Senza complicare troppo il discorso entrando nel tecnico, si può dire che la velocità massima, raggiungibile da uno scafo che naviga in regime dislocante (cioè attraverso l’acqua), è calcolabile approssimativamente con la nota formula di Froude (Vel. in nodi = 1,34* radice quadrata della lunghezza in piedi).
Di conseguenza, uno scafo di 4 mt (13,12 piedi) potrà raggiungere una velocità massima di 4,85 nodi (9 Km/h). Per andare più veloce dovrà navigare in regimi semiplanante o planante (cioè tendendo a scivolare sopra l’acqua).
La larghezza dello scafo, le forme dell’opera viva (superficie immersa che avanza nell’acqua) e dell’opera morta (superficie esterna che avanza nell’aria), il dislocamento, il tipo di pagaia (per una canoa) e gli altri fattori, incidono, più che altro, sulla potenza necessaria per raggiungere la velocità massima, quindi sulla fatica che deve fare il rematore.
Particolari forme di carena possono anche incidere sulla velocità massima calcolabile con la stessa formula ma attraverso coefficienti leggermente superiori a 1,34.
Es. se il nostro scafo di 4 mt. avesse una carena particolarmente veloce potrebbe arrivare (a parità di potenza applicata e sempre in regime dislocante) a coefficienti di 1,5 o poco più, quindi velocità massime intorno ai 10 Km/h.
Siccome, però, non esiste uno scafo ottimo per qualsiasi situazione, progettare una barca solo in funzione della velocità, significa sacrificare altre caratteristiche, tipo la stabilità, la sicurezza, la capacità di tenere il mare, l’abitabilità e altro.