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Francesco Iacobelli

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saperne di più della canoa italiana [Storia]
* il: Novembre 18, 2009, 05:23:13 pm *
* Ultima modifica: Dicembre 08, 2009, 06:38:37 pm da Flavio di CKI *
Mi piacerebbe sapere un pò di più della storia della canoa italiana ma non so a chi rivolgermi. Dalle mie parti si narra dei "Gladiators" di Roma ma non so neanche se si chiamavano così di precisione e chi fossero. Sarebbe bello poter raccogliere tutti i personaggi che hanno dato un contributo al mondo della canoa italiana in un libro o almeno in dei racconti personali.
Grazie

oneworldoneriver
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marter

Re: saperne di più della canoa italiana
* Risposta #1 il: Novembre 24, 2009, 01:31:56 pm *
* Ultima modifica: Novembre 24, 2009, 01:38:00 pm da Marco Terenzio *
Mi piacerebbe sapere un pò di più della storia della canoa italiana ma non so a chi rivolgermi. Dalle mie parti si narra dei "Gladiators" di Roma ma non so neanche se si chiamavano così di precisione e chi fossero. Sarebbe bello poter raccogliere tutti i personaggi che hanno dato un contributo al mondo della canoa italiana in un libro o almeno in dei racconti personali.
Grazie

oneworldoneriver
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Un libro del genere esiste, per quanto riguarda la canoa agonistica italiana dalle origine al 1999 anno di edizione di "scie da leggenda" di Marchesi Bruno, Martellini Augusto, Morabito Franco, editore GS.
Saluti.
Marco

Vittorio Pongolini

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Re: saperne di più della canoa italiana
* Risposta #2 il: Dicembre 07, 2009, 05:51:33 pm *
Ciao Francesco.

Se invece vuoi saperne di più riguardo alla storia della canoa italiana esplorativa, e chiedendo riguardo ai Gladiators mi sembra che questo sia il tuo target, devi consultare le vecchie riviste "Fiumi" del Canoa Club Milano. Qui si parla dalle origini della canoa (inizi anni '60, con citazioni, sui primi numeri dei  "sixtyies", anche riguardo agli anni '50 e fino al dopoguerra) fino a tutti gli anni '80. Poi, da quella data, ci sono state altre riviste quali "la Canoa", " Canoa & Rafting" e altre molto più recenti.

Se invece ti interessa la storia cosiddetta "contemporanea" della canoa, ovvero quella degli '80, in cui si cominciarono ad usare canoe in polietilene, allora puoi sicuramente andare dai "Gladiators" di Roma e penso che non avranno problemi, i gemelli Dall'Oglio, nonchè Stefano Carbonara (è parecchio che non lo sento, e vedo, però) e altri di cui mi sfuggono i nomi, a raccontarti delle loro imprese.
Quindi devi vedere fin dove vuoi spingerti indietro.

Le origini del canoismo esplorativo italiano risalgono comunque alla fine degli anni '40 e moltissima parte la si deve a Guglielmo Granacci, ferroviere, che già dalla fine di quegli anni scendeva fiumi con mitiche canoe R1 Klepper smontabili, che potevano essere caricate sui treni in sacconi, nonchè dell'ex presidente Vittorio Visconti che anch'egli ha "prodotto" moltissimo riguardo la canoa italiana, fin dagli anni '50.
C'è anche il libro di G. Granacci "Guida ai fiumi d'Italia" e la "Nuova guida ai fiumi Italiani", riedizione aggiornata (agli anni '90), che anch'esse ti permetteranno di risalire agli inizi della storia della canoa italiana esplorativa.

Dal sito del CCM ti riporto:"L' A. S. Canoa Club Milano nasce nel 1955, su iniziativa di A. Pagani, presidente dal '55 al '60, e di G. Granacci, segretario per innumerevoli anni, come un club di canoa dalla vocazione prettamente turistica ed esplorativa, ed è tra le primissime associazioni canoistiche fluviali italiane. Con ogni probabilità, è la terza più vecchia d'Italia, preceduta solo dalla società di Merano, che deve la sua nascita alla vicinanza con il territorio austriaco, e dall' ormai dissolto  G.M.C. (Gruppo Milanese della Canoa), essendo stato inglobato nell'Idroscalo Club.
E' però la prima  in assoluto che nasce come società turistico - fluviale,  considerando, comunque, già da allora, nei suoi orizzonti esplorativi, anche le acque ferme, dolci o salate che siano".

