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Francesco Balducci

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Per qualcuno, poco esperto di geoidrologia, la Sardegna è una meta estiva solo per vacanzieri alla ricerca di mare e sole. Terra arida e aspra, povera d'acqua, si pensa... Luogo comune molto sbagliato! In febbraio ( e non solo ), l'isola si anima, solcata da torrenti e fiumi anche impetuosi e selvaggi. Già l'anno scorso ci stupì con 12 nuove discese, oltre al famoso Flumendosa, di grande interesse canoistico. Il Temo alto, tra tutti, con una gola superba e isolata, che inspiegabilmente percorremmo per primi italiani ( solo i soliti tedeschi ci precedettero anni addietro...), ma non solo: Il Su Entale con una gola ferrigna e una cascata di oltre 14 metri ancora illibata, il rio Mannu e l'Araxisi e il selvaggio rio Fiolo disceso sotto una fitta nevicata. Quest'anno, nella terza spedizione nuragica ( la mia prima risale al febbraio 1988 quando percorsi in prima il tratto supremo del Flumendosa ), insieme a Giuseppe Vaccari, Lorenzo Lepori ,Francesco Serratore e l'autoctono Marco, ho potuto deliziarmi con altri torrenti, tra i quali torreggia il magnifico rio Sa Perda Bianca, di grande livello. Tutti i fiumi sono stati percorsi con moltissima acqua, che in febbraio non manca mai. Consiglio vivamente ai canoisti di recarsi in Sardegna, avvisando però che spesso imbarchi e sbarchi non sono agevoli e comodi. Bisogna avere lo spirito dei River's Hunters ed essere disposti anche ad uscite con canoa in spalla lungo sentieri scoscesi. Speriamo di poter presentare un video alla rassegna di Milano per invogliare qualcuno. Buone pagaiate a tutti.

Vittorio Pongolini

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  • Healthy rivers, lakes and seas are priceless!
Forse pochi hanno focalizzato l'importanza esplorativa e ricreativa della nuova scoperta di fiumi e torrenti della Sardegna, messa in atto da Francesco, Giuseppe, Lorenzo, ancora Francesco e Marco.
Con il loro secondo tour dei fiumi di Sardegna ci hanno aperto delle nuove vie d'acqua interne nell'isola sarda, su torrenti di 2°,3° e 4° grado in stagione invernale, quando ci è precluso per le temperature troppo basse di praticare il nostro sport sul continente. Solo nel Sud Italia (Lao e zone limitrofe) e nella Sicilia (Alcantara e zona di Siracusa) al momento è possibile scendere in inverno con tour di più giorni. All'estero ci è possibile solo, in parte, nel sud della Francia (zona dell'Herault) e poi bisogna fare un balzo fino alla Galizia e al Nord del Portogallo, perché là ci sono fiumi climaticamente mitigati dalle correnti atlantiche. Le stesse correnti atlantiche consentono, solo talvolta, di spingersi nelle isole britanniche, in Galles ed Irlanda.  Ancora è possibile, in Europa, scendere i fiumi del Peloponneso - la Grecia centrale e l'Epiro sono gelide in inverno - oppure fare un ulteriore balzo verso la Turchia del sud. Per pagaiare fuori del  continente è necessario andare verso l'Equatore (Centro America, con Ecuador, Colombia, Costarica, Panama, Messico del Sud con Nicaragua, Honduras e Repubblica Dominicana,  oppure cambiare emisfero (Sud America e Oceania, con Australia, Tasmania e Nuova Zelanda), per rincorrere l'estate australe.
Insomma, méte improponibili per i più, per tempi e costi.
I nostri amici ci hanno invece dato l'opportunità di raggiungere questi luoghi vicini nei mesi di dicembre, gennaio o febbraio, sommando nuovi percorsi sportivi a quelli già esplorati da alcuni di loro un paio di anni fa ed a quelli più conosciuti, esplorati alcune decine di anni fa da vari canoisti, garantendo la possibilità di sostenere un vero e proprio tour di più giorni con almeno - spero di dire bene - otto o dieci nuove discese differenti sui torrenti e fiumi di una meravigliosa isola mediterranea, conosciuta in tutto il mondo per le coste e già sfruttata per il KdM (dico, ci si può portare due tipi di kayak e canoe, fare a scelta pagaiate salate o dolci ed è possibile organizzare tour per utenze  diverse).
Io vi ringrazio personalmente, e spero per i prossimi anni, di poter discendere i nuovi fiumi da voi scoperti in prima.
Mi raccomando però...quanto prima, su queste pagine di CKItalia e CKFiumi i dettagli geografici  per raggiungere ed affrontare i torrenti!
Vittorio Pongolini - Canoa Club Milano

