La questione è composita e complessa ma forse non complicata, provo a dire la mia … se avete solo dieci secondi per leggere, lasciate pur perdere ;-)
Capisco e per certi versi condivido il parere di Gange, soprattutto per il fatto di dover nuotare senza salvagente, una volta usciti dal rullo/buco, in acque di un certo grado di difficoltà ... già un fiume di III continuo mette a dura prova uno a bagno senza salvagente.
Tuttavia, se fossi in un buco/rullo dal quale non riesco a uscire, non mi arrivassero aiuti, avessi già bevuto mezzo fiume e il terrore salisse verso l’incontrollabile, beh, avendo un po’ di lucidità mentale le proverei tutte, compreso il togliermi il salvagente: di nuotare senza salvagente mi preoccuperei dopo, magari a valle il fiume perde profondità e si spiana, magari c’è qualcuno che mi aiuta ma non riesce ad arrivare fino al rullo dove sono … insomma, prevarrebbe il bisogno del momento, cioè tirarmi fuori dal rullo, sul resto
Condivido anche l'idea di altergg di distinguere tra configurazione naturale e artificiale di un rullo/buco, con probabilità alta un buco naturale prima o poi ti sputa fuori proprio per la difformità delle correnti in ingresso/uscita, dai due lati, superficiali/profonde.
Il discorso può cambiare se il buco, pur naturale, è di dimensioni importanti e collocato in posizione che favorisce la creazione di correnti di ricircolo abbastanza regolari.
In ogni caso, dovrebbe valere il principio “se non galleggi e riesci a prendere le correnti di fondo che defluiscono dal buco/rullo, allora riesci a uscire” è una questione banalmente fisica, semmai il problema è raggiungere tali correnti con una forza di galleggiamento inferiore alla forza impressa dalle correnti stesse su ciò che galleggia
Al proposito, vi giro due esempi di vita vissuta
1992 – Rapida della Balmuccia con buon livello, scendiamo in raft per allenarci, per un errore di conduzione finiamo troppo a sx (a 2/3 della rapida), il gommone si impenna contro la roccia e ricade ribaltandosi, restando bloccato in mezzo al fiume con la punta a monte, io che pagaiavo davanti a sx riemergo sotto il gommone capovolto, c’è aria tra il fondo del gommone e l’acqua e quindi riesco a respirare, prendo fiato, passa qualche secondo ma il gommone non si muove, aspetto ancora un attimo, niente, allora provo a immergermi affondando i piedi, tocco il fondo ma non esco, ritorno su, prendo aria e riprovo, ancora niente, allora provo ad affondare immergendo prima la testa e finalmente esco … per completezza d’informazione:
- non mi ero tolto il salvagente, sapevo di doverlo fare come ultimo tentativo, non so se ci sarei riuscito
- il Sesia ha lasciato libero il gommone dopo qualche minuto, se mi fossi incastrato sotto senza poter respirare i danni sarebbero stati ben peggiori
L’altroieri - Sul Trebbia, uno dei nostri corsisti è andato a bagno in rapida ed è finito in un mulinello controroccia proprio a fine rapida (dx orografica, prima della Galleria), in posizione tra l’altro non facile da raggiungere con sicure, la corda è stata del tutto inefficace, gliene sono arrivate sulla testa ma era troppo stordito/inesperto per pensare anche solo ad una corda che ti arriva, pur sapendolo … ha cominciato a girare nel gorgo e con lui la canoa, alla quale di tanto in tanto riusciva ad aggrapparsi, in quei momenti i secondi sono eterni, a occhio sarà stato dentro per circa un minuto … … quando sono arrivato sul posto, gli ho urlato “molla la canoa”, mi ha ascoltato ed è stato preso dalle correnti che scendono verso il fondo e sputato fuori dal mulinello … sempre per completezza d’informazione, il mulinello sarebbe stato facilmente raggiungibile in canoa, cosa che i miei compagni stavano apprestandosi a fare quando sono arrivato io, quindi non era una situazione particolarmente rischiosa per il corsista, che comunque s’è preso un bel battesimo
Nel caso “mulinello contro corsista”:
- qualcosa che galleggiava (la canoa + il salvagente) gli impediva di uscire, come se n’è liberato (della canoa) il galleggiamento è stato vinto dalla forza delle correnti di fondo
- certamente una canoa (se inaffondabile) galleggia molto più di una persona con salvagente, ma il principio vale, se non galleggi abbastanza e prendi le correnti di fondo vieni fuori.
Continuando con la teoria:
- il corsista sapeva cosa avrebbe dovuto fare, ma non ha saputo farlo, io sul Sesia sono riuscito a farlo, e questo può fare la differenza
- occorre anche mettere le persone in condizioni di poter fare ciò che si dovrebbe fare, ad es. ci sono giubbotti salvagente estremamente difficili da sfilare in caso di necessità
- questo potrebbe comunque non bastare, sono riuscito a uscire dal gommone anche perché ho avuto la sorte dalla mia.
Allora, in senso generale dovremmo migliorare le nostre prestazioni di gestione dell’emergenza in fiume, al proposito è fondamentale distinguere tra prevenzione e protezione (deformazione professionale) e lavorare su entrambe, consci del fatto che potrebbe non bastare ma che aumenta molto le probabilità di successo.
Dal lato prevenzione, discendo un fiume se/quando:
- sono all’altezza sia per capacità/esperienza canoistiche che per forma fisica/mentale
- lo conosco o sono con qualcuno (che conosco e di cui mi fido) che lo conosce, in modo da minimizzare gli imprevisti
Questa cosa non basta, perché potrebbe benissimo succedermi, pur essendo all’altezza, in forma fisica/mentale adeguata e a conoscenza del fiume, di finire in un buco dal quale volevo stare lontano: qui la prevenzione è finita, visto che sono nel buco e quindi l’emergenza (grande o piccola che sia) è in atto, devo allora agire dal lato protezione, cioè tirarmi fuori dal buco minimizzando i danni.
E’ chiaro che qui il discorso si allarga, perché ad es. fa parte dell’esperienza/capacità di un gruppo di canoisti sapere che quel buco tiene e quindi prepararsi a gestire l’emergenza (bow rescue, corda, sicura, …).
E’ altrettanto chiaro, e vengo al punto, che NON siamo abituati a esercitarci in questo senso, ossia a simulare situazioni di emergenza per saperle poi gestirle nel caso reale, quando accadranno senza simulazione.
Allora, forse, prima di schierarsi a favore/contro il togliersi il salvagente, esercitiamoci a farlo in condizioni di sicurezza (io personalmente non l’ho mai fatto, e sarei curioso di vedere cosa salta fuori …) in modo da avere un’arma in più, l’addestramento ci abitua a riconoscere le alternative e scegliere quella migliore (meno peggiore?).
Comunque sia, grazie a chi ha portato il proprio parere/esperienza, che aiuta sempre moltissimo
Cortez
Forse la verità stà nel mezzo.