Se vuoi leggerla direttamente vai sul sito all'indirizzo:   
http://www.canoaclubmilano.it/index.php/pages/lastoria .

E' solo un breve riassunto di trenta-quarant'anni di canoa, ma sono abbastanza chiare le tappe iniziali che hanno portato al presente del canoismo italiano.

Un saluto.

V.P.

Vittorio Pongolini - Canoa Club Milano

"You don't beat it. You never beat the river, chubby".  Burt Reynolds (Lewis Medlock), Deliverance, 1972.

maurizio bernasconi

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Re: saperne di più della canoa italiana
* Risposta #3 il: Dicembre 07, 2009, 11:46:37 pm *
Assemblando le più interessanti fotografie e i documenti dell’archivio del Canoa Club di Monaco (e non solo), è stato realizzato nel 1989 un insuperabile e sorprendente libro sulla storia della canoa. E’ un volume di quasi duecento pagine con immagini di qualità eccezionale che stupisce poiché documenta quanto fosse intensa ed evoluta l’attività canoistica su fiumi europei fino al terzo quarto grado già negli anni tra il 1925 e il 1940 e poi via via fino al 1955. “Der Hadernkahn” Geschichte des Faltbootes di Ursula e Christian Altenhofer è pubblicato da Pollner Verlag, un importante editore specializzato in letteratura canoistica. (Pollner Verlag  Rotdornstrasse 7 D- 85764 Oberschleissheim 3 Auflage). Il libro riporta in perfetto ordine le principali discese in prima con il nome del protagonista e le foto: (ne cito solo alcune tanto per dare l’idea) 1929 Fiume Ammer Ger., 1937 Loisach, 1914 Drau Aut., 1926 Inn, 1929 Salzach, 1931 Isar, 1934 Lieser, 1935 Rosanna, 1940 Rosanna e Trisanna, 1954 Gail, 1931 Reno Anteriore Ch, 1933 Alto Inn da Maloya in giù, In Italia: 1932 Noce, 1933 Piave e Brenta, 1938 Adda da Tirano, Toce, Dora Baltea, 1951 Sarca, Passirio e poi nei Balcani: 1926 Drina (nel 1932 discesa anche in Albania), 1932 Tara; il Canion del Verdon è del 1932, 1929 Duero e 1951 Tago in Spagna. Fra il 1955 e il 1958 esplorazione dei fiumi scandinavi. Le canoe erano smontabili in tela e legno. I canoisti indossavano un semplice costume da bagno e di rado si vede qualcosa che somigli a un salvagente. Alcune sequenze fotografiche documentano rapide di quinto grado con tanto di eschimi ben eseguiti. Si vedono paesaggi con estesi campi di tende canadesi e centinaia di canoe. I personaggi sono eleganti e allegri. Le signore abbandonano ben presto ombrellino e gonna vaporosa e le si vede partecipare a gare di slalom e discesa su fiumi di terzo. Ai nostri occhi di pronipoti cascati male, i fiumi sembrano tutti eccezionalmente pieni e potenti. L’opera è sponsorizzata tra gli altri dalla ditta Klepper, la più importante e longeva (esiste tuttora) azienda produttrice di canoe smontabili. Si ricordi che lo stesso Anton Prijon all’inizio era un semplice operaio di questa ditta. Si produceva una gamma completa di canoe fino a otto posti. L’ultima sezione del libro è dedicata ai progetti di queste canoe e ai personaggi storici del tempo. In questo contesto si può capire la storia dei canoisti italiani i quali non sono venuti fuori da nulla.     