"You don't beat it. You never beat the river, chubby".  Burt Reynolds (Lewis Medlock), Deliverance, 1972.

stefano caprile CCN

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Hai ragione Toio!
Per chi desiderasse cominciare a studiare i nuovi torrenti aperti in Sardegna, due schede corredate da foto sono già state caricate da Francesco, relative al Temo ed al Sa Perda Bianca.
Stefano CCN

Vittorio Pongolini

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Serve il riferimento della mappa...non li trovo...! Ci vogliono mappe a mano da 1:25.000?!? Il Sa perda bianca (troppo bello il nome, è il primo che ho cercato) non lo trovo né su Google Map, né su mappe Michelin.
Vittorio Pongolini - Canoa Club Milano

"You don't beat it. You never beat the river, chubby".  Burt Reynolds (Lewis Medlock), Deliverance, 1972.

Frederik Beccaro

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Senza punti gps non esce la cartina

Francesco Balducci

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Ti ringrazio Toio per ciò che hai scritto. Ho già compilato due schede di fiumi di livello internazionale, il Temo e il Sa Perda Bianca. Come ho sottolineato la spedizione in Sardegna non è ideale per canoisti" comodi " e abituati a parcheggiare vicino allo sbarco o all'imbarco. Ci vogliono cartine 1.25.000 ( io ho comprato quelle dell'IGM ) e vi assicuro Google earth non sempre è di aiuto, perchè solo raramente ci sono foto di Panoramio che aiutano. Le mie schede però sono molto precise e basta seguire le indicazioni sul luogo. A giorni, immetterò altre schede di torrenti di sommo rispetto che vanno conquistati però portando canoe in spalla o per l' imbarco o per lo sbarco. Solo per veri river's hunters...

Vittorio Pongolini

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Gli ultimi torrenti "comodi", le ultime prime seguite da strade adiacenti ai torrenti, risalgono agli anni '70.. Parlo di Mastalloni, Sermenzi, e così via, di tutti i fiumi che conosciamo e che comodamente percorriamo con le nostra canoe in tutti gli angoli d'Italia, affluenti e non, immissari di altri ancor meglio conosciuti e ben visibili dalle strade e che consentono imbarchi e sbarchi immediati. Certo, ora ogni nuovo torrente disceso in prima bisogna sudarselo e le incognite del percorso sono sempre un thrilling. Ricordo due anni fa una "seconda" fatta in Grecia, il Selinous, torrente sul versante opposto spartiacque dell'Erimanthos, in cui ci siamo portati in canoa 40 m. di corda per "vincere" una goletta che era rimasta incompiuta durante la prima per l'impossibilità ad avere il pur minimo riferimento di percorribilità. La corda sarebbe servita per un' eventuale fuga in verticale di emergenza.
D'altro canto, l'esplorazione è l'anima dell'avventura, no? Non sono pasti con cui cibarsi tutti i giorni in cui si va in canoa, ma ogni tanto fanno bene, e alla fine delle nuove discese ti senti al settimo cielo!
Vittorio Pongolini - Canoa Club Milano

"You don't beat it. You never beat the river, chubby".  Burt Reynolds (Lewis Medlock), Deliverance, 1972.