saranno certamente appassionati e rispettosi...

Lorenzo Molinari

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* Risposta #17 il: Gennaio 19, 2015, 02:08:51 pm *
Preferisco anch'io il termine "amante della natura" ad "ambientalista", troppo carico di significati politici. Chi ama la natura cerca di vivere coerentemente a essa con le sue scelte quotidiane, pur sapendo che la coerenza assoluta sarà appannaggio solo di una vita ascetica. Pertanto al di là degli enormi problemi ambientali da affrontare, un occhio di riguardo credo debba essere comunque offerto agli animali che vorrebbero riposarsi durante le migrazioni, accoppiarsi, riprodursi, nidificare o anche solamente dormire in tranquillità. E’ un diritto che non possiamo negare loro, come non lo neghiamo a noi, chiudendo la porta di casa alle nostre spalle ogni sera. Né possiamo esimerci, lamentando che in Sardegna i ricchi scorrazzano con i loro motoscafi o più in là c'è un allevamento di cozze. Ciascuno faccia la sua parte e noi canoisti la nostra, anche dando esempio agli altri.
Le “zone A” hanno una ragione d'essere e quindi vanno riconosciute nel loro valore e possibilmente incrementate. Caso per caso ci saranno zone che dovranno essere interdette agli umani e ovviamente a tutto lo sfruttamento economico che ne consegue, per tutto l'anno o per alcuni mesi, questa scelta ci auguriamo sia presa correttamente da chi di flora e fauna ne capisce più di noi canoisti.

Dev'essere stata un'esperienza meravigliosa, e purtroppo rara, quella di incontrare una foca nell'Egeo, com’è capitata a Marco. Questa esperienza non sarà esclusa dal fatto che esista una “zona A”, ma sarà una scelta della foca di voler incontrarci e non una nostra scelta di andargli a rompere le palle a casa sua, magari nel momento meno opportuno, come accadrebbe in uno zoo/acquario.

L'Ardeche, come il Verdon, è una valle splendida da un punto di vista geologico, ma indubbiamente subisce un impatto pesante da un punto di vista almeno faunistico, a causa del forte afflusso di persone, per quanto ben intenzionate nei confronti della natura. Mi auguro che vi siano valli limitrofe protette o non così sfruttate economicamente.

La devastazione ambientale a cui siamo arrivati, purtroppo necessita la costituzione di parchi naturali, aree protette e “zone A”. E’ assurdo che la natura per sopravvivere debba essere ghettizzata, ma in questa fase dell'evoluzione umana è una soluzione ahimè necessaria, piaccia o no ai canoisti.

francesca gastaldi

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* Risposta #18 il: Gennaio 19, 2015, 02:41:55 pm *
Io credo e constato (perchè quasi tutto il mio tempo libero è dedicato alla immersione nella natura) che gli animali non sono infastiditi dalla presenza dell'uomo. Essi sono sorpresi dalla presenza di un umano non più di quanto possa sorprendere un uomo la presenza di un animale. C'è spazio per entrambi nella natura. Quello che infastidisce gli animali sono le cose incomprensibili che fà l'uomo. Cose che sono incomprensibili per noi quanto per loro. Nessun uomo imparerà più a stare in mezzo alla natura se si creano due mondi separati. Ghettizzare la natura è brutto e orribile quanto ghettizzare l'uomo. Quanto al silenzio che cerchi in casa tua quando tiri la porta.... hahaha beato te.

francesca gastaldi
Francesca Gastaldi

marco ferrario (eko)

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* Risposta #19 il: Gennaio 19, 2015, 02:57:43 pm *
mi segnalano che ho dimenticato di allegare la foto.
Eccola.
Kayak e animali armoniosamente assieme nella natura.

