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Fiume TREBBIA; progetto di Centralina a San Salvatore
maurizio bernasconi:
Quando l'Enel progettava grossi impianti idroelettrici poi non realizzati in Valsesia, io stesso mi ero trovato a proporre di ripristinare piuttosto alcune piccole centrali dismesse e eventualmente realizzare piccoli impianti superintelligenti a bassissimo impatto. Sbagliavo. Infatti quello che avviene ora è più simile a un assalto alla diligenza, sono state costruite o sono in fase autorizzativa centinaia di centraline su ogni più piccolo corso d'acqua disponibile. Pertanto la resistenza contro ognuna di queste opere non può oggi che essere pregiudiziale e fermissima. Visto che alcune persone meritevoli stanno portando avanti questa resistenza a S.Salvatore, il tuo intervento possibilista, proveniendo dalla parte dei canoisti, indebolisce e rende più difficile la loro posizione. Tu sei il Coduri compagno di C2 di Enrico Calvi? Se è così sei un vero canoista e quello che hai ricevuto dal fiume è un 'esperienza invidiabile e quasi unica! Ricrediti.
Se fossimo nel 1930 potremmo valutare se accettare un ulteriore sviluppo dell'idroelettrico quando il progetto dimostrasse una ragionevole dignità industriale in rapporto ai danni. Oggi siamo andati troppo avanti. Solo in Valmastallone, dove abitano poche centinaia di persone divise in 5 o 6 municipi, ogni sindaco cerca di ripianare il bilancio comunale indebitato (in genere, mi scuso per l'imprecisione) per cifre di poche decine di migliaia di euro, svendendo l'energia del Mastallone e dei piccoli affluenti con uno o più impianti per comune e rovinando il territorio. Basterebbe sbarazzarsi di questi enti inutili, del tutto incapaci di erogare il minimo servizio, per aggiustare il debito. I piccoli comuni sono loro stessi il debito!
Accenno al problema della desertificazione, per dare un po' di prospettiva al discorso. Nella pianura padana si è perso metà dello spessore fertile dei terreni. Dove avevamo un metro di terra arabile e riccca, oggi abbiamo 50 cm. di terreno povero, intossicato e arido. Tuttavia si continua a produrre mais per uso zootecnico arrecando solo danni non esclusi quelli alla salute di chi si nutre. Ti pare che questa sia complessità? La complessità è unidea demenziale. Non c'è niente di complesso al mondo. Le cose sono semplici fino alla stupidità. Se poi mi dai del talebano o del manicheo accetto l'insulto di buon grado.
Oggi non è tempo di sottigliezze. Ti sei messo dalla parte sbagliata. Per rispondere a quell'altra tua domanda, puoi entrare in chiesa e osservare una raffigurazione dove una tipa vestita di bianco e azzurro, che rappresenta l'energia liquida, umida, lunare e fredda tiene a bada sotto il suo tallone qualcosa. Ma non è detto che tu non possa cambiare idea, sarei felice se tu rivedessi il tuo punto vista, niente ti impedisce di farlo.
Giuseppe Coduri:
Bernasconi, novello Savonarola, mi paragoni al demonio e mi chiedi di abiurare la mia eresia relativista. Ebbene, la tua Santa Inquisizione non avrà il mio autodafé, a meno che il lepido Alberti passi dalle parole ai fatti; per evitare il rogo sarei pronto, come Galileo, a dire anche che il sole gira intorno alla Terra.
Sei in buona compagnia nel rifiutare la complessità: le ideologie totalitarie, i fanatismi e il populismo si nutrono si semplificazioni e hanno bisogno di identificare un nemico da condannare. Tu sei un talebano, ma con una certa dose di ironia, quindi potremmo anche (un giorno) andare d’accordo.
Venendo al caso specifico, se mi si dimostra dove sono sbagliati i miei ragionamenti e/o se mi si porta qualche elemento ostativo al progetto, che io non ho considerato, sono disposto a cambiare idea.
Fino a che ciò non accade, continuo a ritenere preferibile la situazione prevista dal progetto piuttosto che lasciare a secco 300 metri di fiume e costringere chi scende il trebbia a passare dal tunnel (io una volta l’ho disceso con livello alto e per fortuna era rimasto uno spiraglio alla fine, altrimenti sarei stato sifonato) fino a quando qualcuno si farà male e magari ci vieteranno pure di andare in canoa nelle gole.
Poi ti risponderò sul Mastallone.
Ciao a tutti.
Marco Alberti:
Comunque, lepidezza serve ad alleggerire, non a calcare la mano : dare del talebano è veramente un insulto. Se lo dicessi a me, prima ti taglierei il naso, poi ti farei lapidare ! ;D ... Ti chiederei di alleggerire a tua volta : il ragionamento ne gioverà senz'altro. :-*
A me uno scivolo a S. Salvatore piacerebbe, non ho più l'età per la galleria... Ma tremo al pensiero di quello che potrebbe succedere, qui da noi, se si imboccasse questa strada. Abbiamo già massacrato e asciugato abbastanza le nostre povere valli ... Chiedere al Sarca.
