Ho pagaiato abbastanza col mio Kayak da Mare in queste ultime festività. Tra acqua dolce e salata, in compagnia o da solo, ho smaltito una buona parte degli eccessi alimentari natalizi. Ma quando pagaio in acque piane penso di più rispetto a quando solco la corrente dei fiumi. E tra i pensieri che mi frullano in testa uno dei più ricorrenti riguardava il Giubbotto salvagente in mare. Beh, non mi è mai servito a niente! In tante decadi di kayak su acque ferme non mi sono mai dovuto affidare alla spinta di galleggiamento del mio Giubbotto salvagente. Ne indosso uno vecchio degli anni ’80 che mi serviva per canoa fluviale. E perché non mi è mai servito? Semplice, non vado mai a bagno su acque ferme, anche con il mare molto arrabbiato. E se anche mi capottassi, ho l’eskimo al 100% e quindi, per me, per ciò che è stato concepito e nominato, è inutile.
Ma allora perché lo indosso? Senz’altro perché d’ autunno o d’inverno fa fresco o freddo e uno strato in più mi serve per coprirmi meglio. E lo si sento eccome se soffia la tramontana o la bora o altri venti freddi lacustri a pelo d’acqua! Poi perché qualche vecchia tasca sgualcita mi aiuta a tenere un po’ di attrezzatura che non risente dell’acqua, tipo coltellini o Avvisatore acustico o altre attrezzature di primo uso.
D’estate poi non lo indosso mai perché è d’impiccio, e ciò per cui mi è utile d’inverno diventa un problema “climatico” d’estate. Me lo porto sul ponte posteriore, così, perché se la Guardia Costiera si avvicina ed ha qualcosa da dire, potrei anche tirarlo fuori dai cordami elastici e indossarlo, come è successo una volta sul lago Maggiore, in una traversata, dove ci fecero notare che non indossavamo il giubbotto salvagente. Dissi loro che sapevamo fare l’eskimo, glielo facemmo vedere, ci seguirono ancora un po’ e poi se ne andarono annoiati …( ma poi è vero che lo dovevamo indossare? Sul lago? Boh?!). Mi sballa anche l’uniformità dell’abbronzatura che è massima sull’acqua e vale 2 a 1 rispetto alla spiaggia …
E allora? Se è così inutile usarlo e chiamarlo così, perché non ribattezzarlo “Giubbotto Polifunzionale”?
La componente galleggiamento serve ai principianti ed a coloro che hanno poca naturalezza con l’acqua. Oppure serve in caso di raduno perché chi organizza un raduno non sa con chi ha a che fare ed è giusto averne rispetto dotandosi delle massime norme di sicurezza. Mettiamoci pure la galleggiabilità nel Polifunzionale, ma che sia una componente di tante altre. Che abbia una spinta superiore o pari ai 50 Newton (1 N = 0,102 kg, quindi 50 N sono 5,1 kg) mi va anche bene e, pare, sia obbligatorio, anche perché io peso 90 kg. Ma, ribadisco, io non vado a cercare la galleggiabilità fine a se stessa.
Io cerco invece altre caratteristiche da un Polifunzionale, tra le quali, in primis, la possibilità di stivare cose, soprattutto a tenuta stagna! Ormai tutte le chiavi delle auto sono elettroniche e ci si deve portare sempre il portafoglio in kayak. Devo sempre portarmi una sacca stagna anche per uscite di un’ora e mezza, da mettere nei gavoni, che non sono mai stagni. Ci sono cose che devono rimanere completamente asciutte, e non si può che usare una sacca stagna. E queste attrezzature è meglio tenerle sulla propria persona e non sul kayak da mare. Si dovrebbe creare una tasca di media grandezza che contenga, a mo’ di marsupio, una scatola in plastica rigida, stagna con guarnizione, chiudibile e non smarribile. E davanti, non dietro. Dietro ci devono stare cose di uso ancor meno frequente. Il Polifunzionale dovrebbe quindi avere l’allacciabilità con cerniera su un fianco, vicino al braccio, affinché ci sia più spazio per le tasche. Infatti non vanno bene i salvagente marini non apribili che si calzano dall’alto, come una maglia, ma si devono indossare aprendosi davanti, per praticità e per non perdere l’equilibrio e anche perché… ora ve ne spiego il motivo, per l’altro accessorio di cui deve essere dotato il Polifunzionale: il Paddle Float.
Se riesco a galleggiare con un salvagente, non ho capito perché non devo poter usare il Polifunzionale anche come un Paddle Float. Quando devo rientrare in kayak da mare, se sono a bagno, voluto o non voluto, mi tolgo il Polifunzionale e lo uso come un Paddle Float, infilandolo sulla pagaia. Semplice no? E mi raccomando che ci sia l’attacco sia per la pala normale che per quella inuit. Poi se proprio lo voglio, mi rimetto il Polifunzionale addosso. Così, se voglio farmi un bagno in mare aperto, in estate, scendo o mi butto in acqua e risalgo quando voglio, tutto col Polifunzionale in modalità Paddle Float. E così la facciamo in barba anche alle Sit-on-top e ai Surf ski! Ci vuole naturalezza con l’acqua! Pensiamola come una compagna di giochi, soprattutto d’estate.
Un’altra cosa utile nel Polifunzionale è un cappuccio da pioggia efficace, che esca dal retro collo, che rimanga chiuso da cerniera in caso di non utilizzo, come ne son dotate le giacche a vento. Spesso capita che piova quando facciamo escursioni di ore in stagioni piovose. Anche forte e con grandine!
Poi possiamo fare altre tasche più piccole, sempre soprattutto davanti, che portino l’Avvisatore acustico, la Bussola, le scottine lega pagaia al polso, il Gps e la Fotocamera stagna e/o la Go pro (uso la marca per comprendersi meglio, ma ce n’è diverse in commercio). E il Polifunzionale si deve poter chiudere, sempre con cerniera, in modo che sia stivabile facilmente sul ponte posteriore, sotto i cordami elastici, in modo che non penzolino cinghie e cinghiette o brandelli dello stesso in acqua, ché rallentano l’andatura. E che sia richiudibile con la stessa cerniera dell’uso a Paddle Float.
Ci può star tutto sul Polifunzionale ed è utile che queste cose di possibile frequente uso, sicuramente superiore al solo uso salvagente, stiano sul kayaker e siano a portata di mano.
Ecco, questo è quanto si rimugina nelle escursioni in KdM: tutto per uno e uno per tutto, e, produttori di giubbotti, datemi più motivi per indossarlo, anche a me e a quelli come me che sono bravi!
Parlatene, se vi sembra corretto, anche agli anglosassoni, chiamandolo "Multipurpose Jacket", affinché anche loro, che sono cento volte noi e spesso innovatori, ne prendano coscienza!