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Navigazione entro (Italia) e oltre un miglio (resto del mondo)

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francesca gastaldi:
Udite! Udite! A riguardo ho ricevuto oggi conferma (che vi inoltro) dalla Guardia Costiera Americana degli USA. Come avevo ben capito, la navigazione in mare per il kayak non ha limitazioni di miglia dalla costa negli Stati Uniti. Ci sono solamente delle linee guida riguardo all'utilità del salvagente, alle luci, ai segnali acustici, e al paddle float, e il rispetto delle regole previste per la collisione. Altro pianeta ragazzi!!  :)

francy

Inizio messaggio inoltrato:

Da: "Cull, Megan L LCDR" <Megan.L.Cull@uscg.mil>
Oggetto: RE: 2013-911 - Inquiry Regarding Navigation
Data: 08 ottobre 2013 07:26:04 GMT-07:00
A: <francygas@gmail.com>
Cc: "TIS-SG-M-NAVCEN_CHARTING" <TIS-SG-M-NAVCEN_CHARTING@uscg.mil>, "TIS-SG-NIS-Sup" <TIS-SG-NIS-Sup@uscg.mil>, "TIS-PF-NISWS" <TIS-PF-NISWS@uscg.mil>, "Bradley, Jack F BM1" <Jack.F.Bradley@uscg.mil>

Greetings -
There are not specific federal limitations regarding operation of kayaks
or canoes off-shore.  However, there are some guidelines in the link
below published by the Office Of Boating Safety which may be useful and
does list some other associated regulations (lifejacket or PFD,
lighting, sound signal, etc.).  The link does mention the filing of a
float (or paddle) plan and that is always good advice.

http://www.uscgboating.org/regulations/federal_requirements_brochure.asp
x

This link does not however reflect the individual state regulations
which may be in effect.  It is prudent to check with the specific states
separately or via the link on this website
(http://www.uscgboating.org/state_boating_laws.aspx).


We hope this answers your inquiry and we exhort you to always navigate
safely,

U.S. Coast Guard
Office of Navigation Systems
Washington, DC 20593-7851
________________________________________________________________________
________________________________________________________________________
_____________________________________________
1. Subject: Navigation
2. Name: francesca gastaldi
3. Telephone number:*********
4. Email Address: *************
5. IP Address: ************+
6. Comments or Questions:
Please, I would like to know if, in the US rules, there is any
limitation, regarding distance from the coast, for sea navigation by
kayaks or canoes. In the affirmative case, within how many miles from
the coast is navigation allowed?
Thank you very much for your answer.
Truly yours, Francy.

Mail Sent from Web Server: 10/06/2013 01:08:30

francesca gastaldi:
Aggiornamento.
Oggi ho ricevuto la risposta dalla Scottish Canoe Association la quale mi apre un mondo sulla visione della civiltà e dell’educazione sociale e una gran voglia di andare a vivere lì (qualcuno di voi mi dirà : perché non ci vai ;-). Questa è la risposta:

“There are no "rules" about sea kayaking: each person has to decide on their own ability and take into account any risk factors such as weather, conditions, ability etc.  You should look at our website section on Access & Environment for more help on the Access Legislation in force in Scotland and hopefully this will inform you better.”

Visitando i numerosi link che ho trovato sul riferimento che mi hanno dato sono lieta di comunicare per chi non lo sapesse che in Scozia non ci sono regole riguardo alla navigazione e la distanza dalla costa del k mare. Ciascuna persona decide secondo la propria abilità tenendo conto dei fattori rischio come il meteo, le condizioni, la capacità etc. esiste una mappa del governo Uk (https://www.gov.uk/public-access-to-military-areas) che indica con precisione le aree dove può essere limitato o regolamentato l’accesso per questioni militari. Esiste anche un Codice di comportamento per il rispetto dell’ambiente che descrive dettagliatamente cosa fare e non fare per il rispetto dell’ambiente e degli animali.  (http://www.canoescotland.org/Portals/0/Access/Sea%20Kayak%20Code.pdf)

Non posso che essere piacevolmente sorpresa del fatto che esistano posti così nel mondo ;-) Questo mi fa cambiare idea sulla questione della patente nautica oltre le 6  miglia. Nessuna patente nautica è in grado di  insegnare più di quello che può una sana e attenta educazione verso se stessi gli altri e l’ambiente. Ciò è dimostrato dai fatti accaduti e provocati da chi era in possesso di patente nautica. Perciò proseguirò la mia battaglia per la navigazione libera senza sottopormi alla condizione della patente nautica.

Non tutto però è rose e fiori. Infatti in Scozia come del resto in tutta la Uk sono i canoisti da fiume a soffrire enormi limitazioni. Solo una piccolissima parte dei fiumi infatti è pubblica. Sul sito http://www.canoescotland.org/ c’è l’elenco dei tratti accessibili e c’è anche la petizione per una sottoscrizione del movimento che si muove in tutta la UK per cambiare le cose.
Al prossimo aggiornamento

francesca gastaldi

Valentino Romano:
State facendo un lavoro enorme e utilissimo per il quale vi ringrazio anche a nome di tutti i seakayakers del Gruppo Canoe Roma (Associazione di cui è socia anche Francesca).
Una curiosità: avete provato a porre la stessa domanda alla nostra Guardia Costiera? Se sì, vi hanno risposto?
Ve lo chiedo così, tanto per sapere qual è il livello di attenzione riservato a noi poveri cittadini (canoisti e non) italiani.
Non mollate,
Valentino Romano

marco ferrario (eko):

--- Citazione da: Valentino Romano - Ottobre 09, 2013, 07:37:42 pm ---State facendo un lavoro enorme e utilissimo per il quale vi ringrazio anche a nome di tutti i seakayakers del Gruppo Canoe Roma (Associazione ...