E come Maurizio non ritengo questo apporto energetico ne' necessario, ne' tanto meno indispensabile. Altrimenti, per dirne una, comincerei invece a incentivare ma sul serio, il fotovoltaico su tutti i tetti dello Stato, ma non per incrementare la produzione elettrica, ma per diminuire la dipendenza dai combustibili. Pensa che spinta per la ricerca ...
maurizio bernasconi:
No, no. Non mi dispiace essere talebano e neanche Savonarola (c'era lui al rogo, e se la rideva credo). E anche il fatto che sono prevedibile e scontato e verissima, infatti ripeto sempre la stessa cosa. E, giusto per leggerezza, dico che anche a me è capitato di uscire dal tunnel di S.Salvatore senza luce e le onde che battevano sul soffitto. Ho capito allora che ciò dipende dal fatto che l'ingresso, essendo tagliato a fetta di salame, è più ampio dell'uscita.
Quanto a Savonarola, per chi non lo conosce, allego 5 righe da Wikipedia. Teniamo presente che verrà descritto così privo di ironia dai suoi detrattori. Ma uno che per ucciderlo devi impiccarlo e anche bruciarlo sul rogo era tosto e non poteva essere così bischero da non averne nemmeno un po' (di ironia).
Appartenente all'ordine dei frati domenicani, profetizzò sciagure per Firenze e per l'Italia propugnando un modello teocratico per la Repubblica fiorentina instauratasi dopo la cacc-ata dei Medici.
Nel 1497 fu scomunicato da papa Alessandro VI, l'anno dopo fu impiccato e bruciato sul rogo come «eretico, scismatico e per aver predicato cose nuove», e le sue opere furono inserite nel 1559 nell'Indice dei libri proibiti. Gli scritti del Savonarola sono stati riabilitati dalla Chiesa nei secoli seguenti fino ad essere presi in considerazione in importanti trattati di teologia. Ora è servo di Dio [secondo me, servo di nessuno!|]. La causa della sua beatificazione è stata avviata il 30 maggio 1997 dall'arcidiocesi di Firenze.
Giuseppe Coduri:
Ciao a tutti sono contento (e me lo aspettavo) che Maurizio non sia offeso per ciò che avevo scritto. Ho evitato l’epiteto “manicheo” (da lui evocato) perché mi pareva un termine associato ad una certa ipocrisia e ottusità, quello sì offensivo, mentre a Savonarola e ai talebani riconosco un fervore ideologico folle, ma genuino.
Raccogliendo i vari commenti, emerge il solito vizio di parlare d’altro.
Dobbiamo dire no al progetto perché hanno prosciugato il Sarca. Ma cosa c’entra? È come quando ti dicono di non sprecare il cibo perché in Africa muoiono di fame. Certo, non si deve sprecare il cibo, ma per altri motivi; se ci ingozzassimo con i nostri avanzi non faremmo certamente stare meglio chi soffre la carestia. Dicendo no a interventi che hanno impatti nulli o (secondo me) positivi non ridaremo acqua alle vallate deturpate dall’idroelettrico, per le quali si deve (e si può) cercare di lottare per rilasci programmati e deflussi minimi compatibili con l’ambiente.
Senza contare che questo progetto idroelettrico NON prosciuga il fiume, anzi, il tratto di fiume OGGI prosciugato da un intervento umano poi abortito, avrebbe nuovamente acqua e si eviterebbe il passaggio delle canoe nel tunnel, oggettivamente rischioso, soprattutto considerando che le gole del Trebbia sono un tratto percorso spesso da principianti e, in estate anche da bagnanti coi materassini.
Parlare di ben altro è anche citare il solito fotovoltaico come alternativa e panacea. L’energia annua producibile secondo il progetto corrisponde (in teoria) a quella che produrrebbe un campo fotovoltaico da oltre 40.000 m2 (quattro ettari, poi parliamo di consumo del territorio). Va poi detto che il fotovoltaico produce solo di giorno e quasi solo in estate, mentre l’idroelettrico in Appennino produce giorno e notte, principalmente tra l’autunno e la primavera. I kWh non solo si contano, ma si “pesano”.
In generale, poi, le fonti rinnovabili non vanno confrontate con altre rinnovabili, ma con il termoelettrico. La produzione attesa a San Salvatore consentirebbe di risparmiare 1.250 TEP (tonnellate di petrolio equivalente) all’anno, che corrispondono, grosso modo, alla benzina che io consumerei in 1.250 anni percorrendo 15.000 km/anno in automobile.
E poi pensiamoci: un laghetto di acqua ferma con uno scivolo potrebbe servire per organizzare corsi di canoa, boater cross, gare di discesa sprint. Allo scarico delle turbine si potrebbero piazzare delle porte da slalom o realizzare uno spot per il rodeo, insomma potrebbe essere un elemento di rilancio per le attività canoistiche in valle.
Ora copritemi pure di insulti, parlate d’altro, fate come volete. Basta solo che non insinuiate che io abbia qualche interesse personale nel progetto, perché non è, ovviamente, vero.
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