francesca gastaldi

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* Risposta #20 il: Gennaio 19, 2015, 03:49:43 pm *
Comunque, io non ho visto il regolamento che hanno intenzione di fare, non lo trovo. Se qualcuno ce l'ha può inserirlo nel topic per favore? ho letto però diversi articoli da quando Marco Ferrario ha segnalato l'argomento. Dunque tirando le somme vorrebbero approvare un regolamento che parla altro che di zona A (cioè zona integrale). Infatti in questa zona mi pare di capire che ci sarebbe un parcheggio, un campeggio, sarebbe consentita la pesca professionale mediante autorizzazione, consentita l'introduzione di scafi a motore dietro autorizzazione, consentito l'accesso dei turisti con l'accompagnatori, consentito di procedere lungo una sentieristica autorizzata e lungo il famoso Sentiero Rilke e fuori sentiero solo agli arrampicatori dietro autorizzazioni.
In termini monetari ciò si traduce in più entrate per il Comune o la Riserva (a seconda di come si spartiranno il ricavato) per ogni individuo entrante e per ogni attività svolta. Infatti l'entrata nella zona incriminata avverrebbe a pagamento per ognuna delle cose che ho elencato sopra. Per non parlare del ricavato proveniente da eventuali multe (si parla di 3.000,00 di euro). Contro un guadagno attuale che sarà limitato ai commercianti limitrofi !!! AHAHAH altro che difendere gli animali, qui serve qualcuno che difenda gli umani. Gli animali poveracci assistono inorriditi allo stupido scempio ambientale che inghiottisce tutti.
Se poi con gli introiti ci fanno quello che fanno per la gran parte delle altre riserve italiane cioè opere che spesso poi cadono in disuso abbandonate..... Andare per credere ..... bè, allora sarebbe per noi canoisti (che come sembra saremmo gli unici assoluti a vedersi vietata l'entrata anche dietro autorizzazione!!!!) una rinuncia davvero inutile. Mettere la firma per impedire questo regolamento non significa mettere la firma per pagaiare sotto la Falesia del Duino, significa lottare contro un sistema corrotto e povero di intelligenza ambientale.
Faccio un solo esempio. In Corsica esiste un tratto di costa che si chiama Scandola (riserva integrale), che molti di voi conosceranno. Un tratto di costa di circa 40 km. Posto stupendo dove ho potuto navigare anche insieme ai delfini. In quel posto non è vietato l'accesso a nessuno ma c'è costantemente la presenza di una navetta della GC che con molta discrezione (se penso all'aggressività delle motovedette italiane dei CC e GC mi viene da trasalire), controlla il rispetto delle norme. Quando sono stata lì in kayak mi è stato segnalato dalla GC di non dormire sulle spiagge e mi è stato anche detto che se lo avessi fatto mi avrebbero sequestrato il kayak. Sono stata informata su quante miglia avrei dovuto fare fino alla successiva spiaggia dove potevo dormire e mi è stato perentoriamente detto o dormite prima o dopo la riserva. Io ho potuto vederla tutta per intero insieme ai nidi dell'aquila reale, ai delfini ecc.... e anche a qualche barca a motore che non ha spaventato i delfini.
E poi vogliamo parlare di che tipo è la gente che và in canoa? Certamente non si può generalizzare ma la maggioranza è certamente gente attenta all'ambiente già solo per il fatto che invece di andare a motore và in canoa!!! Se c'è in giro per l'italia qualche fiume un pò più pulito lo si deve a loro.
Spiacente ma chi è contro questa firma non ha mai pagaiato nelle riserve se non sporadicamente e/o non ha mai fatto campeggio nautico di lungo raggio. Diversamente avrebbe fissate in mente tutta una serie di esperienze in grado di fornirgli l'entità e la qualità del popolo canoista e soprattutto che tipo il tipo di impatto ambientale provocato rispetto a tutti gli altri mezzi che frequentano i bacini idrici, i porti ecc.....
Se vogliamo esimerci dal degrado ambientale non è non andando in kayak nelle riserve ma lasciando a casa le auto, mangiando prodotti agricoli biologici veri, rifiutando le produzioni industriali e preferendo quelle  chilometri zero, non usando i condizionatori d'aria eccc.......


francesca gastaldi

Francesca Gastaldi

Maurizio (Tric)

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* Risposta #21 il: Gennaio 19, 2015, 10:54:12 pm *
Ho letto tutti i post e mi associo con chi decide di non firmare, anche se amalincuore.
In effetti ho provato alcune volte a percepire quello che un' area incontaminata ti regala ... rispetto ad un area di rispetto relativo.
La differenza c'è .
Saluti
Tric

