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Danubio, il mito
Giovanni Fantozzi:
Grazie Andrea per raccontarci questa tua bella e interessante avventura sul Danubio , ti leggo giorno dopo giorno con ammirazione e anche un po ' di invidia devo dire.
Buona navigazione ,
Gio.
Andrea Ricci:
In queste lunghe giornate di pagaiate solitarie mi sono inventato un bulletto con cui discutere, un bulletto che è il contrario di me: tanto io godo della natura, tanto lui è impregnato di "civiltà" (l'ho chiamato d'istinto Matteo, forse mi ricorda qualcuno famoso, anzi più di uno ...)
- Perché io dovrei pagare un prezzo per te, Matteo? Io voglio l'acqua pulita, la voglio bere, ovunque vada
- Ha ha! Povero cocco illuso! Lo vuoi il benessere, il riscaldamento, il frigo pieno, la tv, l'acqua calda? Allora ti becchi pure che i fiumi siano inquinati!
- Nulla di ciò che nomini vale per me un fiume inquinato. Io me lo devo beccare per dare a te il fallace benessere che vuoi avere. Dovresti chiedere mille volte scusa a chi viene defraudato di ciò che la natura ci dà per consentire a te egoisticamente di distruggerla.
Ma le scuse non arriveranno mai ... Il mondo è sempre stato e sarà del più forte e violento. E chi ama la natura non può essere più forte e violento: è un uomo più vicino all'animale che al doppiopetto; è uno sconfitto dalla prepotenza e dall'arroganza. Il bulletto può continuare i suoi scherni vittorioso.
A questo punto mi vengono in mente gli amici, quelli che dovrebbero stare dalla mia parte contro il bulletto, come te che leggi. E invece probabilmente anche tu sei, involontariamente, per pigrizia intellettuale, per meschina comodità, dalla sua parte, dalla parte comoda o più semplicemente dalla parte abitudinaria e gregaria.
Chi mi segue sa dei miei comportamenti insoliti, delle mie abitudini stravaganti. Ma mi limito a intrattenerti qui su quelle con diretto impatto sull'acqua:
1. Usi il sapone quando ti fai la doccia? Perché? Per togliere alla pelle la sua protezione naturale e inquinare le acque con derivati del petrolio? Io non uso sapone per il corpo da anni, da quando ho cominciato a riflettere: che la pelle, la mia pelle, non ha bisogno di saponi, non è sporca (mi torna in mente Jessica Rabbit, "sono gli altri che mi disegnano così": è la pubblicità che ci convince che dobbiamo lavarci con tanta schiuma, che la barba debba essere perfetta, che il dentifricio debba fare l'onda sullo spazzolino, etc.).
2. Da quando sono entrato in Slovacchia pagaio quasi sempre completamente nudo. Mi chiedono che crema solare usi. Nessuna, da decenni. La crema solare è il segno della stupidità dell'uomo, che pretende di passare da 8 ore in ufficio a 8 ore di spiaggia senza scottarsi, spalmandosi e otturando la traspirazione della pelle con una sostanza derivata dal petrolio, che inoltre inevitabilmente inquinerà l'acqua quando andrà a fare il bagno, magari dopo aver firmato una petizione per ridurre la plastica nel mare ... Un cretino. Non sentite quanto puzza l'acqua del mare a riva, quando affollato di bagnanti?
Per millenni l'uomo si è protetto dal sole e dal caldo vestendosi, e poi svestendosi gradualmente, fino a riuscire a resistere naturalmente, come fanno ancora tutti coloro che vivono all'aperto.
Puoi ancora redimerti e rimediare: rifiuta le suadenti offerte delle fabbriche di creme chimiche e procurati invece leggeri indumenti di lino, o di elegante lana merino. Non stare anche tu dalla parte dei bulletti.
Matteo mi guarda mentre insolente si spalma invece abbondantemente di crema; conclude con uno schiaffo sulla panzetta e mi dice beffardo:
- Andre', checcefrega che il mare è inquinato, andiamo in piscina no? Un bel cocktail sotto l'ombrellone bordo vasca, che vuoi di più?
Già ...
PS per i canoisti: la crema solare dovrebbe essere tabù per noi! Come osate impugnare il nostro amato strumento con le mani impiastricciate di crema? Un canoista che usa crema solare per me è come quello che pagaia con i guanti: il dilettante della domenica al mese. Come uno che faccia l'amore con i calzini addosso: fa pena.
Maurizio (Tric):
Sagge parole Andrea.. Solo vivendole si intuiscono certe cose ....
Maurizio
Andrea Ricci:
"E a sopravvento una nuvola nera, sorgendo con promesse di pioggia e di bufere, sembra accelerare l'attività eccitata dei marinai" (da Moby Dick)
Stamattina mi è stato imposto di partire alle 6 per attraversare Budapest. L'ho fatto volentieri, anche per partire con quei simpaticoni del gruppo The Early Birds :D, un team affiatato e unito, con veloci kayak da mare, che parte ogni mattina prima delle 6 e arriva quando altri non sono ancora partiti. Era nuvoloso con leggera pioggia mentre smontavamo le tende, e ciò ha accelerato le nostre operazioni.
Ho attraversato quindi Budapest al suo risveglio: mi è parsa bellissima. Ho fatto delle foto dal sup che saranno invidiate, dato il divieto di navigazione di cui dicevo (appena partito una motovedetta della polizia, evidentemente informata, mi ha affiancato per accertarsi che fossi io in sup, con il "lasciapassare" ottenuto).
Solo foto quindi oggi, niente sermoni sull'acqua ;)
Però a ripensarci, due parole su Moby Dick, che ho potuto leggere più a lungo negli ultimi giorni. Non sono un gran lettore, ma insomma neanche uno sprovveduto. Moby Dick è a tratti noioso e crudo, ove non cruento. Ma per me illuminante sullo spirito, sul ruolo e sulla potenza degli Stati Uniti, con quegli aspetti che ho deprecato in questi giorni e in tanti altri post. Scritto da Hermann Melville quando aveva appena 30 anni (!), nel 1850, mi fa capire come il suo paese si avviasse al ruolo di leader mondiale. Un libro truce, quando racconta e descrive la cacc-a e la lotta con le balene, vantandosi del fatto che le baleniere degli Stati Uniti ne uccidessero in un giorno in tutto il mondo quante altri paesi ne riuscissero a uccidere in un anno (coincidentalmente leggevo ieri che nel stesso secolo, durante la conquista dell'Ovest, i "bianchi" hanno sterminato 50 milioni di bisonti). Ma Melville - lo ricordo, trentenne - ha una cultura vasta e variegata, filosofica, letteraria, scientifica, pervasa da religiosità. Ne fa sfoggio senza affettazione nel suo capolavoro (se leggete la voce Balena su Wikipedia, Moby Dick è citato per spiegare alcuni aspetti zoologici e storici). Melville insomma è parte di quella élite degli Stati Uniti, che macina sapere europeo, lo impasta di bigottismo e lo mette al servizio della macchina da guerra, per fare orgogliosamente degli USA il paese più forte e violento; caratteristiche - dicevo ieri - del vincente.
"E ora, indebolendosi le convulsioni, ancora una volta vedemmo la balena che mareggiava da fianco a fianco, dilatando e contraendo spasmodicamente lo sfiatatoio, col respiro secco e crepitante dell'agonia. Alla fine, fiotti su fiotti di sangue rosso e grumoso, come feccia purpurea di vino rosso, schizzarono nell'aria atterrita, e ricadendo sgocciolarono in mare lungo i suoi fianchi immobili. Il cuore le era scoppiato." (da Moby Dick)
Andrea Ricci:
19. Danubio, il mito
Ieri 55km sotto il sole e con il fiume che non invitava al bagno per la schiuma in superficie (alla fine ho ceduto più volte per avere un po' di refrigerio). Poi in serata un temporale e pioggia tutta la notte e anche stamattina. Si parte per 50km.
Ma tra il sole e la pioggia ...
Questa è la favola che ho scritto stanotte, in seguito all'incontro fortunato che ho avuto ieri, con una donna ingegnere nucleare e la sua bellissima figlia, che mi hanno invitato a pranzo per conoscere la mia storia.
PS la città in cui ero ieri è Paks, ove si trova l'unica centrale nucleare dell'Ungheria, 2GW, con 4 reattori, "perfettamente funzionante" (mi dice la mia guida), di tecnologia russa, 30 anni di vita. "Ma le scorie poi dove le buttate?", risposta vaga, non ho insistito.
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Questa è la storia di un marinaio che scendeva il Danubio con la sua barchetta. Non aveva mai visto il mare e voleva arrivarci, nello stesso modo con cui ci arriva l'acqua del suo paese: lentamente, confusa nel grande fiume.
E la sua barchetta in effetti era piccola, quasi scompariva al confronto con le grandi navi che viaggiavano sul fiume.
Un giorno faceva molto caldo. Il sole sembrava godere a bruciare e abbagliare il marinaio. Egli aveva fame, e sete, ed era accecato dal sole. Cominciava a vaneggiare ...
D'un tratto vide un piccolo cane che gli nuotava vicino.
- Un cane? Ma come, un cane che nuotava nel fiume?
- È una favola, piccola, e nelle favole succede di tutto. Stai a sentire il seguito.
Dunque questo cagnolino gli si avvicinò e gli disse:
- Cosa hai marinaio? Perché hai smesso di remare?
- Sono stanco, piccolo cane. Ho fame, ho sete e il sole mi acceca. Volevo arrivare fino al mare, ma credo che mi fermerò qui e non mi muoverò più.
- E invece credo che dovresti proprio continuare, per non perdere un incontro molto speciale
- Quale incontro?
- L'incontro con la Regina del Mare, che si chiama appunto Marina, e che vive in un castello poco avanti. Ci vive con una bellissima principessa, ed è famosa per la sua ospitalità.
- E come la posso trovare?
- Ti troverà lei, marinaio, non dubitare.
Detto ciò, il cane si tuffò nell'acqua e scomparve.
Il marinaio rimase a bocca aperta, ma incuriosito continuò a remare.
D'un tratto sentì a riva un fischio e vide una donna vestita di bianco che lo invitava a sbarcare. Il cagnolino era vicino a lei. Il marinaio capì quindi che quella donna poteva essere la Regina del Mare.
- Sì, sono io!
- Regina, mi sembrava solo un po' strano che fischiassi
- Mi piace tantissimo fischiare! Senti, FIIII!!!
E fece un fischio che lo sentirono fino al castello.
- Vieni con me, devi essere stanco, affamato e assetato
Il marinaio non se lo fece ripetere e la seguì.
Arrivati al castello, una ragazza si arrampicava e saltava da una torre all'altra. La Regina fece un fischio per richiamarla e la Principessa accorse.
- Sei tu il marinaio?
- Sì - le rispose il marinaio, sorpreso dalla bellezza e spigliatezza della Principessa
- Allora vieni, la tavola è pronta e io sono curiosa di conoscere la tua storia.
La tavola era riccamente imbandita e il marinaio conversò amabilmente con la Regina e con la Principessa. Dopo aver molto mangiato e bevuto, la Regina e la Principessa invitarono il marinaio a vedere la tenuta del castello. Ma mentre passeggiavano scoppiò un temporale che in breve tempo allagò i terreni. Il cagnolino svelto prese la Regina e la Principessa e le portò in salvo, mentre il marinaio nuotando scivolò nel fiume e perse i sensi ...
Quando si risvegliò trovò accanto a sé la sua barchetta e ci salì. Si ricordava vagamente di ciò che gli era successo, indeciso se fosse sogno o realtà. Da riva sentì fischiare e abbaiare, ma non vide nessuno. Però si sentiva sazio e rinfrescato.
E riprese a navigare.
Navigazione
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