maurizio bernasconi

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Re: saperne di più della canoa italiana
* Risposta #4 il: Dicembre 07, 2009, 11:56:29 pm *
I primi centri importanti del canoismo fluviale italiano all’inizio erano Merano, Milano, Ivrea e poi Verona. Il rappresentante del Gruppo Milanese alle Olimpiadi di Berlino nel 1936 aveva fatto una discreta figura. Almeno dal 1940 esiste un calendario di gare con Campionati Italiani su fiume e acqua piatta. Merano è legata all’iniziativa dell’Ing.Bruner (da Steyr Aut.) e dei Fratelli Gerstgrasser e culmina con l’organizzazione dei Campionati del Mondo nel 1953 (e ancora nel 1971), ma questa storia bisogna che la racconti qualcuno che la sa meglio di me. La storia di Ivrea è raccolta nel recente libro di Roberto D’Angelo: “Una storia Eporediese”. Di Milano si conosce abbastanza bene l’evoluzione del Canoa Club Milano attraverso la rivista FIUMI e altro, ma ancora non sono stati ricordati alcuni personaggi rimarchevoli, soci anche del CCM, tra l’altro credo ancora in attività: Mario e Carlo Grigioni e Andrea Alessandrini. Quando ho cominciato a frequentare i campi di gara (1972), vedevo arrivare il pulmino dello Sport Club Merano con una vistosa scritta pubblicitaria Jagermeister e credevo che i meranesi fossero dei maghi e possedessero le tecniche dei canoisti austriaci, ho scoperto solo quest’anno che la storia è diversa. Mi ha spiegato Mayr infatti che lui e gli altri giovani dello Sport Club non erano riusciti a farsi insegnare niente da Willy Gerstgrasser il quale aveva promesso e poi aveva sempre trovato il modo di  mancare gli appuntamenti. Dunque venivano al sud su Enza, Brembo, Sesia, Trebbia, Orco eccetera e guardavano invece a noi per imparare qualcosa. Equivoco curioso alimentato dal fatto che non si comunicava. Loro parlavano tedesco e noi non osavamo avvicinarci troppo. Il buon Mayr, che adesso è diventato veramente socievole e quasi logorroico con un italiano scorrevolissimo, a quel tempo stava zitto. Sia D’Angelo, sia i Grigioni e Alessandrini invece avevano avuto esperienze in gare internazionali con i Gerstgarasser, con Prijon e con altri campioni (ai mondiali di Bourg St. Maurice ecc.). Inoltre, Alessandrini nel Gruppo Milanese aveva avuto la possibilità di conoscere le tecniche perfette di pagaiata degli olimpici che arrivavano dai danesi (Jansen e altri) attraverso soprattutto Alberto Speroni che aveva partecipato come riserva del K2 Beltrami/Zilioli alle Olimpiadi di Tokio. Chi frequenta oggi il suo negozio di canoe a Milano, Tuttocanoa, magari non sa che anche lui è un capostipite importante e ha partecipato a gare sul Ticino, sul Lys, sull’Enza e su altri fiumi. In verità, in tutto il Canoa Club Milano, senza nulla togliere a Granacci, a Vittorio Visconti (personaggio signorile e geniale che ho sempre venerato, faceva praticamente da solo la rivista FIUMI) e agli altri numerosi elementi, nessuno poteva confrontarsi con lo stile e con la tecnica dei Grigioni e di Alessandrini. Mi sono appassionato alla canoa grazie alla possibilità che ho avuto di vedere il loro modo di scendere i fiumi. Neppure Alberto Biagi, grande fotografo, neppure Roberto Bruno detto Brunotti, che oggi produce Barbaresco e Dolcetto, neppure Luigi Paracchini, notevolissimo teorico e pratico della vita intelligente all’aria aperta e grande kayakista dal quarto grado in su, potevano imitarli, almeno non sempre. Luigi avrebbe avuto lo stile, ma passava più tempo a costruire tende e sacchi a pelo ultraleggeri piuttosto che allenarsi. Toccare i sassi per loro era inconcepibile. Sapevano bene quanto tempo ci vuole per costruire una canoa. Occorreva avere un’idea precisa e poi si disegnava nella rapida. Era un lavoro di immaginazione e di forme, era pittura sulle onde. Era una variante seria del volo sulla materia liquida. I Grigioni, insieme a Biagi, alla moglie Tatiana e ad altri del loro gruppo, riuscirono negli anni sessanta e settanta a soffiare ai tedeschi la prima discesa sui più bei fiumi della Grecia, della Jugoslavia e ovviamente della nostra penisola. Forse i figli d’arte Lodovico Biagi, Francesco Paracchini, i quali sono stati messi sul fiume col biberon, o qualcun altro volonteroso, avranno la pazienza di raccontare qualche episodio; ‘sta volta mi sono un po’ dilungato.

