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Danubio, il mito

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Giovanni Perozzi:
descrivi un attimo il campo di slalom di Vienna, tanto per far capire che popò di impiantistica sportiva c'è dalle altre parti, ..........poi fra un po, dopo Bratislava, nei pressi di Cunovo ne troverai un altro di campo slalom.

ciao e divertiti

Andrea Ricci:
La gigantesca chiatta arranca per risalire la forte corrente del Danubio tra la Slovacchia e Vienna. "Maledetti ambientalisti", starà pensando il suo capitano; e il suo armatore. Perché il Danubio qui è fiume, non lago. E i fiumi scorrono.
È grazie alla opposizione e resistenza durata mesi di movimenti ambientalisti negli anni '80, contro il progetto di canalizzazione, che qui è sorto, lungo i 40km del Danubio, il National Park Donau-Auen.
[È interessante ed educativa la storia della nascita di questo parco, dei movimenti spontanei organizzatisi contro gli avidi appetiti di squali. Grazie a loro oggi possiamo godere di questa natura: https://en.wikipedia.org/wiki/Danube-Auen_National_Park?wprov=sfla1]
Ho percorso già 700km di Danubio, in Germania e Austria, con il fiume ridotto a un canale tra chiuse. Ieri sono stato ripagato della fatica: vegetazione selvaggia e originaria, spiagge di ciottoli, piccole baie e rami laterali, il fiume che corre e mormora; e la piacevole solitudine ... Ho pagaiato nudo sotto al sole per l'intero percorso, mi sono fermato a leggere e a dormire su una spiaggetta all'ombra di fronde, per nascondermi durante le ore di sole feroce. Ho infine montato la tenda al tramonto nella antica cittadina di Hainburg, in terrazza vista fiume. Oggi entro in Slovacchia.

Andrea Ricci:
- Bel tempo: dicano che c'è il sole! Per me d'estate bel tempo è quando piove ...
Diceva uno a me molto vicino. E in effetti, 3 tappe consecutive da 50km - 60km - 50km sotto al sole di luglio fanno desiderare "brutto tempo". Ma nel campeggio nautico, in caso di pioggia si impara a sfruttare qualche raggio di sole per asciugare le cose umide; in caso di sole cocente si impara a sfruttare le ore meno calde per la navigazione. Quindi stamane partenza all'alba per l'ingresso ufficiale in Ungheria, nella bellissima Esztergom. Sono riuscito a fare qualche foto decente, credo. Con commenti.

Andrea Ricci:
D'un tratto volgo lo sguardo a destra: si apre un lago semichiuso del Danubio, lo riconosco! Venti anni fa qui feci un bagno meraviglioso con un gruppo di giovani bulgari, il primo punto pulito del fiume dalla Germania. Che bello ritrovare per caso un luogo dimenticato e così piacevole, e ripetere quel primo bagno, anche se stavolta in solitario.
Il Danubio è un fiume affascinante, per i suoi spazi enormi, le aperture, le gole, le spiagge, la vegetazione e la natura selvaggia ininterrottamente per decine di km. Sembrerebbe un paradiso per il campeggio nautico selvaggio. Non lo è, per un aspetto essenziale: la sua acqua non è potabile, ma neanche balneabile, con le sue chiazze di schiuma ininterrotte dalla Germania e molto pesanti dopo Komarno in Slovacchia. Qui il bagno se lo fanno; a me fa schifo.
- È il prezzo da pagare, Andre'!
- Il prezzo da pagare a chi, Matteo? Chi lo paga il prezzo dei fiumi ridotti a fogne? Tu lo paghi, a me che non lo voglio?
(non finisce qui ...)

Andrea Ricci:
Oggi volevo continuare la discussione con Matteo il bulletto, e la mia tiritera sulla bellezza dell'acqua e lo scellerato delitto che l'uomo compie sprecandola e inquinandola. La rimando.
Invece parlerò di confini, di simpatici incontri, di bei paesaggi durante l'avvicinamento a Budapest.
Dovete innanzitutto sapere che la navigazione in sup sul Danubio in Ungheria è vietata. Quale paddler esperto, segretario generale della federazione canoistica italiana, organizzatore della famosa discesa internazionale del Tevere, nonché rappresentante dell'Italia ("me cojoni!", cit.) ho ottenuto un permesso speciale (ieri sera la polizia è venuta per conoscermi e darmi qualche regola di condotta). Quindi in questo Stato un sup lo hanno visto raramente.
Sono partito abbastanza presto stamattina per godermi il paesaggio e le spiagge del ramo del Danubio formato dalla lunga isola di Szentendre, a monte di Budapest. Una donna mi guarda e poi mi saluta da riva, visibilmente incuriosita. Mi avvicino e in tedesco mi chiede di raccontarle cosa e come. Infine mi chiede: "Magst du Kuchen? und Äpfel?" Rispondo che sì, mi piacciono i dolci e le mele. "Warte hier, bitte". Aspetto. Quando torna è con un vassoietto: torta di mele e 4 mele del suo giardino!
Non è finita. Uno yacht, che inizialmente pensavo della polizia, mi segue da una mezz'ora a bassa velocità; infine si affianca per salutare, fotografarmi e chiedere cosa e come. Loro invece, olandesi, mi hanno offerto una tazza di caffèllatte! raccontandomi di essere partiti da Rotterdam e di essere diretti a Istanbul, tutto attraverso fiumi e poi Mar Nero.
In navigazione chiacchiero con un canoista: serbo di nascita, cresciuto in Ungheria, vive in Australia. "E come si vive in Australia?" "Alla fine si vive similmente in tutti i paesi. Sono le leggi che cercano di fare le differenze."
Già. Quando si fa un viaggio lento, attraverso paesi e lingue diverse, ci si rende conto di come l'uomo sarebbe istintivamente gentile, curioso, aperto. Invece, come dimostra anche un evento apparentemente innocente come il campionato del mondo di calcio, tutto cerca di dividerci, di metterci in competizione, di solleticare orgoglio e supremazia.
Sono arrivato a Budapest, o meglio, alle due città, Buda e Pest, unite dal Danubio :)

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