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FIRMA ANCHE TU
cristian bertolin:
Credo che tu sia proprio fortunato Gengis....io i famosi canoisti difensori della Natura non li ho ancora incontrati, conosco bene quelli di faccio qualche cosa (tipo firmare petizioni on line o discese di protesta quando aprono la diga....) per "salvare" il tratto di fiume che mi interessa...
A palesare quanto asserisco vi è il fatto che dici che F.I.C.T. non ha il potere giuridico di firmare....certi documenti li firmano tutti e i
rappresentanti dei canoisti (intendo tutte le sigle...) no?
Ma appunto per chiarire quanto salame sugli occhi ci sia tra quelli che tu definisci da sempre sentinelle dell'acqua (magari mi sai anche dire come mai il patrimonio d'Acqua é ridotto così come è oggi se c'erano i canoisti a fare la guardia?)...in Veneto tra la"comunità dei canoisti " si trepida nel attesa di un impianto coperto di slalom dentro la golena di un fiume (Sacro alla Patria...ma non a quella dei canoisti...) e nulla si fa per dare dignitá allo stesso...e dove sono gli stessi quando c'è da salvare qualche storico percorso fluviale.....magari lo sapete voi...se si fateglielo sapere che la merda non è solo sul Mincio....ma che nella merda ci siamo tutti fino al collo....anche io non ritengo che gli estremismi siano utili o costruttivi....ma l'ipocrisia e una visione distorta della realtà sono molto più dannose....canoista é una definizione con la quale si indica un uomo che va con la canoa.....niente altro.cristian
ClaudioCastellanoTS:
Giusto #121
Allora togliamo "di fuga" e rimane:
<Continuo a pensare che gli esperti te la raccontano come gli conviene, e ti mettono nel sacco. Ulteriore conferma:
Se il dato scientifico è certo, e non è un'opinione... (scrive NicolaBaldo)
e la DISTANZA MINIMA è di 200 m secondo le regole VIA per le ZPS... perché mai hanno messo 60 m (in questo Regolamento, gli esperti...) ?? ?? ??
Se ne deduce che è un dato scientifico opinabile!
Rimangono i concetti scientifici di "EQUILIBRIO ECOLOGICO" "EVOLUZIONE" "ADATTAMENTO" "SELEZIONE" "ESTINZIONE" ... >
marco ferrario (eko):
--- Citazione da: reel - Febbraio 04, 2015, 11:14:48 am ---ce ne son molti altri esempi... senz'altro sono i kayakers il vero pericolo per l'area in questione e non ci sono altri interessi... ::) ::)
--- Termina citazione ---
Eccome che ci sono altri interessi!!!
Andate a vedere in molti Parchi e Aree Protette, dove l'accesso è gestito da imprenditori turistici che in quanto tali, cercano ovviamente di fare del business.
in questi casi, ormai diffusi, la creazione di un Parco o di una Riserva ci appare come la scusa raccontata per nascondere la realtà e cioè che l'obiettivo principale della sua realizzazione, è la fruibilità legata alla monetizzazione, privatizzando di fatto la gestione del territorio.
L'impressione, supportata da fatti, è che i divieti servono proprio per far credere ai visitatori, che servendosi dei servizi di questa o quella guida/agenzia turistica (che a volte chiamano naturalistica) si possa accedere in modo esclusivo a luoghi ritenuti selvaggi e dove la natura è protetta, quando in realtà l'escursione viene gestita come se ci si trovasse in un Parco Disneyliano e non in un Parco Naturale.
Potrei fare un lungo elenco di luoghi del genere, ma è sotto gli occhi di tutti quelli che sanno vedere e comunque, chiunque voglia rendersene conto e non può andare direttamente sul posto a verificare, può fare una semplice ma attenta ricerca in internet.
Solo a titolo d'esempio, uno dei tanti che si potrebbe fare, ecco come nel Parco Nazionale dell'Asinara e Area Marina Protetta la proverbiale severità del regolamento per accedere sia proprio dovuta dalla necessità di conservare e tutelare la natura.
Nel documento del Parco titolato "Informazioni per visitare il Parco"
http://www.parcoasinara.org/download.php?id=1085 si afferma che visitarlo è molto semplice, basta contattare un operatore.
Per quanto riguarda l'accesso in canoa si dice che è libero, ma libero non è in quanto nel nuovo regolamento si specifica che lo sbarco lungo i suoi 110 km. di perimetro, è consentito solo nelle tre zone urbane (ex zone carcerarie) di Fornelli, Cala Reale e Cala Oliva, le spiagge sono di fatto vietate allo sbarco.
Queste regole severe contrastano con i molti fuoristrada Land Rover 4x4 e Defender inquinanti e rumorosi degli operatori che percorrono i sentieri anzi "le piste sterrate più selvagge" come recita la pagina inerente del sito del Parco (http://www.parcoasinara.org/?modulo=contenuti&id=231), nonché, bus e ridicoli trenini gommati degni certo di un parco giochi, ma non di una area protetta come l'Asinara (http://www.parcoasinara.org/salvapdf.php?id=300&op=ok) che portano i turisti a spasso per l'isola prevedendo soste lungo il tragitto per osservare gli animali in libertà e per fare il bagno a Cala Stagno Lungo.
Insomma, gli operatori sono gli unici privilegiati anche se non utilizzano mezzi ecologici e le licenze per organizzare questo edificante spettacolo, vengono concesse alle agenzie e agli operatori pubblicizzati dalle pagine dello stesso ente Parco.
