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Marco Lipizer:
Caro Maurizio,
mi fa piacere che sia voluto venire a casa nostra ad argomentare il senso del regolamento. E ben più difficile per noi farlo in un'aula dove ci sentiamo a casa di altri.
Probabilemente nel documento preparato da Paola ci saranno delle inesattezze, non solo quelle evidenziate da te, dovute al fatto che non è la sua professione.
Vorrei però risponderti sulla questione dei 60 metri prima che i nostri amici romani si sentano traditi. D'altrocanto qualche commento precedente avevo già spiegato, ma forse non hai avuto la tenacia di legger più di 100 interventi.
Intanto la sollevazione è avvenuta prima dell'incontro presso la sala comunale, quando sul giornale locale pareva vi fosse la possibilità dell'interdizione ai kayak fino a 500 metri. Come da me già scritto, passare 50 o 60 metri al largo non sarà questo gran disturbo. Da più fastidio da un punto di vista concettuale perchè sembra di essere paragonati a mezzi inquinanti e disturbatori, mentre in verità rappresentiamo il mezzo più ecologico per la fruizione delle bellezze naturali e per poter vivere la Natura. Non pensare che il Parco di Miramare sia un piccolo fastidio per noi. Sa proprio di gran soppruso, ma continiuamo a sopportarlo anche perchè non possiamo farci niente. Un altro tratto di costa precluso sa di ulteriore soppruso. Ma siamo servi e continiuamo a subire. Punto.
Non dire invece cose inesatte riguardo alla vigente ordinanza della Capitaneria. Sai benissimo che quella ordinanza è pretestuosa e richiesta dal Comune senza che vi sia un reale pericolo di crollo perchè non vi è nessun elemento del servizio geologico regionale che attesti tale pericolo. Quella ordinanza andava ritirata!
A questo punto gli elementi sono andati avanti, il regolamento verrà approvato dalla Regione e si creerà il Parco. Non posso neanche dire che noi vigileremo perchè non saremo in grado. Quello che sarà, sarà, ma queste pagine e la pagina facebook saranno testimoni delle nostre paure di speculazioni ambientali.
Io, ti dirò, sono molto fiducioso, perchè per fortuna in regione le cose si fanno abbastanza bene senza mafierie o altro, vedi parco della Cona o Val Cavanata. Mentre non mi piace come viene gestito Miramare con accessi molto più impattanti del nostro semplice passaggio, ma "a pagamento". Ma come ha detto il Direttore di Miramare alla riunione della commissione "anche noi dobbiamo vivere". Permetterai che per un tuo tornaconto, a me da fastidio non poter passare in proprietà pubblica!