Andrea Ricci

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* Risposta #22 il: Gennaio 20, 2015, 12:20:47 pm *
Io invece ho firmato d'istinto, e poi leggendo Francesca Gastaldi ho capito che la penso allo stesso modo: grazie Francesca.
Andrea Ricci
andricci63@gmail.com

marco ferrario (eko)

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* Risposta #23 il: Gennaio 20, 2015, 05:25:44 pm *
Sono per il dibattito e la pluralità di idee, quando vengono espresse civilmente e senza secondi fini, pertanto dopo aver ricevuto l'autorizzazione di Greta Gaiani (una giovanissima biologa del mare che lavora proprio a Trieste ed è direttamente coinvolta), pubblico qui sotto quanto mi ha inviato, convinto che sia un contributo interessante al dibattito.

Ecco il copia/incolla integrale


Citazione
"Un parco naturale viene istituito, in una determinata area, nel momento in cui una commissione di persone competenti stabilisce che ci sia qualcosa di rilevanza naturalista(flora, fauna o caratteristiche del paesaggio stesso)a rischio di estinzione. Il processo perché l'area designata diventi parco naturale è piuttosto lungo e travagliato, ve lo posso assicurare.
Nel caso delle riserve marine la questione è ancor più complicata, ma al termine delle procedure queste aree saranno protette da un certo numero di leggi(tra le quali: n 979 del 1982, e 394 del 1991).

Vi assicuro che gli equilibri marini sono delicatissimi, e possono essere danneggiati con un nonnulla. Anche voi, che siete impatto ambientale zero, potete causare danni irreversibili. Un esempio:con una pala della vostra pagaia grattate una roccia per evitare di andare a sbatterci contro. Bene, avete grattato decenni di vita marina. Ricreare un ambiente marino é difficilissimo e molto costoso in termini economici e lavorativi. Non basta ripiantare il tutto, come si potrebbe fare nel caso in cui uno scalatore sradichi una piantina.
Il problema reale é che siamo in troppi, e, in zone come quella triestina, nelle quali l'attività nautica é intrinseca nella cultura popolare, è necessario istituire parchi naturali, come il già esistente Miramare, per salvaguardare l'ambiente.

Fatto questo discorso, doveroso a parer mio, vi porto buone notizie.
Le aree marine protette presentano 3 zone di suddivisione:
-ZONA A: zone di riserva integrale, riservate alle attività di ricerca.
-ZONA B: riserva generale, mezzi con poco impatto ambientale possono accedervi
-ZONA C: riserva parziale, fruizione con modesto impatto ambientale.
Traduzione: i 60 metri dalla costa comprendono tutte e 3 le zone, e voi alla zona B potete accedere chiedendo all'ingresso del parco i permessi. La zona B prevede una distanza dalla costa di, indicativamente, 10-15 metri ed è segnalata da boe.

Non vi sto chiedendo molto, solo di non passare attaccati alle rocce. Potete benissimo godere della bellezza del paesaggio anche stando a pochi metri e permettendoci così di svolgere il nostro lavoro. La costituzione di un parco ci permetterà di poter fare attività con i più giovani, in maniera tale da educarli e sensibilizzarli alle problematiche ambientali, cosa di cui c'è assolutamente bisogno.

Lasciateci salvare una zona bellissima,
vi prego."

ClaudioCastellanoTS

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* Risposta #24 il: Gennaio 20, 2015, 06:41:36 pm *
foto sotto le falesie:

ClaudioCastellanoTS

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* Risposta #25 il: Gennaio 21, 2015, 01:45:06 am *
Grazie Marco (Ferrario) per aver pubblicato su CKI la nostra petizione.
In 5 gg abbiamo superato le 200 firme e altrettante o più ne ha raccolte la petizione promossa dalla comunità locale.
Conoscendo palmo a palmo quel tratto di costa triestina e come viene frequentata (da quando ero ragazzino e scendevo al mare attraverso tre passaggi dirupati) aggiungerò qualche informazione e qualche considerazione.