--- Termina citazione ---

Fa molto piacere sentire parole di sostegno a questa causa da parte di una Associazione che tanto fa per la diffusione della pratica canoistica, è un importante incitamento per andare ancora più a fondo alla questione.

Francesca, in Italia c'è chi vorrebbe istituire una sorta di patente nautica per i kayakers?
Stento a credere che esista una qualsiasi associazione seria che possa essere di questa opinione, in quanto, sarebbe evidente che agirebbe per opportunismo e presunta convenienza, insomma, solo per un secondo fine mal celato.
Perciò andiamo tranquillamente oltre. Pagaiamo lungo il sentiero marino che ci condurrà a una vera Libertà di Navigazione, senza veti o imposizioni di probabili professorini di professione.

Dalle ricerche fatte emerge che anche in paesi affacciati agli oceani e a mari glaciali, perciò percorsi da forti correnti, maree e basse temperature, sostanzialmente in mari spesso più impegnativi del nostro caldo Mediterraneo, le libertà di navigazione in kayak da mare sono rispettate.
È necessario che le stesse libertà siano accettate anche in Italia.
Basta con i divieti immotivati e assurdi imposti a un mezzo sicuro, silenzioso e che solca i mari senza lasciare traccia e senza inquinare e creare danno.
Le uniche limitazioni stanno in noi, rapportandoci coscenziosamente con le condizioni meteo-marine che pensiamo di dover affrontare e in funzione del kayak che utilizziamo.

Francesca, non voglio andare "a vivere li", voglio restare a pagaiare liberamente sul nostro splendido Mare Magnum.

francesca gastaldi:
Ciao Vale ;-)
grazie per il sostegno. Ha gran valore per me.
Si, ho provato a chiedere alla nostra G.C. E' stata la prima cosa che ho fatto dopo aver letto la L. 171. La risposta? C'è stato uno scambio di mail.  All'inizio il tizio mi rispondeva facendo riferimento ad art. di legge. Io ribattevo, finchè non mi ha chiesto di richiamarlo al telefono. Lì mi ha detto che anche per loro non è facile far rispettare una normativa poco chiara, soprattutto in virtù delle centinai di ordinanze che vengono emesse l'estate e che cambiano di tratto in tratto di costa. Mi ha sostenuto psicologicamente nella ricerca ma non ha voluto immischiarsi ma  mi ha chiesto di tenerlo aggiornato sugli accadimenti. Tenterò ancora di prendere contatti con la G.C. Ho provato a farlo con le alte sfere, via mail,  ma non sono stati né solerti, nè tantomeno presenti come la G.C degli USA!!!Lo rifarò quando avrò in mano un lavoro più completo. Ci sono vicina ;-)

Cmq con l'occasione vi dò un altro aggiornamento ;-) Mi ha risposto la BCU, sezione England, mi hanno indicato la sezione del sito dove trattano l'argomento:
http://www.canoe-england.org.uk/waterways-and-environment/waterways-information-service/regional-waterways-and-coastal-information-service/
Navigando su questo sito e leggendo i vari link di riferimento questo è quello che è uscito fuori.
La questione della navigabilità in kayak e canoa in Inghilterra non è legata a limiti di distanze dalla costa. Non ci sono limiti per navigare. Proprio non è questo il problema per gli inglesi. Nei mari inglesi si naviga, come in Scozia, secondo la propria autonomia e responsabilità.
I più grandi vincoli sono incontrati per via del rispetto e la salvaguardia dell’ambiente. E’ in nome di ciò che ci si stà adoperando per definire delle zone di accesso che saranno soggette ad una regolamentazione.

Discorso molto più complicato e lungo per quanto riguarda gli  accessi e dinieghi delle acque interne. Cosa d cui saranno già al corrente i fluviali che hanno sceso quei fiumi. Molti degli accessi ai fiumi sono negati per via del fatto che sono privati (solo il 2% dei percorsi fluviali è pubblico). A riguardo ci sono due rapporti (EA Report W266 part 1) e 2) basati su studi e affermazioni e tentativi di dimostrazioni delle varie categorie (BCU compresa) sull’impatto che i sempre più numerosi sport acquatici e il sempre maggior numero di praticanti possono avere sull’ambiente. I rapporti molto dettagliati sono costruiti su un sistema di coinvolgimento, collaborazione ed interazione degli interessati (associazioni, enti e autorità) stupefacente. (per chi fosse interessato riporto i link:
http://www.canoe-england.org.uk/media/pdf/Pages%20from%20w266%20small%20part%201.pdf
http://www.canoe-england.org.uk/media/pdf/Pages%20from%20w266%20small%20part%202.pdf)
E’ certo che comunque il fatto che la maggior parte dei fiumi siano privati non fa onore all’inghilterra!!!

Tornando alla navigazione marina, per ora, esistono alcune zone ad accesso limitato ben definite e facilmente individuabili on line. Si possono reperire senza sforzo  su tutti i siti delle associazioni e degli enti e delle autorità coinvolte nel discorso sport e ambiente.
Attualmente, si naviga in mare seguendo le direttive di un codice di comportamento, anch’esso oggetto di ampia divulgazione sulla rete web.
Nel caso si voglia superare i confini inglesi è possibile effettuare la registrazione della barca (SSR number). SSR è una sorta di passaporto per la barca, non ha nessun titolo di registrazione né è prova di proprietà. Serve solo per andare all’estero (in pratica per andare in francia perché sembra che nessun paese altro europeo ne faccia richiesta, almeno leggendo i forum inglesi sull’argomento).  SSR si ottiene on line sul sito della guardia costiera e costa 2 euro.

francesca gastaldi

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