--- Citazione da: maurizio rozza - Marzo 17, 2015, 04:16:36 pm ---Dopo lunghe insistenze, ieri e' stata finalmente depositata in comune la petizione contro la Riserva Naturale delle Falesie di Duino ) da parte della prima firmataria,    Paola Tarquini Bruni.
In realtà si tratta di tre petizioni diverse, tutte comunque presentate unitamente nella nota della Bruni ( che comunica anche che "le firme sono aggiornate sino alla data dell'8 marzo 2015, in quanto la raccolta firme sia cartacea che on-line stanno continuando" ). La più "polposa" ( 421 firme ) chiede, testuale, di: "mantenere il libero accesso, via mare, delle Falesie di Duino, a nuotatori e imbarcazioni senza motore anche nei primi 60 metri dalla riva." Questo punto ha raccolto un grande consenso tra il laziali: delle 420 firme, infatti, ben 91 vengono dalla regione della capitale d'Italia. Seguono via via altre Regioni. Duino Aurisina, con 13 firme, viene battuta anche dai siciliani (16 firme ) ed è a pari merito con la Campania. anche Malta e la Spagna contribuiscono con due firme, seguite da Svizzera (1) Inghilterra (1) e Sudafrica (1) . Forse però il punto proposto era un "cicinin" ingannevole per i lontani kayakers , a cui la Bruni rende più odiosa questa amministrazione comunale sostenendo che "tanta solerzia stride un po' con i progetto di cementificare la Costiera; si intraprendono grandi opere ad alto impatto ambientale e s'impedisce di nuotare e pagaiare silenziosamente".
Dimentica la Bruni di dire che, tra le firme che depositate nelle petizioni contro la Riserva vi sono anche quelle di sindaco e vicesindaco che all'epoca hanno approvato gli odiosi progetti di cementificazione, che invece il sottoscritto e molti altri dell'attuale amministrazione comunale hanno tentato di fermare sia nelle sedi politiche che giudiziarie. Ma un pochino di distrazione si perdona a tutti...
Magari però la Bruni poteva informare gli amici romani che non si trattava di "mantenere il libero accesso ... per i primi sessanta metri", visto che  dal 2013 c'era già un'ordinanza che  limita l'accesso a chiunque a trenta metri dalla Falesia per motivi di sicurezza, e che il regolamento approvato prevede per kayak e nuotatori 50 metri e non 60 ...
Se magari poi spiegava a maltesi, spagnoli e siciliani che quei 20 metri in più servono a tutelare la nidificazione di tre specie di avifauna marina in condizione critica di conservazione, magari facevamo tutti un pochino meno la figura dei buzzurri ..

Ma la cosa che veramente mi confonde e' quello che si propone negli altri due moduli di petizione depositati, in cui ci si dice " contrari a limitare l'ancoraggio nella zona oltre i 60 metri dalla linea di costa ai soli natanti ( a motore e vela, ndr ) autorizzati dal Comune" .
I kayakers  con sindrome di Tafazzi acuta vogliono dunque un accesso indiscriminato delle barche a motore??? L 'altro punto (terzo tipo di modulo ) depositato  chiede che nella riserva naturale venga liberalizzata la pesca sportiva ( che il regolamento invece disciplina tutelando la deposizione delle uova ). Sono questi i kayakers di cui questa petizione dovrebbe portare le istanze??

--- Termina citazione ---

maurizio rozza:
Caro Marco,
Si, probabilmente  è vero. Io non ho letto tutti i messaggi; ma la storia dei 500 metri nel regolamento non c'è mai stata. Credo profondamente nei processi partecipativi, e per questo, già da due anni, ho fatto liberamente circolare le bozze ed ho fatto 6 sedute di commissione aperte al pubblico, di cui due erano audizioni dei portatori di interesse.
I 500 metri, come ho più volte spiegato anche nelle audizioni, erano nelle prescrizioni contenute nel Piano di Conservazione e Sviluppo approvato nel 2011 dalla Giunta precedente ( di cui ora sindaco e vicesindaco firmano la petizione ... ).
Il regolamento ha tentato di mitigare le rigidità di quel PCS .. Per il resto, se avete voglia di perdere 10 minuti e capire veramente come stanno le cose, vi riposto la memoria sul percorso.
A presto,
Maurizio