Intanto chi non è su FaceBook può guardare su YouTube il breve filmato segnalato da Marco Lipizer: le falesie viste dal kayak, con bora forte in poppa. Io sono quello con i capelli grigi...
http://youtu.be/OAeDYVbcNU8

ClaudioCastellanoTS

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* Risposta #26 il: Gennaio 21, 2015, 01:50:45 am *
Ciao Maurizio (Bernasconi), non so se ti ricordi di me: trent'anni anni fa sono stato tuo allievo presso la Scuola della Valsesia, e ti stimo.
Mi è piaciuto molto anni fa un tuo intervento sui canoisti "feticisti" superattrezzati...
Contro le invasioni di massa sono pienamente d'accordo ma nel caso della Riserva delle Falesie di Duino il problema non sono i canoisti. Conosco bene quei due chilometri selvaggi come molte isole della Dalmazia, ma non si tratta di un "accesso di massa": sottocosta passano veramente 4 CANOISTI e 2 NUOTATORI, senza possibilità di sbarco, e comunque il più delle volte quei 4 canoisti già passano al largo. Una presenza irrilevante che non disturba gli uccellini.
Per contro sono centinaia i turisti vocianti che percorrono il sentiero lungo la sommità delle falesie 120 m – 80 m sopra il livello del mare. Ma questi non disturbano... il falco pellegrino che nidifica a mezzacosta...
Già, perché alla presentazione del Regolamento (che deve ancora essere approvato) (Riserva istituita nel '96) abbiamo capito che non si tratta di una riserva marina, ma terrestre, cui interessa soprattutto tutelare l'avifauna (gli uccellini) che i 4 canoisti disturbano e le centinaia di turisti no. Questo hanno detto!
Secondo me il gioco non è pulito...
60 m non sono una cosa terribile ma diventa una QUESTIONE DI PRINCIPIO, con tutte le brutture che ci stanno intorno. Spiegherò.

ClaudioCastellanoTS

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* Risposta #27 il: Gennaio 21, 2015, 01:52:51 am *
Ciao Marco (Lipizer), è sicuramente uno sbaglio/omissione del giornalista scrivere che tutti i natanti (privi di autorizzazione) dovranno tenersi a 500 m.
Lo dico perché negli altri articoli si continua a dire che nuotatori e canoisti dovranno stare oltre i 60 m, come è stato detto alla presentazione del Regolamento nel 2013.
Sarebbe bene vedere il testo originale ma non lo trovo.

ClaudioCastellanoTS

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* Risposta #28 il: Gennaio 21, 2015, 02:23:59 am *
A 500 m dalla Riserva Superprotetta, dall'altro lato della baia di Sistiana, in una vecchia cava, hanno consentito una SPECULAZIONE EDILIZIA OSCENA: la costruzione di Portopiccolo per i ricconi, con una densità abitativa disumana: sembra un allevamento intensivo di polli, un termitaio, con un simpatico porticciolo tipo Portofino scavato nella roccia.
Ma le feste con musica notturna dei VIP, e quelle dentro la baia di Sistiana, non impediranno al falco pellegrino di dormire in pace ???
Sono quei 4 canoisti l'elemento da allontanare...

ClaudioCastellanoTS

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Re:FIRMA ANCHE TU
* Risposta #29 il: Gennaio 21, 2015, 02:49:41 am *
Copioincollo ciò che ho già scritto nel Gruppo FaceBook "KayakInCostieraTriestina", anche se non sono un ornitologo, ma uso la logica:
SE IL FALCO PELLEGRINO E' TORNATO A NIDIFICARE DOPO ANNI VUOL DIRE CHE NON E' DISTURBATO dai 4 canoisti, e che altri fattori lo allontanano.
Ha detto Rozza (che ha scritto il Regolamento contestato) che i canoisti disturbano gli uccelli,  che nidificano a 2 m dal mare...
Sottolineiamo che NON NIDIFICANO 365 gg L'ANNO  e comunque equilibrio ecologico significa anche che vanno a nidificare in luogo tranquillo 60 m più in alto dei 4 canoisti che scivolano silenziosi sull'acqua...
Foto del falco pellegrino: