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Danubio, il mito

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Andrea Ricci:
"Chiamatemi Ismaele. Qualche anno fa - non importa ch'io vi dica quanti - avendo poco o punto denaro in tasca e niente che particolarmente m'interessasse a terra, pensai di mettermi a navigare per un po', e di vedere così la parte acquea del mondo ... Basterebbe che lo conoscessero appena un poco, e quasi tutti gli uomini, una volta o l'altra, ciascuno a suo modo, si accorgerebbero di nutrire per l'oceano su per giù gli stessi sentimenti miei."
Questo incipit mi ha fatto scegliere il libro da portarmi sul Danubio: Moby Dick di Herman Melville, scritto nel 1851.

Mi sto preparando da mesi. No, non fisicamente; anzi, da quel punto di vista non dovrei partire (dopo aver tolto i punti, il taglio al mento si sta rimarginando; ho ricominciato a piegare l'alluce del piede, anche se mi fa ancora male; il distacco osseo della falange del mignolo sarà recuperabile solo in parte con una operazione che, d'accordo con il chirurgo, ho rimandato all'autunno).
Aggiungiamo che, anche a causa della caduta, degli ultimi 45 giorni ne ho passati 42 seduto in ufficio o in auto e solo 3 sulla tavola. Quindi non sono proprio nelle migliori condizioni fisiche per affrontare 1200km di Danubio in sup con 25kg di bagaglio a bordo. Ma se la testa mi regge penso di potercela fare. Mai come stavolta posso dire che vale la mia massima: "se ce la faccio io, ce la può fare chiunque".

Domenica dunque si parte, in auto con destinazione Ulm (D), ingresso in acqua per navigare in 5 settimane fino a Mohacs (H) al confine con la Serbia. Proverò a tenere un diario di viaggio, come feci l'anno scorso durante la discesa del fiume Elba.

Stavolta ho una tavola diversa, molto più adeguata all'impresa di quella dell'anno scorso. Una tavola oceanica da 5,20m (17'), adattata su mio progetto da uno shaper (un costruttore di tavole da surf). Spero di faticare meno in quel mare affollato di navi che è il Danubio, con forti venti contrari e onde da tutte le parti.

Andrea Ricci:
"... Guardate lì le folle dei contemplatori dell'acqua. Che fa qui questa gente? I prati verdi sono scomparsi? Strano. Niente li soddisfa se non il limite estremo della terra. Debbono andare vicino all'acqua, quant'è possibile senza cascarci dentro. Come tutti sanno, meditazione e acqua sono sposate in eterno ..." (da Moby Dick)

Sono con Vincenzo di Roma in kayak e Jürg di Zurigo in canoa canadese, per questi primi giorni. Abbiamo dormito nel canoa club di Ulm, ospitati come amici e invitati a cena. I canoa club lungo i fiumi, nei paesi civili, funzionano come stazioni di posta per viaggiatori: ciclisti lungo i fiumi o canoisti sui fiumi, si fermano con la loro tenda per dormire, fare una doccia, spesso anche mangiare, spendendo un obolo.
Stamattina presto in acqua: 10 ore di navigazione per arrivare da Ulm a Lauinger, 43km e 7 chiuse, azionate elettricamente dall'utilizzatore, cioè da noi. (Più sotto spiego come funzionano queste chiuse, per gli interessati).
La mia tavola, stabile e capiente, non è veloce come pensavo. Ma forse è per la stanchezza e la mancanza totale di allenamento. Però mentre la mattina, dopo il mio solito tè verde alla menta, non c'era verso di superare una velocità di 6-7km/h, dopo una bella Weizenbier dunkel fredda gustata insieme a Jürg in un Biergarten lungo il fiume, la velocità nel pomeriggio è passata a 8-9km/h. Quanto conta il carburante, eh? ;)

CHIUSE, come funzionano lungo il Danubio in Germania. La chiusa è un corridoio di cemento armato lungo 30 metri, largo 4,alto 10 metri, posto a fianco a una centrale elettrica lungo il fiume. Il canoista arriva e aziona elettricamente le porte che alzano o abbassano il livello del fiume per poter superare salti di una decina di metri.

Emilio "Belu" Beluffi:
BUON viaggio e BUON divertimento!!  8) 8)

Andrea Ricci:
3. Danubio, il mito

Verde a destra, verde a sinistra, verde l'acqua, azzurro il cielo, il fiume scorre placido, tra una chiusa e l'altra ... Vabbè, ieri sono stato zitto, ma oggi lo devo dire: che noia 'sto fiume! Meno male che ogni tanto c'è la birra, la squisita birra bavarese: mezzo litro il primo giorno, un litro il secondo, un litro e mezzo il terzo. E l'ubriacar m'è dolce in questo fiume ... E poi c'è Vincenzo. Ieri sera il canoa club di Donauwörth, con un prato raso da fare invidia a chiunque, ci ha messo a disposizione la cucina, e allora ci siamo scatenati, con una pasta al sugo di tonno da leccare il piatto. Che alla fine l'uomo si consola a tavola, e l'italiano alla buona tavola.
Comunque un paio di incontri simpatici in fiume ci sono stati: un giovane capriolo che mangiava tranquillo in riva al fiume, e che è scappato quando silenzioso mi sono avvicinato a una manciata di metri; ma soprattutto la giovanissima talpa, piccola come un topolino di campagna, che attraversava il Danubio a nuoto, un'impresa titanica! Non avevo mai visto una talpa da vicino, l'ho fatta salire sulla tavola per osservarla meglio: le zampine con gli unghioni per scavare, e un delizioso nasino rosso perennemente in attività, per compensare la quasi cecità. Come deve essere il mondo per una talpa ... una Babele di odori, un mondo parallelo. Ma infine il mondo non è diverso per chiunque di noi, ciascuno con la propria Weltanschauung?

"E ancora più profondo è il significato di quella storia di Narciso, che non potendo afferrare l'immagine tormentosa e gentile che vedeva nella fonte, vi cadde e morì annegato. Ma quell'immagine la vediamo noi stessi in tutti i fiumi e gli oceani. È l'immagine del fantasma inafferrabile della vita; e questo è la chiave di tutto." (da Moby Dick)

Irving:
Wow!

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