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ClaudioCastellanoTS:
Dunque: la zona A arriva a 60 m dalla costa, ma se tiri una linea dritta tra le boe ti trovi a pagaiare a 150 m dalla costa.
E il limite esterno delle zone A + B è a 500 m, troppo per gli altri natanti a motore o a vela  abituati da sempre ad ormeggiarsi a 100 m e fare una nuotata...
Non mi spaventano i 60 m (ho traversato il Quarnero da solo) ma è una questione di principio.

Vi invito a constatare, se avete guardato il video "lungo le falesie in tempo reale: 11 min"
https://www.youtube.com/watch?v=VP6JyE8q3PY
video girato nei primi giorni di settembre, che per i triestini è piena stagione balneare, con l'acqua a 22 gradi, che il mare è AFFOLLATISSIMO di canoisti, nuotatori ed altre imbarcazioni più grosse...
E vi invito a contare quanti uccelli si sono levati in volo...

marco ferrario (eko):
Convengo che siano necessarie normative per proteggere e regolamentare la Riserva delle Falesie di Duino e molte altre aree costiere. Il documento redatto da Maurizio Rozza sembra nel suo complesso sensato, ma sottovaluta il fatto che kayak e canoe sono mezzi assolutamente ecologici.
Perciò è necessario sforzarsi per modificare l'Articolo 10 nel comma 3 e nel comma 5, che riguardano rispettivamente le aree marine denominate Zona A e Zona C.
 

Concretamente, proporrei:



L'accesso di kayak e canoe in zona A e C potrà essere consentito se SILENZIOSO (per evitare di disturbare la fauna) e senza che questi natanti si avvicinino a meno di due metri dalle rocce (questo per evitare di danneggiarle e sopra tutto per non consentire tentativi di sbarco, se mai fosse tecnicamente possibile, ma nel contempo per permettere il pieno godimento del paesaggio e della natura a a chi utilizza un mezzo con propulsione umana, che non inquina con rumori o con scarichi e che, con un uso calibrato, non disturba affatto la natura, anzi è un mezzo molto utile per conoscerla meglio e rimanere in sintonia con essa.
Immagino si possa lasciare il divieto di navigazione a 60 metri esclusivamente durante i periodi in cui gli uccelli marini nidificano sulla scogliera.
Ovviamente, nelle zone A e C non sarà possibile tuffarsi dalle imbarcazioni e nemmeno scendere in acqua dal kayak o fermarsi in mare a fare esercizi. Queste aree non possono essere utilizzate come ambienti per fare scuola di kayak.
Per garantire la tranquillità necessaria richiesta dalla natura, si potrebbe  fissare un numero chiuso, ad esempio vietando i raduni in cui si ritrovano più di un certo numero di kayak (ad esempio una decina o dozzina) in contemporanea, questo perché una flotta di kayak, potrebbe disturbare la necessaria tranquillità della riserva, contrariamente a un ristretto e tranquillo gruppetto di 3 o 4 kayak.
In sostanza occorre consentirne il libero accesso di kayak e canoe anche nelle zone A e C ma con limitazioni legate al doveroso rispetto per la natura che va tutelata.



La Riserva potrebbe anche istituire una figura di guardia ecologica marina, che svolgerebbe il lavoro in kayak, pattugliando la zona in modo ecologico, perciò in sintonia con le necessità della natura.
L'intero tratto costiero della Riserva potrà essere percorso in meno di 15 minuti, pagaiando normalmente alla velocità media di un kayak da mare (6 km/h).
Si potrebbe perciò anche limitare il tempo continuo di navigazione lungo il percorso della riserva a circa mezz'ora per percorrerla tutta, così da permettere a chiunque voglia navigare a velocità ridotta di poterlo fare tranquillamente.
In linea d'aria, anzi in linea di mare, l'intera riserva è di soli km 1,5 (vedi mappa 1 allegata) o 1,8 km. costeggiando scrupolosamente (vedi mappa 2), distanza misurata tra la spiaggia ai piedi del Castello di Duino e quella ai piedi del molo occidentale della Baia di Sistiana. Le due spiagge si trovano fuori dalla Riserva ma adiacenti ai suoi confini e sono aree libere per l'approdo.


Purtroppo risiedo a diverse centinaia di km. da Trieste, non potrò presentare queste richieste durante l'assemblea di martedì. Se c'è chi concorda con quanto ho pensato o vuole ulteriormente modificarle queste idee è libero di farlo e portarle in seno all'assemblea di martedì.



P.S. - Rispondendo a Francesca - Dalla mappa, la linea che delimita le zone A e C dalla zona B è distante dalla costa da circa 60 metri a circa il doppio dove la costa è più rientrante,
La linea che delimita al largo la zona B è distante dalla costa circa 500 metri o poco più dove la costa è rientrante.