maqroll

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Re: saperne di più della canoa italiana
* Risposta #5 il: Dicembre 08, 2009, 07:59:04 am *
Meno male che Ti sei dilungato! annotazioni pregevolissime.

Grazie (almeno da me)

Vittorio Pongolini

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Re: saperne di più della canoa italiana
* Risposta #6 il: Dicembre 08, 2009, 11:26:36 am *
Tutto vero! Complimenti Maurizio per questa pagina di storia del canoismo italiano.
A questo punto domando davvero a chi conosce aneddoti significativi sulla storia della canoa italiana, a tutti i livelli, di riportare in queste pagine elettroniche fatti veramente interessanti che hanno segnato la "Storia della canoa italiana". Ma solo i fatti salienti, se no ci si perde. Anzi, sarebbe bene che ogni club storico, e per storico, modestamente, ritengo che voglia dire con una storia di almeno 25 anni, di ogni zona d'Italia, curasse le esposizioni di chi pensa di conoscere la "Storia del Canoismo Italiano". Pertanto, il primo passo è: individuiamo i club referenti.

Saluti 

V.P

PS io, modestamente, posso risalire fino a quando ho iniziato la mia storia canoistica, ovvero settembre 1970 e posso essere il referente del CCM.
Vittorio Pongolini - Canoa Club Milano

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Giuseppe Spinelli

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Re: saperne di più della canoa italiana [Storia]
* Risposta #7 il: Dicembre 09, 2009, 10:48:33 am *
Ancor più modestamente, nonostante abbia iniziato ad andare in canoa dal 1976, mi sono avvicinato al mondo della canoa fluviale ed al Gruppo Canoe Roma nel 1982. Alla lista di Club referenti proposta da Vittorio va sicuramente aggiunto il GCR che contribuì alla nascita anche del gruppo dei Gladiators. Mi darò da fare per raccogliere testimonianze d'epoca e qualche scritto di allora. Il GCR pubblicava "Sull'acqua" con racconti di canoa.

Saluti

Giuseppe Spinelli

Gengis

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Re: saperne di più della canoa italiana [Storia]
* Risposta #8 il: Dicembre 09, 2009, 11:49:12 am *
 Ciao Giuseppe ,
confermo che il G.C.Roma  era  attivo già negli anni 70 ,
dovresti contattare  Lucarelli , Loffredo, Spada , Mario... che lavorava in televisione  assieme a pochi altri ,
al momento non mi vengono i nomi, che incontravo  sui torrenti  in quegli anni .
Ricordo bene  una loro partecipazione al Raduno di Kienz al Camping Ghisser organizzato dal C.C.M. e Coordinato
dall'infaticabile  Cav: Granacci nel 76
Gengis


Giuseppe Spinelli

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Re: saperne di più della canoa italiana [Storia]
* Risposta #9 il: Dicembre 09, 2009, 12:02:08 pm *
Mi darò rapidamente da fare per ricostruire il "recente" passato del GCR al di là della mia memoria. Sicuramente Giorgio Carbonara potrà aiutarmi.
Saluti
Giuseppe

stefano carbonara

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Re: saperne di più della canoa italiana
* Risposta #10 il: Gennaio 22, 2010, 05:11:55 pm *
Ciao Francesco.

