Ecco le mie riflessioni su ciò che utilizzo di tecnologico durante un trekking nautico.
La tenda autoreggente è una fantastica tecnologia, leggerissima e poco ingombrante; ricordo negli anni '70 come si era limitati nel trovare il suolo necessario per sistemare la pesante tenda canadese retta da bastoni, corde e picchetti. Oggi la tenda a igloo si regge da sè e perciò si può montare facilmente anche su una piattaforma in cemento, sui sassi o sopra una scogliera. In alternativa alla tenda, o in aggiunta, a volte utilizzo un tarp per ripararmi dal sole e/o dall'umidità notturna.
Sarà anche per la mia non più giovane età, ma non rinuncio alla tecnologia di un buon materassino, comodo e isolante, poco ingombrante, la tecnologia moderna consente confort impensabili qualche decennio fa e con peso e volume davvero contenuti.
Non rinuncio poi a un buon sacco da bivacco e sopratutto
non rinuncio a un buon sacco a pelo per l'inverrno, magari riscaldato anche da una boule d'acqua calda quando la temperatura scende abbondantemente sotto lo zero.
Non rinuncio al fornelletto e a tutto l'occorrente per cucinare al campo compreso un piccolo frangivento.
Non rinuncio a una pratica seggiolina poco ingombrante, smontabile e robusta, sedermi a cucinare e pranzare con la schiena appoggiata o anche solo in riva ad osservare il mare, mi rilassa molto e la tecnologia viene anche qui in soccorso con prodotti leggeri, poco ingombranti, comodi e robusti.
Non rinuncio a tutti quei magnifici indumenti tecnici che asciugano in poco tempo, tengono caldo, proteggono dal sole, sono traspiranti, poco ingombranti e se bagnati di sudore tengono comunque caldo.
Non rinuncio a una tecnologica muta stagna per i mesi freddi, oggi ne esistono con tessuti traspiranti che sotto lasciano abbastanza asciutto dal sudore.
Non rinuncio alla macchina fotografica digitale, piccola, leggera e waterproof e nei lunghi trekking porto sempre alcune batterie di ricambio e il carica batterie.
Non rinuncio allo smartphone, rigorosamente spento in navigazione ma all'occorrenza utile per eventuali emergenze (a patto di non essere in una baia contornata da alte pareti) e per tenere brevi e indispensabili contatti preferibilmente whats-app, ma oggi lo consulto anche per il meteo e per molto altro.
Porto con me anche una piccole torcia e una strobo, il paddle-float, la pompa di svuotamento, la sassola, la pagaia in carbonio e la pagaia di scorta, un salvagente, la spugna.
Indispensabile, per il mio modo di viaggiare in kayak, la scorta di viveri, ma questi ultimi di tecnologico non hanno nulla, anzi forse ... anche qualche barretta energetica è pur sempre frutto di moderna tecnologia.
Porto sempre anche il mio kit per eventuali riparazioni.
Tecnologica è anche una robusta palettina da giardiniere, utile per scavare un piccolo foro latrina che ricopro di terra dopo l'utilizzo.
Importantissima, la scorta d'acqua in pratiche bottiglie di plastica, anch'esse frutto di tecnologia, ma ahimè è pur sempre plastica, comunque sono robuste, comode e facili da stivare nei gavoni e nel pozzetto.
La tecnologia viene in aiuto anche per le sacche e i contenitori stagni, i migliori sono resistenti e durevoli, ma spesso anche piuttosto costosi.
I miei occhiali protettivi e il cappello hanno anch'essi peculiarità tecnologiche.
Per il resto, anche in occasione di trekking di molti giorni nel nostro Mediterraneo, considero superfluo e non uso l'anemometro (tanto non possiamo abbassare l'intensità e la violenza del vento), nè utilizzo il GPS specifico (sapere a che velocità si procede non è importante) mentre una buona mappa cartacea in busta stagna mi dà molta più sodfisfazione.
Ovviamente non porto il PC, anche se conosco chi lo porta durante lunghi trekking. Preferisco la vecchia e semplice tecnologia di carta e penna per gli appunti in viaggio, qui le batterie non servono, se mai serve una biro di scorta.
Perció non ho la necessità di ingombranti pannelli solari collegati a batterie.
Una cosa mi manca e ne sento l'esigenza da quando anni fa, mentre trasportavo il kayak lungo lo scivolo di Portofino, feci un terribile volo; non riesco a trovare in commercio dei calzari con suole veramente antiscivolo anche sulle rocce bagnate e con vegetazione. Qui la tecnologia mi pare ancora un poco carente. Nei negozi di canoa ho acquistato scarpe con suole per rocce bagnate, sono meglio di altre, ma non le percepisco sicure al 100%. Avete suggerimenti?