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angolazione pale di una pagaia turistica
reel:
potendolo applicare anche alla pagaia groenlandese sarebbe interessante poter fare un confronto tra i due tipi di pagaie, integrando un misuratore delle forze come questo http://www.kayakpowermeter.com/ e confrontandole su diverse soluzioni di chilometraggio e tempo
certo il prezzo non è indifferente... ma sistema per altro utile anche ad affinare la propria tecnica sperimentando sul campo, vedendo direttamente alcuni dati https://www.youtube.com/watch?v=BhSxtBCwzeo&feature=youtu.be e analizzando poi le performance su PC http://onegiantleap.co.nz/analysis.php?id=PG4QRJfG2G
Lorenzo Molinari:
Notoriamente ai Campionati del mondo di canoa marathon usano tutti pagaie groenlandesi. Direi proprio di no! Sarebbe la volta buona che un buon canoista con un’elicoidale in carbonio s’imponga beffardamente su grandi campioni.
L'efficacia della pagaiata si ha quando è:
- il più possibile perpendicolare all'acqua, in modo da non disperdere forze che in attacco sollevano la punta creando beccheggio e viceversa in uscita
- il più possibile vicino alla line mediana, in modo da non disperdere forze che tendono a far cambiare direzione alla canoa
- con una passata in acqua il più possibile lineare e la cui profondità il più possibile costante e non circolare, per favorire la propulsione in avanti della canoa.
Ebbene, la pagaia groenlandese, avendo un cucchiaio lungo e stretto, contravviene proprio a tutti i punti precedenti, non consentendo alla canoa di mantenere una velocità costante e il più elevata possibile, relativamente alla forza del canoista.
Circa il fatto che con la pagaia elicoidale in composito si rischiano tendiniti è falso, dipende dalla misura che si sceglie e dall'elasticità del manico, che può essere di vario grado.
Per concludere, le pagaie groenlandesi sono indubbiamente begli oggetti adatti a chi non cerca la prestazione ma ama pagaiare con tranquillità in condizioni normali, ma è più o meno come se oggi si volesse giocare a tennis con una racchetta di legno e budello, che ne so, una bella Maxima!
Comunque chi fosse convinto del contrario, vada avanti con la sua pagaia e si diverta! Consiglio anche di comprare una canoa senza timone, perché il timone in mare non serve a nulla: è così bello scarrocciare con il vento di traverso o remare sempre dalla stessa parte con il vento alle spalle! :D
Vittorio Pongolini:
Ehi...psss...questo signore qua sopra è, ed è stato, pluricampione italiano di K1 e C1 in un sacco di distanze e categorie, sia di velocità che di fluviale ...ssshhh...!
nolby:
Grazie per la soffiata! ;D
Vediamo se ha voglia di dirci cosa ne pansa anche riguardo l'angolazione tra le pale :D
...E magari sulla forma dei cucchiai.
Lorenzo Molinari:
Maggiore è l'angolo di sfasamento tra le pale meglio fende il vento contrario. Tuttavia oltre i 70° è sconsigliabile: affatica polsi/avambracci, permette una velocità di manovra inferiore (aspetto di rilievo in condizioni da difficili a estreme), ecc. Ognuno deve trovare quello adatta a sé e al tipo di percorso che intende compiere, io sono per un angolo di sfasamento deciso.
Quanto alla forma del cucchiaio, ogni forma ha i suoi pregi e i suo difetti, sopratutto in attacco e in estrazione, c'è quella che entra morbida, quella che richiede una maggiore "spallata", quella che solleva più o meno acqua in uscita... io prediligo la "gamma" di una nota marca di pagaie, soprattutto sulle lunghe distanze.
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