Ecco l'elenco degli operatori autorizzati, che hanno l'esclusiva per il Parco Nazionale dell'Asinara http://www.parcoasinara.org/download.php?id=914;
tra essi,
6 operatori di trasporto privato marittimo collettivo,
7 agenzie di Taxi Boat,
7 compagnie che organizzano escursioni percorrendo i sentieri più selvaggi in Fuoristrada 4x4,
4 compagnie che organizzano visite turistiche in bus e in trenino gommato,
a quanto sopra si aggiungono quasi 60 guide definite come "Guide Esclusive del Parco e dell'Area Marina Protetta"
Il tutto per una isola di appena 50 km/q, con un perimetro costiero di 110 km. in buona parte inaccessibile, la cui lunghezza massima è di soli 17,5 km. e la larghezza va da 300 metri a 7,5 km. Un piccolo territorio che potrebbe essere visitato tranquillamente a piedi, in bicicletta e in kayak nel pieno rispetto della natura.
[/size]È auspicabile e giusto tutelare l'Isola dell'Asinare, ma in un Parco naturale protetto non dovrebbero trovare posto i mezzi motorizzati. mentre chi viaggia a propulsione umana e a zero emissioni dovrebbe avere accesso libero, ovviamente, lo ripeto, nel rispetto della natura che lo ospita.[/color]
Ho raccontato dell'Asinara, per parlare concretamente di un caso, ahimè, non certo unico, anzi sembra proprio che la logica di altre aree protette e dei parchi sia spesso simile a questa. Avrei potuto ricordare quanto ho visto la scorsa estate al Parco Nazionale del Golfo di Orosei o qualche anno fa all'Isola di Capraia nel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, sono solo tre dei molti esempi che potrei citare.
Anche per quanto concerne le Falesie di Duino si sente parlare, da parte di alcuni sostenitori della proposta di regolamentare la Riserva (di per se è cosa giusta) di porsi nell'ottica mirante ad una futura possibile valorizzazione turistica.
È sotto gli occhi di tutti cosa nascondano le parole "valorizzazione turistica" e quale è il loro vero significato. Lo vediamo concretamente osservando i luoghi già "turisticamente valorizzati".
In questi ultimi anni i Parchi tirano, sono di moda è la moda va sfruttata, va spinta e mercificata al massimo, va gestita in nome delle emergenti logiche del profitto, che devono sostituirsi alle obsolete logiche di un tempo.
Allego due fotografie dei mezzi più comuni con i quali gli operatori portano i turisti a visitare l'Isola Parco Nazionale dell'Asinara.
trenino - http://www.marenatura.it/escursioni-asinara-stintino.php
pubblicità 4x4 http://www.wildasinarapark.com
Nicola Baldo:
Per l'amico Claudio Castellanno, che evidentemente legge quello che gli pare, io mi sto leggendo tutte i vostri interventi, riporto la mia risposta che compare qualche riga più sopra:
1)"... usano per stabilire le Z.P.S. (Zone a Protezione Speciale) impongono una distanza minima di 200mt come obbligatoria perchè non si metta a rischio la presenza di quella determinata specie in quell'area.." . Come vedi mai parlato di distanza di fuga, e probabilmente i 60 mt sono dovuti al computo con la metratura dell'altezza del sito di nidificazione. Per quanto riguarda la distanza di fuga non stiamo parlando di un individuo, ma di una coppia che deve difendere uova e piccoli.
2)Non si tratta di 4 canoisti ben intenzionati, ma dato che la legge non riconosce il kayak da mare come categoria a sè stante, la deroga dovrebbe essere per tutti i natanti a propulsione umana. Forse varrebbe la pena battersi per tale riconoscimento anzichè per impedire l'istituzione di un'area protetta."
Vi dirò che mi sono anche stancato di ripetermi, a quasi tutte le vostre domande ho già risposto nella decina di interventi , se non le leggete sparate pure le vostre opinioni ma non ripetete il mio nome. Ho solo omesso di dirvi che un dato scientifico non è assoluto cioè non passibile di modifica, ma ciò deve avvenire con un altro dato scientifico non con una democraticissima opinione.
Adesso però rispondetemi voi: 1) State portando avanti una battaglia che potrebbe difatto contribuire a bloccare l'istituzione di un'area protetta.Senza vincoli quest'area può essere assalita dalla speculazione edilizia come è già avvenuto in tutta la costa circostante. Vi sentite di continuare?
2) La vostra petizione viene di fatto presentata, non come gruppo di cittadini,(nulla da ridire) ma come facenti parte del mondo della canoa, anche perchè per la sua pubblicizazzione è stata usata la pagina facebook di Sottocosta e quindi verrà accostata inevitabilmente a tutti noi, non solo a coloro che l'hanno firmata. Vi sembra corretto?
francesca gastaldi:
"2)Non si tratta di 4 canoisti ben intenzionati, ma dato che la legge non riconosce il kayak da mare come categoria a sè stante, la deroga dovrebbe essere per tutti i natanti a propulsione umana. Forse varrebbe la pena battersi per tale riconoscimento anzichè per impedire l'istituzione di un'area protetta.
[/quote]"
E' quello che stiamo facendo!! Se segui i topic sulla navigazione libera ti renderai conto che stiamo cercando di far riconoscere il kayak come imbarcazione di categoria. Anche se questo termine "di categoria" non mi piace assai. Mi sembra comunque che si stia facendo un pò di confusione e che nella foga, ciascuno di difendere la sua posizione, non si legga e capisca bene cosa dice l'altro. Una cosa sulla quale si è tutti d'accordo, mi pare, è che qui nessuno vuole vietare le aree protette. Si vuole solo che i divieti abbiano una coerenza ed una ragionevolezza. Questo è il filo conduttore di questo topic. Perchè non cerchiamo di seguire questo filo?
Francesca Gastaldi
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