Se invece vuoi saperne di più riguardo alla storia della canoa italiana esplorativa, e chiedendo riguardo ai Gladiators mi sembra che questo sia il tuo target, devi consultare le vecchie riviste "Fiumi" del Canoa Club Milano. Qui si parla dalle origini della canoa (inizi anni '60, con citazioni, sui primi numeri dei  "sixtyies", anche riguardo agli anni '50 e fino al dopoguerra) fino a tutti gli anni '80. Poi, da quella data, ci sono state altre riviste quali "la Canoa", " Canoa & Rafting" e altre molto più recenti.

Se invece ti interessa la storia cosiddetta "contemporanea" della canoa, ovvero quella degli '80, in cui si cominciarono ad usare canoe in polietilene, allora puoi sicuramente andare dai "Gladiators" di Roma e penso che non avranno problemi, i gemelli Dall'Oglio, nonchè Stefano Carbonara (è parecchio che non lo sento, e vedo, però) e altri di cui mi sfuggono i nomi, a raccontarti delle loro imprese.
Quindi devi vedere fin dove vuoi spingerti indietro.

Le origini del canoismo esplorativo italiano risalgono comunque alla fine degli anni '40 e moltissima parte la si deve a Guglielmo Granacci, ferroviere, che già dalla fine di quegli anni scendeva fiumi con mitiche canoe R1 Klepper smontabili, che potevano essere caricate sui treni in sacconi, nonchè dell'ex presidente Vittorio Visconti che anch'egli ha "prodotto" moltissimo riguardo la canoa italiana, fin dagli anni '50.
C'è anche il libro di G. Granacci "Guida ai fiumi d'Italia" e la "Nuova guida ai fiumi Italiani", riedizione aggiornata (agli anni '90), che anch'esse ti permetteranno di risalire agli inizi della storia della canoa italiana esplorativa.

Dal sito del CCM ti riporto:"L' A. S. Canoa Club Milano nasce nel 1955, su iniziativa di A. Pagani, presidente dal '55 al '60, e di G. Granacci, segretario per innumerevoli anni, come un club di canoa dalla vocazione prettamente turistica ed esplorativa, ed è tra le primissime associazioni canoistiche fluviali italiane. Con ogni probabilità, è la terza più vecchia d'Italia, preceduta solo dalla società di Merano, che deve la sua nascita alla vicinanza con il territorio austriaco, e dall' ormai dissolto  G.M.C. (Gruppo Milanese della Canoa), essendo stato inglobato nell'Idroscalo Club.
E' però la prima  in assoluto che nasce come società turistico - fluviale,  considerando, comunque, già da allora, nei suoi orizzonti esplorativi, anche le acque ferme, dolci o salate che siano".

Se vuoi leggerla direttamente vai sul sito all'indirizzo:   
http://www.canoaclubmilano.it/index.php/pages/lastoria .

E' solo un breve riassunto di trenta-quarant'anni di canoa, ma sono abbastanza chiare le tappe iniziali che hanno portato al presente del canoismo italiano.

Un saluto.

V.P.



Massimiliano Boninsegni

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Re: saperne di più della canoa italiana
* Risposta #11 il: Gennaio 22, 2010, 05:27:16 pm *
GRANDE STEFANO!!!!!
Ciao Max

stefano carbonara

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Re: saperne di più della canoa italiana [Storia]
* Risposta #12 il: Gennaio 22, 2010, 05:47:02 pm *
Ebbene si, sono proprio io ..... Stefano Carbonara, iniziato alla canoa in Valsesia da Maurizio Bernasconi e Paracchini padre e tanti altri, al tempo giovanissimo pionere del GCR (Balmuccia e Piode a 15 anni ... roba da pazzi!!).
Un caro saluto a tutti i vecchi compagni di discesa che ricordo con intatto affetto.
Non vado in canoa da un po', ma ci tengo a sottolinearlo, solo perche' lavoro da diversi anni all'estero. Ma quando possibile non esito a farmi qualche discesa e speriamo prossimamente di riunirmi a tutti voi.
Nel frattempo, magari con l'aiuto di mio padre, cerchero' di buttare giu' un po' di storia delle nostre infinite avventure fluviali ad iniziare dal GCR, I Gladiators con aneddoti e personaggi annessi (foto incluse).
Fatevi sentire e ben ritrovati.

