Buongiorno
Per dare un mio contributo al presente argomento, qui di seguito, riporto una mia esperienza scritta per un forum di un altro sito, era maggio 2011.
Non sono un “navigato” che possa dare consigli, voglio però, raccontare la mia esperienza riguardo a Kayak gonfiabili e/o rigidi.
Qualche mese fa, al mercatino dell’usato che ogni tanto viene organizzato da Decatlon, mia moglie ha acquistato, ad un prezzo ridicolo, una canoa gonfiabile: jumbo tramper della METZER/ZODIAC
http://www.montagnadilombardia.com/zodiac.htmLo stato della canoa, che può essere utilizzata da una (K1) oppure due persone (K2), lascia immaginare molti anni di onorato servizio. Le camere d’aria sono però perfette (lasciate gonfie anche per dei mesi non perdono un filo d’aria).
Per dare un’idea della canoa dirò che è una delle migliori in circolazione: molto resistente, realizzata con il tessuto dei gommoni Zodiac. Discretamente rigida, molto scorrevole, si allestisce e ripone in meno di cinque minuti. Non è più in produzione ma gli ultimi modelli avevano un costo di circa 1000 Euro, quindi fascia di prezzo molto alta.
Ho detto tutto questo per lasciare immaginare la delusione provata una volta messa in acqua.
Abbiamo fatto un’uscita al lago di Bracciano, una al lago di Albano e due uscite al mare (sempre calmo e senza vento).
Premesso che nessuno di noi due aveva mai pagaiato prima, la barca è risultata totalmente ingovernabile. Le due piccole derive poste sul fondo risultavano insufficienti. Tutta l’energia veniva consumata nel tentativo di dare un minimo di direzione. In quanto a velocità di avanzamento nemmeno a parlarne. Inerzia zero.
Non ci siamo persi d’animo: tornati a casa ci siamo iscritti ad un corso di Kayak. Abbiamo fatto circa cinque uscite prima che problemi di salute ci costringessero ad interrompere l’apprendimento.
Alla scuola, per iniziare, ci hanno fornito il kayak rigido Oasis della Rainbow.
Ragazzi è tutta un’altra musica: lo dirigi dove vuoi, la velocità la vedi dalla scia che lascia l’imbarcazione che solca l’acqua, quando interrompi la pagaiata il kayak continua ancora per diversi metri con la sua inerzia.
Siamo quindi ritornati con il nostro gonfiabile al mare: le cose sono un po’ migliorate, meglio da soli che in coppia. Naturalmente la coordinazione è di la da venire. La velocità sembrava comunque nulla. Per dare un’idea, ho fatto delle misurazioni e, con un cronometro e l’ausilio di Google Hearth, è risultato che il gonfiabile (su un tratto di mt 400) ha proceduto, con molta fatica, a meno di 3 Km/h, mentre quello rigido (su un tratto di mt 900) è andato agevolmente a più di 7 Km/h.
Solo un’ultima osservazione: come detto il gonfiabile ha molti anni di sevizio (sicuramente tra 20 e 30) ha consentito sbarchi in velocità su: sabbia, sassi, scogli; senza riportare alcun danno. Funziona ancora perfettamente, soltanto che, per metterlo ad asciugare in giardino ho appena sfiorato un cespuglio di rose che con le spine lo ha immediatamente forato (l’ho già riparato con una toppetta che sembra tenere) per cui: occhio!!!
Ed infine, con riferimento alle prove di resistenza del filmato, ricordo di aver incontrato in un’uscita nell’oasi Tevere-Farfa un ragazzo con una canoa identica alla mia che aveva forato ben sei volte. Ha raccontato che tutte le forature si erano verificate su fiumi a causa delle vegetazioni, tranne uno squarcio che si era procurato su un ferro proveniente da un blocco di cemento armato semisommerso.
Saluti a tutti