francesca gastaldi:
Sig. Maurizio Rozza. Io sono una dei romani che ha firmato  e posso risponderle che non mi sento tradita da nessuno. Io la mia firma l'ho messa assumendomi la responsabilità di quello che facevo. E per come la vedo io tutti hanno fatto così altrimenti non avrebbero messo la firma. Qui non c'è nessuno che istiga nessuno. Semplicemente le persone che la pensano allo stesso modo si sono unite per farsi sentire. Quella della Falesia del Duino non è l'unica area protetta dove vorrei navigare con il mio kayak sinceramente quindi la mia presa di posizione non riguarda le distanze in metri (50/60/500) ma una questione di principio verso divieti che sanno di abuso. Ci sono aree protette che consentono la navigazione dei kayak e non temono che l'ambiente venga deturpato per questo. Sinceramente spero che nel tempo aumentino. Il fatto che viva lontana dalla Falesia del Duino non mi rende meno interessata all'argomento. Ormai c'è la tendenza ha vietare tutto e le zone protette di stanno moltiplicando in base a progetti che sono in atto. Potremmo darci all'areonautica così possiamo sorvolare sopra le aree protette e scaricare cherosene a volontà!!!
Troppo facile vietare ad un canoista di entrare in una zona. Più difficile è vietare la stessa zona ad abusi edilizi e interessi anche locali.
Sarebbe interessante cominciare a vedere dei documenti allegati a queste mail firmati e timbrati dalle autorità competenti. Infatti non si riesce a capire quali siano le cose che sono state portate avanti e quali quelle che sono state abbandonate (50/60 metri, zone A B C ????). Nè si riesce a capire chi ha firmato cosa!! Troppo facile incolpare di confusione chi invece la firma e la faccia ce l'ha messa magari commettendo errori. Errare umanum est. Non sono gli erori che rovinano il genere umano e il mondo. Sono gli abusi e le azioni illegittime dei furbi e dei delinquenti.
Perchè poi si voglia rivolgere un divieto a chi và in canoa? E' stato per caso constatato scientificamente che quel tratto di costa del Duino ha subito danni a causa della navigazione in kayak. Ma per piacere!!!!
Se leggesse le mail precedenti scoprirebbe da dove sono usciti fuori i 500 metri.
Nel regolamento che ha dato luogo alla raccolta firme oltre ad un elenco di opere di cementificazione che si prevede di mettere in essere (addirittura in fondo al mare aimè!) c'era evidenziata la distinzione tra zone A B C. Queste sono zone notoriamente definite in maniera univoca. Premesso che difficilmente si possa credere che quelle opere non diano fastidio al Falco Pellegrino, veniamo alla questione distanze e alla regolamentazione della navigazione per i kayak. Nel regolamento si vietava la zona A, definitivamente, e limitava l'entrata nella zona B con modalità perpendicolare.  Per me questo non significa avere accesso ad una zona. Personalmente tirerei dritta anche oltre la zona B. Anzi, le dirò, già tutta questa complicanza di distanze mi farebbe dirottare in altre zone per pagaiare. Comunque, la somma delle miglia delle due zone A e B, se prende una carta e misura la distanza dà 500 metri. Se poi ci mettiamo la normativa ordinaria e le varie ordinanze della Guardia Costiera secondo le quali siamo tenuti a navigare entro 200/300/400 metri dalla costa (a seconda della zona e dell' Ordinanza Guardia Costiera di turno) la questione sà proprio di grande presa in giro.  Personalmente sono veramente stufa di veder represse le mie azioni dagli organi amministrativi pubblici e privati per fini che servono a "riparare" (magari fosse possibile!) i danni commessi da essi stessi. Penso che anche gli altri che abbiano messo la firma abbiano firmato per questo e non per la differenza che c'è tra 50/60/500 metri!

Francesca Gastaldi

maurizio rozza:
Mi pare un dialogo con un sordo, e dunque non posso che arrendermi. Vi ho postato una lunga e dettagliata spiegazione, e mi pare evidente che preferite fare slogan demagogici che leggere ..
Cosa c'entra il falco pellegrino ????? ;-) . Nessuno è cosi idiota - spero - da pensare che un uccello che nidifica su falesie inaccessibili ( se non a chi pratica l'arrampicata ) sia turbato da un kayak o da un nuotatore. Se ha voglia di leggersi quello che ho postato, capirà quelle che sono le ragioni tecniche alla base di quel divieto. Se vuole altro materiale tecnico specifico per capire il problema, sono felice di fornirlo a lei e chiunque altro voglia approfondire.
Oltre ad occuparmi di queste cose saltuariamente in politica, questo e' il mio lavoro. Provo a spiegarmi con un semplice esperimento: spesso, quando passate per l'autostrada vedete dei rapaci tranquillamente appollaiati sulla recinzione. Non vi degnano nemmeno di uno sguardo, finché transitate. Anche se siete a bordo di una rombante ed antiecologica Ferrari. Ma se provate a rallentare e scendere dalla macchina, la poiana scapperà terrorizzata.
Nessuno mette in dubbio che il kayak sia un mezzo super ecologico ( per qusto lo amo ... ), ma purtroppo noi ( non per colpa nostra ) siamo visti dagli uccelli selvatici come predatori. In quella falesia c'è l'unico sito di nidificazione in Italia dell'edredone. Ci sono altre due specie in lista rossa che la usano potenzialmente per i nidi. Per questo è una Riserva. Se lei pensa che questo non valga 50 metri di tutela, evidentemente parliamo due lingue diverse. Ma, come ho già detto altrove, questo approccio è lontano mille miglia dalla filosofia del Kayak.



maurizio rozza:
Le rispondo anche nel dettaglio:
Lei dice: "Quella della Falesia del Duino non è l'unica area protetta dove vorrei navigare con il mio kayak sinceramente quindi la mia presa di posizione non riguarda le distanze in metri (50/60/500) ma una questione di principio verso divieti che sanno di abuso.". Concordo perfettamente; ma qui, dove sta l'abuso ???

"Ci sono aree protette che consentono la navigazione dei kayak e non temono che l'ambiente venga deturpato per questo."  Assolutamente vero, e vale anche per qesta. Infatti, se legge il regolamento, al di fuori dei 50 metri la navigazione per tutta la restante Riserva è libera escusivamente per Kayak ed altri mezzi a propulsione umana.

"Il fatto che viva lontana dalla Falesia del Duino non mi rende meno interessata all'argomento."; e questa è una gran bella cosa.. :-) Sono contrario a tutti i localismi.  Io, personalmente, ho lottato contro la gara internazionale di fuoristrada "Italian Bahia" che si svolgeva sui Magredi Friulani. Ma quando la siamo riusciti a cacciare, ed è andata a deturpare le dune sabbiose in  Sardegna, ho continuato a combatterla a fianco dei sardi.

"Ormai c'è la tendenza ha vietare tutto e le zone protette di stanno moltiplicando in base a progetti che sono in atto." Sono ateo, ma non posso che dirmi "Che Dio l'ascoltasse ... ;-) In realtà, in Italia assistiamo al totale sbracamento delle politiche sulla tutela della biodiversità. Per questo abbiamo il record ( incontrastato ... ) di infrazioni comunitarie in materia.

"Potremmo darci all'areonautica così possiamo sorvolare sopra le aree protette e scaricare cherosene a volontà!!! " Enonnonò!!! ;-) In tutte le aree protette italiane è vietato il sorvolo a motore. In questa, se finalmente invece di brontolare a vuoto  si  legge il regolamento, scoprirà non può far volare nemmeno un aeroplanino di carta.. :-)

"Troppo facile vietare ad un canoista di entrare in una zona. Più difficile è vietare la stessa zona ad abusi edilizi e interessi anche locali. " Si legga la memoria che ho postato. Comunque il regolamento vieta, in Riserva, di istallare anche un semplice cartello. Niente edifici, dunque. Nemmeno casette di carta.. :-)

"Sarebbe interessante cominciare a vedere dei documenti allegati a queste mail firmati e timbrati dalle autorità competenti. Infatti non si riesce a capire quali siano le cose che sono state portate avanti e quali quelle che sono state abbandonate (50/60 metri, zone A B C ????)." Come ho scritto, i documenti " timbrati e firmati" sono disponibili e pubblici sul sito del Comune di Duino Aurisina, in bella evidenza. Basta fare una semplice ricerca su internet. Sono ovviamente totalmente identici a quelli che vi ho postato, ma controlli pure... ;-)


