Quello che sconcerta è che questa morte è capitata ad un giovane sportivo di 41 anni! Marco era impegnato in una traversata relativamente semplice perchè il Lago di Mergozzo è un lago di estensione piccolo-media. Fa parte di quel famoso tour chiamato "il giro del Monte Orfano" della bassissima Val D'Ossola che Guglielmo Granacci ha tante volte decantato come davvero bello e interessante perchè consente di girare in tondo, quindi con arrivo al punto di partenza, intorno al Monte Orfano, che si erge solitario dagli altri monti, passando per il Lago Maggiore, il Toce, gli affluenti del Lago di Mergozzo, il Lago di Mergozzo e il canale di uscita dello stesso. Per citare un po' di storia, fu la prima uscita, il primo giro in canoa col CCM di Vittorio Visconti con la sua klepper smontabile nel 1955 e da lì nacque l'idillio con il Canoa Club Milano, di cui fu presidente e finanziatore per oltre tre decadi.
Io, nella mia ignoranza di non medico, credo che l'ipotermia abbinata a qualche cardiopatia congenita abbia causato il decesso per infarto di Marco Bacher, canoista dal cognome tipicamente walser originario di Formazza, e questo riporta lo sport della canoa kayak su un livello di rischio molto più comune ad altri sport che non il rischio oggettivo delle difficoltà del fiume che si incontrano della canoa fluviale. Bisogna essere ben messi dal punto di vista fisico e strutturale e non bisogna sottovalutare il rischio oggettivo ambientale, soprattutto quello di trovarsi a mollo in mezzo ad un lago battuto dal vento in inverno, seppur con un salvagente da 100N che in caso di solitudine non serve a molto se non si sa risalire sul kayak! E se si sa fare l'eskimo si ha una garanzia di sopravvivenza direttamente proporzionale alla distanza a cui ci si trova dalla costa! Qui infatti rispondo in modo pacato a kozan: andare in kayak d'inverno è meraviglioso, sia perchè non hai molte alternative sui fiumi che sono più freddi e più secchi e sia perchè le fredde giornate invernali danno delle visioni panoramiche marine e lacustri profondissime, che non si trovano spesso in estate. Ma bisogna essere previdentissimi sulla meteorologia! Marco Ferrario non me ne vorrà se rivelo, a questo punto, che per questo stesso week end avevamo in programma di fare la "due giorni sul Verbano" con pernottamento in tenda su un'isola svizzera, con un gruppo stra-selezionato di kayaker esperti e resistenti alla distanza e alle condizioni meteorologiche avverse. Beh, Marco F. ha scoperto dalle previsioni del tempo che nella giornata di domenica si sarebbe alzato un fortissimo fohn da portare a burrasca lo specchio d'acqua del Verbano, soprattutto nell'alto lago. Egli ha lanciato l'allarme e tutti concordamente abbiamo rinviato la due giorni in data successiva. Ma si parlava di forza 6 con raffiche a forza 9! Ben diverse dal 3 calante al 2 che troveresti per domenica: il vento di domenica prossima si definisce Brezza tesa (3) e Brezza leggera (2). Il forza sei è detto Vento fresco (strano, il 5 lo chiamano Vento teso che sembra più forte di fresco...) e il Forza nove a cui è arrivato a tratti si definisce Burrasca forte! Ergo, io non mi farei proprio problemi e staccherei il kayak da terra per domenica, magari considerando di costeggiare sottovento in funzione della direzione del vento, studiando il percorso a tavolino nel modo migliore.
Caro Marco Bacher, non ti conoscevo nemmeno io, ma mi spiace tantissimo che non pagai più con noi.
PS I kayaker d'acque ferme, marini e lacustri, sono una sorta di comunità/non comunità molto più numerosa e sparsa di quella dei colleghi fluviali. Siamo anche meno corporativistici dei fluviali: tendiamo a pagaiare più in solitaria e a raccoglierci ed a scambiarci le idee con meno importanza e con meno interesse specifico. L'appello di Francesca G. per conoscere con più certezza le cause dell'incidente e l'attrezzatura posseduta da Marco non dovrebbe rimanere vano!