Senza nulla togliere al valore dell'impresa sportiva di Christian De Dionigi, campione del mondo, bravo, bravo e ancora bravo, ci mancherebbe, vorrei tuttavia qui ribadire (l'ho già scritto sull'ultimo numero di PAGAIANDO, a firma Anonimo Brembano) come gare sprint, bacini artificiali, e adesso, da ultimo, lo slalom estremo non siano altro che tentativi da parte delle Federazioni di imbrigliare e irreggimentare uno sport che,al pari dell'alpinismo, è nato libero, e nel quale il confronto prima che con l'avversario, avviene con l'elemento naturale, nella fattispecie il fiume o la montagna.Vogliamo mettere la bellezza del fiume o del torrente impetuoso? E far gareggiare un appassionato di fiumi si tali percorsi artificiali, spesso veri e propri luna-park acquatici, è un po' come limitare le salite di un alpinista amante della natura e degli spazi aperti, alle arrampicate su palestre artificiali di cartongesso da sagre paesane. Altro che giochi senza frontiere!
Jimmy/Anonimo Brembano
Luigi, bella riflessione la tua, invito a leggere presso
https://www.canoa.org/pagaiando.htmlnel numero di marzo 2017 l'articolo "requiem per la discesa fluviale agonistica", bello spunto di riflessione.
Però non condivido appieno l'analisi, anche io sono un nostalgico romantico, ed ogni tanto mi capita di pensare ai tempi dei miei inizi, e mi sembra fosse quella un'era fantastica, ma forse è solamente il pensiero ed i ricordi di una gioventù perduta. La realtà è che i tempi sono cambiati, sono cambiate tante cose, ed anche la maniera di fare canoa, e non solo in campo agonistico; mi sembra di percepire, nella tua descrizione, un certo nostalgico rammarico verso cambiamenti imposti da nuovi regolamenti, calati dall'alto da una federazione che avrebbe stravolto lo spirito puro canoistico per strizzare l'occhio a media e visibilità, ma secondo me non è cosi, anzi, a mio parere, se vogliamo parlare di federazione, questa spesso sta in ritardo su quello che avviene in campo .
Però vorrei spostare l'attenzione nell'ambito turistico, per avvallare il mio discorso, cosa è successo in questi anni?:
sono cambiati i materiali.
è aumentata la tecnica del canoista medio.
le informazioni sono maggiormente reperibili.
sono aumentati i costi delle trasferte.
c'è sempre meno acqua nei fiumi.
In ambito turistico ad esempio, mi ricordo un forte aspetto esplorativo, trasferte anche su fiumi lontani e per l'intero week end, tratti di percorrenza del fiume molto lunghi ed un notevole numero di raduni.
Però i kayak si sono evoluti, accorciati e specializzati, i turisti fluviali adesso adottano kayak fatti per l'alto corso ma non cosi versatili da poter macinare km ......quindi gli itinerari fluviali proposti sono sempre più di un certo tipo e di percorrenza minore. La tecnica del kayakista medio, confortata anche dai nuovi mezzi e dalle informazioni, si è evoluta e migliorata, con più soddisfazione nell'ardimento tecnico che non nella esplorazione, e per certi versi con predilizione del park and play. Se ci mettiamo poi che la benzina, le autostrade, le pensioni, i ristoranti vanno ad incidere sempre più su tasche impoverite, anche la voglia di andare in giro viene frenata da necessità economiche, e poi andare in giro dove? se l'acqua non c'è, o quando c'è è solo per periodi limitati da prendere al volo. Tu dici che sono scomparse le gare storiche di dicesa, ma se guardi bene stessa fine hanno fatto i raduni, proprio di questi giorni la difficoltà di organizzare quello del Vara nelle consuete date previste. Il canoista turista fluviale dei giorni d'oggi, sempre più limitato negli spostamenti e nelle occasioni di pratica, va dove si sente sicuro di potersi divertire, di trovare l'acqua e diciamo pure, con la comodità di vicinanza, di orario, di imbarco e sbarco facile; e magari, come succede da altre parti, ci fosse vicino casa uno di quei luna park acquatici, piccola consolazione forse rispetto ad un fiume spettacolare e dalle acque cristalline, ma tanto basta.
Lascio alla fine questa altra considerazione preoccupante, il kayak fluviale è uno sport generazionale, dalle mie parti l'età media dei praticanti è cinquant'anni, non ci stanno più giovani.