Mi viene una domanda:
si parla spesso di neoprene, tutte stagne, aiuti al galleggiamento e discorsi simili legati alla sicurezza.
Ma quelli che vanno sui kayak olimpionici e sulle barche da canottaggio che sono vestiti come se andassero a far jogging nel parchetto sotto casa?
A novembre era caldo (ma l'acqua era decisamente feschina) mi è capitato di aiutare un bambino di circa 8-10 anni a risalire su una barca da canottaggio. Si era rovesciato e non riusciva a risalire.
Era vestito con pantaloncini e maglietta termica. Ovviamente niente giubbetto. Ci ho messo 3-4 minuti a raggiungerlo da quando mi sono accorto che era a nuoto e tentava di risalire. La barca di appoggio è arrivata dopo circa una decina di minuti.
Anche i fan del kayak "olimpionico" li vedo in giro, spesso in solitaria, vestiti leggeri. Anche sui KS credo sia impossibile risalire senza aiuto (ne ho visti ribaltarsi dal pontile qust'estate quando andavo a guardarli
).
Non ricordo di averne mai visto uno indossare un giubbotto, ed in questi giorni sto notando che comunque sono in molti ad uscire per gli allenamenti (pensavo fosse uno sport stagionale ma in questo periodo, la mattina, si allenano nella nebbia) ma nessuno si mette una muta in neoprene; molti addirittura pantaloncini corti sotto il paraspruzzi, le ciabatte restano sul pontile.
Mentre i kayak da mare che vedo, anche sulle acque piatte dei laghi minori -dove il rischio di ribaltarsi con un Oasis è davvero minimo- tutti vestiti ed atrrezzati come si dovesse affrontare una spedizione in Groellandia (tuta neoprene, giacca d'acqua, paddle float, cappello di lana, moffole in neoprene).
Come mai questi due modi di porsi così differenti nei confronti del freddo?