“ ..Ma dove cavolo è andata a finire la spugna…. in quale gavone l’avevo messa… non la vedo… . Ahh, eccola qui che galleggia, la fetente… s’era nascosta in fondo al gavone di poppa…. vieni qui…!”
Stanco di dover togliere quell’acqua che con mare mosso arriva a far galleggiare ciò che si stiva, insinuandosi coatta nei gavoni, ho deciso di intervenire, usando la testa, per porre fine al rito d’asciugatura di tutta quell’ acqua in eccesso, salata o dolce che sia, e che aumenta il peso del mio leggerissimo Kayak da Mare anche di alcuni chili.
Le condizioni di risoluzione al problema di base sono:
a)deve essere un Sistema leggerissimo;
b)deve costare pochissimo;
c)devo sfruttare le mie conoscenze nell’arte dei nodi con una scottina;
d)non devo fare fori sullo scafo e non voglio sporgenze;
e)non deve essere un sistema definitivo ed inamovibile;
f)deve durare ed essere rimpiazzabile;
g)deve essere stagno al 99% (il 100% è quasi impossibile con questi tappi in gomma, vedi punto i);
h)deve funzionare anche con tappi vecchi e polimerizzati.
i)per quanto possibile, non deve risentire delle variazioni di espansione dell’aria nei gavoni;
Per farlo leggero ho usato scottine da 4 mm, con due grilli a cetra e due puleggine semplici inox per ogni tappo (una sola per il 3° gavone). Per ogni gavone, il tutto peserà quindici o venti grammi.
Il costo è di poche unità di euro per ogni Sistema, forse meno di 10 (dieci per tre, trenta Euro).
I nodi che ho usato sono la gassa d’amante, la gassa del kiwi (n.d.r.,la chiamo io così perché me l’ha insegnata il mio amico neozelandese John Longden, ma imparatela!, vi consente di fare la gassa precisamente dove volete voi su un settore di scotta lineare, senza usare troppa corda e con la possibilità di sciogliere il nodo con la stessa facilità della gassa d’amante) , il mezzo collo (due o tre per Sistema), e, per aumentare lo sforzo di tensione di tre volte, ogni sistema è teso con un prusik. La scottina è meglio sia ruvida e pelosa per consentire di serrare ogni Sistema coi mezzi colli senza perdere tensione. E’ fondamentale però che i giri di circonferenza del tappo con la scottina siano due, per impedire che lungo la scanalatura ci siano zone scoperte da tensione attraverso le quali l’acqua si insinui.
Non ho fatto alcun foro nello scafo, anche se un strozzascotte per Sistema sarebbe stato comodo, ma ogni foro è un potenziale introduttore di acqua, e poi non amo le attrezzature sporgenti sul KdM.
E’ possibile togliere tutto in un baleno e rimettere tutto altrettanto velocemente. Bisogna tirare un po’ la scottina quando si serra il tappo, quello sì, ma col prusik è più facile (sforzo che è tre volte quello normale!).
Tutto può essere riacquistato con facilità in qualsiasi negozio di nautica un po’ fornito e rimesso a Sistema. Non come i tappi dei gavoni, che quando si perdono o si forano costano parecchio e bisogna aspettare che arrivino comunque dal produttore che li importa dall’estero.
Il Sistema è tenace e stringe fortemente la gomma del tappo con la sagoma circolare od ovale in plastica di accesso al gavone. Quando tirate la scottina si vede chiaramente che la stessa si tende, stringendo la gomma, e che garantisce una ottima adesione delle due parti. Da che mondo è mondo, tutte le guarnizioni sono in gomma… Per la assoluta impermeabilità, rinvio le considerazioni all’ultimo punto i).
Il tappo del gavone in genere è vecchio soprattutto superiormente: si crepa e si fessura perché rimane esposto al sole, ed a questo stadio di vetustà e polimerizzazione è difficile da recuperare per garantire un Sistema impermeabile. Quando è così va sostituito senz’altro. Ma è difficile che si fessuri dove scorre la scottina, nella scanalatura di tensione. Lì è possibile fare forza comunque perché si schiaccia e si chiudono comunque le fessurazioni dell’età. Quindi il Sistema gioca a favore della durata del tappo.
L’ultimo punto è il più delicato. Non ho provato il Sistema con un delta di temperatura elevato (una differenza di T°) tra acqua ed aria all’interno dei gavoni, come accade in primavera. Questa è la condizione che fa gonfiare (d’autunno) o sgonfiare (in primavera) i tappi dei gavoni più di ogni altra situazione, che li rende visibilmente concavi o convessi, con il risultato che, per il caso di concavità, l’aria nei gavoni, che prima era calda, col contatto del Kayak con l’acqua fredda diventa fredda anch’essa e si ritira, causando un vero sottovuoto che facilita enormemente l’assorbimento dell’acqua, nel caso questa dovesse salire sulla coperta del KdM, cioè praticamente sempre, anche in lago. Se il Sistema dovesse non funzionare, cioè, se la tensione della scottina doppia non dovesse essere sufficiente nel garantire l’impermeabilità nel caso di forti pressioni di assorbimento, proverò a pre-condizionare l’aria del KdM, mettendolo in acqua, prima di chiudere col tappo il gavone e poi a mettere in tensione il Sistema. Vi saprò dire fra sei mesi.
Per il momento la cosa funziona bene e ora posso ritrovare la spugna dove l’ho lasciata. Ma non mi serve nei gavoni, solo nel pozzetto.