καλησπέρα
kali̱spéra a tutti.

francesca gastaldi:
Allora chi non firma credendo di firmare un divieto che stà al massimo 60 metri dalla costa tenga presente anche che: quando si tira la linea tra le boe che delimitano la riserva si arriva a distare dalla costa anche 150 metri. In più c'è da tenere presente che per la zona B è previsto "L’ingresso di natanti ed imbarcazioni a vela o motore deve essere obbligatoriamente effettuato con rotta perpendicolare alla costa e a velocità ridotta, con divieto assoluto di navigazione in planata." Ora io non sò a quale normativa si riferisca il regolamento quando usa questi termini (natanti e imbarcazioni) ma sò che nelle leggi nazionali che regolano la navigazione da diporto noi rientriamo esattamente nel termine di "natante". Dunque quando si dice "L’ingresso di natanti ed imbarcazioni a vela o motore deve essere obbligatoriamente effettuato con rotta perpendicolare alla costa e a velocità ridotta, con divieto assoluto di navigazione in planata." io credo che si riferiscano anche a noi. Ciò vuol dire che oltre alla zona A 60 metri e più (nei punti dove la linea tra le boe segna 150 metri) vada aggiunta la zona B che arriva fino a 500 metri. In questa zona B infatti noi, secondo quanto credo, non possiamo pagaiare orizzontalmente alla costa ma possiamo entrare perpendicolarmente e riuscire sempre perpendicolarmente. Io sinceramente spero di sbagliarmi!! Dunque chi rinuncia a firmare perchè crede che siano solo 60 metri quelli ai quali ci viene vietata la navigazione rifaccia i suoi conti se crede. I metri potrebbero essere 60 nella zona C fino ad arrivare a 500 nella parte di mare segnata come zona A e B.

Francesca Gastaldi

Lorenzo Molinari:
Mi par di capire che si voglia creare una zona che non sia né A, né B e né C, ma che sarà individuata con un'altra lettera, dato che le zone A, B, e C hanno una loro definizione e regolamentazione ben precisa.
Il voler far transitare da una zona solo canoisti e nuotatori significa costituire una nuova zona diversa da quelle già previste.
Tale nuova zona mi auguro che non porti al declassamento di alcuna delle zone A già esistenti in Italia, come invece mi pare vorrebbero alcuni dei canoisti che partecipano a questo forum.

Ma se mai fosse costituita una zona per canoisti e nuotatori, perché il kayak vi potrà transitare ma non il pattino, il pedalò o una qualunque barca a remi?
Anche questi mezzi non inquinano e sono silenziosi e colui che rema può essere più civile ed ecologo del canoista, che oltretutto potrebbe essere un canoista improvvisato, che ha preso la canoa a nolo nello stabilimento balneare della più vicina spiaggia. O l’accesso sarà solo consentito al nobile canoista con provato curriculum?

Carlo Fonda:
In effetti la soluzione migliore in assoluto (ma la vedo difficile purtroppo) sarebbe una legge a livello nazionale che stabilisca che in tutte le zone di tipo A il divieto di ingresso per tutti (che attualmente include natanti anche a remi e nuotatori) vada letto diversamente, cioè in maniera che nelle zone A sia consentito, nello spirito della protezione all'ambiente che ha ispirato dette regole, l'ingresso a tutti i mezzi che NON disturbano né danneggiano, e quindi sia permesso per esempio a "piccoli gruppi di kayak" (da definirsi precisamente), così come piccoli gruppi di nuotatori e magari anche canotti di piccole dimensioni o altri natanti aventi impatti minimo o nullo sull'ambiente. Ovviamente con annessi divieti di schiamazzo, abbandoni rifiuti, pesca, campeggio, sbarco, ormeggio, etc.
Così si aggiusterebbero (senza bisogno di modificarle una per una) le regolamentazioni di tutte le riserve marine italiane, aggiustando una evidente assurdità...

Carlo, Trieste
PS: io sono nato e ho vissuto per oltre 20 anni a Sistiana, ho percorso centinaia di volte in kayak quel tratto di costa, e posso assicurarvi che fino a pochi anni fa era dimenticato da tutti... giusto come esempio: vi scorrazzavano liberamente per anni greggi di capre e anche altri mammiferi di notevole stazza che scendevano fin quasi al mare con notevoli acrobazie (ricordo alcuni animali, credo mufloni o simili, con grandi corna...), la gente (anche io) scendeva dal ciglio fino al mare per angusti sentieri per andare a raccogliere asparagi selvatici, e sul sentiero sovrastante per anni noi ragazzi facevamo le gare di corsa in bicicletta, a cui si aggiungevano i tuffi acrobatici di 8 e 15 metri dagli speroni di roccia... Adesso ben venga una tutela maggiore, ma per favore evitiamo di passare da un eccesso all'altro... prima discarica e adesso zona interdetta a tutti?...
c.

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