Stefano

Giuseppe Spinelli

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Re: saperne di più della canoa italiana [Storia]
* Risposta #13 il: Gennaio 23, 2010, 01:28:27 pm *
Bene, visto che c'è anche Stefano disponibile, ci daremo da fare per ritrovare tracce e testimonianze del ...recente passato. Spero di incontrarti presto. Anche mercoledì sera se puoi, parla con papà.
saluti
Giuseppe

Francesco Iacobelli

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Re: saperne di più della canoa italiana [Storia]
* Risposta #14 il: Gennaio 23, 2010, 08:06:44 pm *
Ragazzi, ma se noi di Roma ci vediamo una sera tutti insieme tra vino e leggende???

F.Boys

Giuseppe Spinelli

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Re: saperne di più della canoa italiana [Storia]
* Risposta #15 il: Gennaio 23, 2010, 08:55:39 pm *
per me ok, organizziamo!
saluti giuseppe

Andrea Gangemi

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    • la sezione kayak di harzack
Re: saperne di più della canoa italiana
* Risposta #16 il: Gennaio 23, 2010, 09:33:12 pm *
... Occorreva avere un’idea precisa e poi si disegnava nella rapida. Era un lavoro di immaginazione e di forme, era pittura sulle onde. Era una variante seria del volo sulla materia liquida.

Maurizio, leggo solo ora questo tuo bel messaggio.

Grazie, sinceramente,  da parte di un figlio del polietilene che troppo spesso discende le rapide come una biglia in un flipper.
Andrea Gangemi
www.alpikayak.it
Canoa Senza Frontiere - Torino

Vittorio Pongolini

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Re: saperne di più della canoa italiana [Storia]
* Risposta #17 il: Gennaio 23, 2010, 09:48:13 pm *
Ciao Stefano!

Grazie del messaggio privato.

C'era da aspettarselo, è quasi sempre il lavoro all'estero che impedisce una normale frequentazione dei fiumi nostrani. E anche di quelli stranieri, perchè il lavoro, ahimè, aliena la mente e le passioni.

Il mio tel. è +393486506162. Ma fra pochi giorni devo entrare in ospedale, per la terza volta in 7 mesi, per gli esiti di una brutta frattura alla gamba per cause motociclistiche.

Semmai sentiamoci per email, almeno per il momento. Poi, soprattutto se la canoa mi riavrà, benissimo per il telefono.

A risentirci di nuovo.

V.P.
Vittorio Pongolini - Canoa Club Milano

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Ettore Ivaldi

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Re: saperne di più della canoa italiana [Storia]
* Risposta #18 il: Gennaio 30, 2010, 09:58:01 am *
Mi accorgo solo ora di questa discussione e mi inserisco ben volentieri. Non posso non parlare del Canoa Club Verona che, come dice bene Maurizio Bernasconi, è stato uno tra i primi sodalizi canoistici in Italia. Fra non molto si arriverà ai 50 anni di attività  e le sorprese per questo traguardo non mancano certamente. Ma andiamo per ordine e ripercorriamo la storia se pur velocemente per sommi capi.

Sic transit gloria mundi! – si legge su una canoa appesa nella sede di Corte Dogana e con gli anni è diventato il motto del CCVR

