Sono appena rientrato dal 2° Convegno sulla R.F. Giornate intense di studio e di report relative ai fiumi di tutt'Italia ed Europa che hanno avuto lo scopo di ribadire che la Riqualificazione Flluviale è l'insieme integrato e sinergico di azioni e tecniche, di tipo anche molto diverso (dal giuridico-amministrativo-finanziario, allo strutturale), volte a portare un corso d'acqua, con il territorio ad esso più strettamente connesso ("sistema fluviale"), in uno stato più naturale possibile, capace di espletare le sue caratteristiche funzioni ecosistemiche (geomorfologiche, fisico-chimiche e biologiche) e dotato di maggior valore ambientale, cercando di soddisfare nel contempo anche gli obiettivi socio-economici.
Le idee proposte erano tante e pari le realizzazioni delle stesse. Alcune davvero positive per il nostro sport, altre ancora con finalità diverse, tra cui, preponderante, l'obiettivo di proteggersi dalla furia delle acque con metodiche atte a riportare il fiume ad uno stato primitivo in cui potesse espandersi senza che siano compromesse le attività dell'uomo quali, l'agricoltura, l'industria e la produzione di energia. L'obiettivo non è solo quello di riportare il fiume ad uno stato naturale, anche se ne è il limite ideale, ma è quello di contemperare e analizzare tutti gli aspetti contestuali che lo hanno portato ad una elevata degradazione ambientale armonizzando le sue prerogative. La vision della Riqualificazione Fluviale è quella di invertire la tendenza al degrado, quindi non peggiorare più, ma migliorare ovunque sia possibile, verso uno stato più prossimo a quello naturale, ottenendo almeno, nei molti casi immersi in un contesto antropizzato, un miglior compromesso tra l'ecosistema fluviale e le attività umane.
Noi canoisti, massimi fruitori della naturalità del fiume, non possiamo che beneficiare di questa tendenza e pertanto siamo i più accesi sostenitori della RIqualificazione Fluviale.