" Nè si riesce a capire chi ha firmato cosa!! Troppo facile incolpare di confusione chi invece la firma e la faccia ce l'ha messa magari commettendo errori. Errare umanum est. Non sono gli erori che rovinano il genere umano e il mondo. Sono gli abusi e le azioni illegittime dei furbi e dei delinquenti. " Esatto. Vede che su una cosa siamo d'accordo??!?  Qui di furbetti ne ho visti veramente parecchi.. .
Perchè poi si voglia rivolgere un divieto a chi và in canoa?  le ho risposto nella mail precedente.
"E' stato per caso constatato scientificamente che quel tratto di costa del Duino ha subito danni a causa della navigazione in kayak." Si, nello studio propedeutico al Piano di Conservazione e Sviluppo è stata evidenziata l'interferenza sulla nidificazione delle specie che si riproducono sugli scogli ( volpoca, edredone e marangone dal ciuffo). Se mi da l'indirizzo, le mando una copia. 

"Se leggesse le mail precedenti scoprirebbe da dove sono usciti fuori i 500 metri." Ho letto, e se si legge la memoria che ho postato, scoprirà che è una bufala messa fuori ad arte..

"Nel regolamento che ha dato luogo alla raccolta firme oltre ad un elenco di opere di cementificazione che si prevede di mettere in essere (addirittura in fondo al mare aimè!) . " Non esiste nessuna opera di cementificazione prevista. Questa è da querela....

"c'era evidenziata la distinzione tra zone A B C. Queste sono zone notoriamente definite in maniera univoca. Premesso che difficilmente si possa credere che quelle opere non diano fastidio al Falco Pellegrino," E ridagli con questo povero pellegrino che non c'entra nulla .. ;-)

 veniamo alla questione distanze e alla regolamentazione della navigazione per i kayak. Nel regolamento si vietava la zona A, definitivamente, e limitava l'entrata nella zona B con modalità perpendicolare. " Duretta, eh... :-) Se legge il regolamento ( in tutte le versioni diffuse nel corso dei due anni ) le limitazioni riguardano solo le barche a motore e velaaaaaa!!! :-) I Kayak, oltre i cinquanta metri, vanno dove cavolo vogliono. E, se ha un pochino di muscoletti, lei con le sue pagaie batte anche glio altri in velocità, perchè le barche a vela e a motore, oltre a non poter navigare e a dover fare solo l'avvicinamento perpendicolare, non possono superare i 5 nodi ... :-)

" Per me questo non significa avere accesso ad una zona. " E perchè no????? :-)

" Personalmente tirerei dritta anche oltre la zona B. Anzi, le dirò, già tutta questa complicanza di distanze mi farebbe dirottare in altre zone per pagaiare. Comunque, la somma delle miglia delle due zone A e B, se prende una carta e misura la distanza dà 500 metri. " I gusti sono gusti. Se non le piace pagaiare in una zona protetta dove, a parte i cinquanta metri, possono navigare solo i Kayak .. libera di andare a provare emozioni più forti in mezzo ai motoscafi.

" Se poi ci mettiamo la normativa ordinaria e le varie ordinanze della Guardia Costiera secondo le quali siamo tenuti a navigare entro 200/300/400 metri dalla costa (a seconda della zona e dell' Ordinanza Guardia Costiera di turno) la questione sà proprio di grande presa in giro." Perchè? Conosce l'ordinanza di limitazione di questo pezzo di costa?

 " Personalmente sono veramente stufa di veder represse le mie azioni dagli organi amministrativi pubblici e privati per fini che servono a "riparare" (magari fosse possibile!) i danni commessi da essi stessi. Penso che anche gli altri che abbiano messo la firma abbiano firmato per questo e non per la differenza che c'è tra 50/60/500 metri!" Io di danni non ne ho mai commessi. Mi occupo di tutela ambientale per lavoro, oltre che per politica. E, dicono, è un lavoro che so fare piuttosto bene... ;-)

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