Il Canoa Club Verona nasce nei primi anni cinquanta grazie alla passione e alla voglia di solcare il fiume Adige da parte dei fratelli  Giorgio e Lucio Bergamini, Fulvio e Girancarlo Testa oltre ai vari  Spellini, Tessari, De Togni e tanti altri ancora. Tutti studenti universitari che avevano avuto modo di scoprire la canoa avvicinati dai compagni di studi di Milano.
La data ufficiale però di fondazione arriva il 18 maggio 1963  e il Club si affilia contemporaneamente alla Commissione Italiana Canoa facente parte della  Federazione Italiana Canottaggio e prende sede nella vecchia Dogana delle navi nel quartiere Filippini in centro alla città.
Il vero spirito  che animò per molti anni i padri fondatori fu quello di girovagare l’Italia in cerca di nuovi fiumi e torrenti da cavalcare con le canoe che ci si autocostruiva sul progetto della tedesca Klepper. Ecco quindi la scoperta del fiume Brenta a Valstagna dove i veronesi hanno portato e lanciato questo sport. Sul fiume Cellina dove annualmente si organizzava un raduno che si concludeva con la gara di discesa e slalom. Poi nei primi anni ’70 la scoperta del fiume Noce e nel ’79 il Canoa Club Verona fa nascere una scuola di canoa in quello che oggi è il Centro Canoa & Rafting Dolomiti del Brenta in Val di Sole a Dimaro.
Ha forgiato, negli anni, atleti per le squadre nazionali come Manner Puccini, Sandro Roccato e Fulvio Testa che nel 1969 parteciparono ai campionati del mondo di Bourg St. Maurice. Dopo di loro  i fratelli Mariani (Paolo, Silvano, Renzo e Sandro),  Andrea Buoncuore, Andrea De Vecchi,  Renato De Monti, Alberto Bonamini, Ettore Ivaldi, Mauro Manganotti, Paolo e Domenico Benciolini, Mauro Grossi, Giuseppe Botturi,  Luca Panziera e fra le ragazze non possiamo non ricordare Eva Plank, Cristina e Marina Montanari,  Giovanna Ambrosi, Susanna Manfrin, Elena Nuovloni, Francesca Rossi e Marialuisa Maiorano, e tanti altri che hanno partecipato a Olimpiadi, Campionati del Mondo, Coppe del Mondo e gare internazionali con numerosi successi.
Non solo atleti, ma anche dirigenti nazionali ed internazionali sono usciti dalle file del sodalizio canoistico veronese oltre a tecnici ed allenatori che negli anni hanno ricoperto importanti ruoli all’interno della Federazione Italiana Canoa Kayak.
Il Canoa Club ha organizzato numerose  manifestazioni agonistiche ed amatoriali, portando la canoa lungo la nostra penisola. Tra le più importanti ricordiamo il campionato del mondo di slalom e discesa in Val di Sole nel 1993, i campionati del mondo junior discesa nel 2005  e l’Adigemarathon – TerradeiForti in collaborazione con il Canoa Club Pescantina, che in pochi anni è diventata la classica di fine stagione con oltre 1.400 partecipanti. Questa manifestazione ha ripreso la discesa turistica dell’Adige organizzata dal 1975 al 1991 in collaborazione con il Touring Club Italiano.
Il Canoa Club Verona, che vive una realtà legata anche all’intervento in fiume in caso di calamità ed è baluardo dello stesso,  organizza corsi di canoa per principianti e corsi di eskimo in piscina. Ha un ottimo vivaio di giovani seguito dal tecnico Fabrizio Faettini e da numerosi collaboratori.
Ma il Canoa club Verona oggi è impegnato in un progetto per la realizzazione della nuova sede che prevede due campi di allenamento, uno su un canale e l’altro  sul fiume, oltre a 3 palestre, spogliati, bar, ristorante e foresteria. Un progetto portato avanti grazie alla collaborazione della Regione Veneto e del Comune di Verona che vogliono creare un centro d’eccellenza per lo sport della pagaia proprio nella città scaligera. L’area di oltre 9.000 metri quadrati è stata acquista dall’Amministrazione Comunale e si trova a pochi chilometri dal centro storico e a ridosso della diga del Chievo. Nel 2012 verrà consegnata al CCVR la nuova sede.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

- ho sintetizzato 50 anni di storia di un Club in poche righe. Dietro a questa bella realtà canoistica ci sono tantissimi aneddoti e racconti da approfondire e da ricordare. Per l’inaugurazione della nuova sede è in opera  anche un libro che possa dare lustro a molti canoisti e alle loro splendide avventure con la pagaia che hanno animato il mitico CCVR.