Per vostra conoscenza, la mia lettera e la risposta di Legambiente:
Oggetto: Vivere i fiumi e leggi ambientali
Spett.le Legambiente,
Consentitemi di manifestare il mio stupore. Per anni socio WWF, amante della natura e dell'ambiente, ho sempre pensato che chi ama la natura dovrebbe incoraggiare le attività che permettono alle persone di entrarvi in contatto. Più persone vivono la natura, più persone impareranno a rispettarla. E pertanto, oltre a praticare personalmente camminate nei parchi, mountain bike e canoa fluviale, insegno gratuitamente e accompagno canoisti principianti sui fiumi, perché imparino ad amare l'ambiente fluviale, e questo amore li spinga a rendersi parte attiva nel salvaguardarli.
Non è un caso che i canoisti siano sempre in prima linea quando c'è da battersi contro dighe e sbarramenti (anche su tratti non percorribili in canoa), e che siano i primi a sporgere denuncia quando, durante le loro discese, scoprono scarichi abusivi che inquinano i fiumi.
Il club a cui appartengo, il Canoa Club Novara, si è reso parte attiva nel collaborare con il C.I.R.F. al progetto di riqualificazione fluviale del torrente Agogna, e non siamo certo l'unico canoa club che si batte su queste tematiche.
Ora leggo l'articolo che riporto in calce, relativo alla legge sulla pesca. Per salvaguardare i fiumi dalla pesca indiscriminata si è deciso di proibirne l'accesso ai canoisti?
Non avete pensato che i canoisti non sono nemici da combattere, ma collaboratori che operano per la salvaguardia dell'ambiente che amano di più?
Quale tipo di danno all'ambiente può procurare una canoa che galleggia sull'acqua, con propulsione a remi? Nessun rumore. Niente fumi. Nessuno scarico nell'acqua. Nessun prelievo di fauna o flora.
Mi sono sentito dire che "i canoisti camminano sul fondo del fiume". Avete mai visto un canoista in un fiume? Di solito si muove pagaiando nell'acqua, non camminando sul fondo.
Tuttalpiù un piede in acqua potrebbe mettercelo all'imbarco, o allo sbarco, se è un canoista poco esperto. Ma a questo si può ovviare facilmente identificando i punti di imbarco/sbarco, e vietando l'utilizzo di sbarchi intermedi.
Sinceramente, scoraggiando la fruizione del fiume, otterrete il risultato di aumentare, tra la gente, l'ignoranza sul valore che questi ambienti hanno. Andate a vedere come è conciato il Bussento, nel parco del Cilento. Non sono stati i canoisti a riempirlo di spazzatura così, ma la gente ignorante che non sa che il fiume non è una discarica, ma un bene da tutelare.
La gente che viene in canoa con noi questo lo impara. Sulle Alpi, per fortuna, potremo continuare ad insegnarlo. In Umbria, ahimè, non potranno più.
Peccato. Avrete fiumi senza canoisti, ma i pesci continueranno a morire per quello che la gente diseducata continua a buttarci dentro.
Cordiali saluti,
Ing. Stefano Caprile
Novara
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Risposta di Legambiente Umbria:
Sig. Stefano
la rigraziamo per averci contattato e per il suo prezioso contributo.
Premettiamo subito che credo abbia interpretato male il ns. articolo sulla
nuova normativa sulla pesca e ambienti acquatici; molta strumentalizzazione si
sta facendo un pò ovunque pur non conoscendo la realtà dei fatti; così come
intendiamo precisare che Legambiente Umbria non è contro i sport fluviali, in
particolar modo la canoa river (io stesso sono un appassionato di nautica
fluvio-lacustre).
Non bisogna confondere una corretta fruizione basata sulla contemplazione e
conoscenza, come mi dice che Lei esercita e anch'io esercitato, con quello che
ormai da diversi anni si stava praticando sulle acque pregiate della Valnerina
( fiumi Corno e Nera), ovvero non attività commisurate alle capacità di carico
ambientali attraverso l'uso di mezzi a basso impatto come la canoa e praticate
in via del tutto amatoriale, ma attività commerciali di solo rafting intensive
in tratti di fiume con profondità media non superiore a cm 30 e alvei con
sezione non superiore a 5-6 mt. Nei periodi estivi quasi tutti i giorni le
discese di più gommoni con a bordo sino a sei persone con relative pagaie si
susseguivano ininterrottamente dalle ore 9.00 sino alle ore 18.00; ma a questo
doveva aggiungersi lo stress cui erano sottoposti gli habitat fluviali causati
da una serie di attività collaterali ( vari giochi in acqua, "ricerca
dell'oro", trekking river percorrendo in 15 20 persone gli alvei fluviali,
bagni di gruppo e tutto quello che poteva arricchire l'offerta) molto
impattanti per gli ecosistemi fluviali della Valnerina.
In sostanza km e km di torrente trasformati in dei veri e propri acqua park
sullo stile Mirabilandia o simili.
Quindi, come può ben capire quello che stava accadendo in Valnerina è cosa
completamente diversa dallo scoprire le virtù nascoste di un ambiente
incontaminato utilizzando un mezzo innocuo come la canoa se usata con
modestia; non a caso la nuova normativa in Umbria limita fortemente il rafting
individuando fiumi e tratti più congeniali, ma non la canoa che in forma
amatoriale può essere pratica nella maggior parte dei corsi d'acqua,
chiaramente fatta eccezione di quei tratti che per ragioni di salvaguardia
sono interdette a tutte le attività o se alcune, come la pesca, non lo sono
perchè severamente regolamentate, come nelle ZRS del fiume Nera dove non
possono pescare al giorno più di 25 persone suddivisi per settore in 11 km di
fiume.
Anche la pesca subirà ulteriori restrizioni nelle zone sottoposte a protezione
speciale come nel caso dei SIC appartenenti alla Rete di Natura 2000 della
CEE, e in misura proporzionale anche nelle restanti acque regionali.
Comunque, Legambiente in tutta questa storia sembra essere scambiata per il
soggetto a cui far rifermento e unico responsabile di provvedimenti di
divieto, ma non è così; noi siamo un'associazione di volontariato che si
occupa della salvaguardia dell'ambiente e politica sociale e cerchiamo di
proporci a chi governa il territorio, ma anche a chi lo vive, suggerendo
criteri di fattibilità sostenibile e compatibile con le risorse naturali.
Le scelte individuate dalla regione Umbria sono frutto di un ampia
partecipazione e studio del problema in tutti i vari aspetti tenuto dagli
esperti tecnico-scientifici che monitorano questi ambienti costantemente.
(università, province e regione).
Spero di averla rassicurata e chiarito la situazione reale.
In Umbria in canoa si potrà sempre andare, così come sarà possibile esercitare
rafting nei modi, luoghi e tempi stabiliti dalla normativa, che, ripeto, come
obiettivo non si pone il prioritario principio del divieto assoluto, ma al
contrario di stabilire le modalità più congeniali per un uso corretto e
sostenibile delle risorse naturali, principio questo sancito nelle attuali
normative comunitarie vigenti.
E' per questo che abbiamo ritenuto importante diffondere la notizia di questa
nuova legge in Umbria, una volta tanto è stata fatta una legge con principi
veri di salvaguardia; ora si tratta solo di saperla applicare.
Ringraziandola ancora per averci contattato, nella speranza di conoscerla nei
fiumi Umbri, la saluto cordialmente.
Legambiente Umbria
res. sett. acque
Marco Pippi