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COPPA DEL MONDO SLALOM 2012

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Ettore Ivaldi:
Ne abbiamo viste di belle oggi seguendo le gare delle donne e abbiamo consolidato l’idea che non ci sono certezze, ma solo grandi opportunità per tutti o quasi tutti.
Ne parlavo oggi pomeriggio a gare concluse e cioè durante al pranzo offerto dall’organizzazione, con Cindy Poeschel che chiude questa prima tornata di gare con tre finali e un bronzo. L’atleta tedesca giustamente contenta mi faceva notare che bisogna cercare di prendere ogni occasione al volo tanto più quando le super favorite iniziano a sentire addosso la tensione pre-olimpica. Lei proverà a ripetersi ai prossimi mondiali U23 per fare poi il tifo olimpico  alla sua compagna Jasmin Schornberg.

La giornata per la super favorita Maialen Chourraut non è iniziata molto bene visto che poco dopo le sei della mattina la commissione antidoping le ha suonato il campanello di casa per farle un prelievo del sangue  predisposto dal Cio. Come se non bastasse le cose si sono complicate e trovare la vena per prendere diverse provette di sangue non è stato facile.
La forte basca è un tipetto piuttosto metodico e cambiarle di una sola virgola il piano che si era proposta per la giornata di gare le costa parecchia fatica che poi si trasforma in agitazione e preoccupazione. Non ha pagaiato come siamo abituati a vederla fare, tanto più su questo canale, e l’errore alla porta 8 l’è costato molto caro soprattutto per il fatto che poi è scesa per il resto della gara convinta di aver preso un 50 e non 2 come poi è stato. Ursa Kragelj, che vincerà poi la gara, è passata in finale con 4 e Melanie Pfeifer con ben 6 penalità.
Altro fatto incredibile l’errore di Corinna Kuhnle alla risalita 21... pazzesco. L’austriaca bi-campionessa del mondo fa per uscire dalla porta, ma le scappa via la punta mentre la corrente la trascina verso il centro del fiume senza farle fare il passaggio all’interno della risalita stessa. Uscita in corrente è costretta a girare la canoa, recuperare la morta, risalire, fare la porta e andare al traguardo. Il tutto le costa una vita e l’eliminazione dalla finale. L’austriaca inizia ad abituarsi a risalire le porte e a restare al palo più a lungo di quello che chiunque è portato a pensare viste le prodezze fatte veder spesso e volentieri in occasione delle prove iridate.

Sono tornato a stingere la mano a Nicolas Peschier che con il suo fidato compagno Pierre Labarelle ha vinto la gara in C2 dopo averlo già fatto in Francia solo sette giorni prima. Bravi i due francesi che in questa specialità sembrano aver trovato la loro vera dimensione agonistica.

Sto preparando, per un piacere personale e per cercare di capirci qualche cosa, una analisi di queste prime tre gare di Coppa. La giornata però è stata lunga e prima di fare di addormentarmi sul MAC è meglio far riposare la testa e il corpo. Domani dopo una bella dormita, un cortado e una briosche si ragionerà sicuramente meglio!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi:
L’estate non sta finendo a giudicare dal caldo che in questi giorni ci assilla a Praga per la IV prova di Coppa del Mondo  che riprende dopo una lunga pausa di circa due mesi e dopo aver archiviato le gare olimpiche per le quali sto preparando un libro:  ”Le emozioni olimpiche proseguono”.
La Coppa riparte quindi dalla capitale della Repubblica Ceca per concludersi poi nel prossimo week-end e a Bratislava.  Certo è che qui, per quest’ultima tornata di gare 2012,  si respira un’aria diversa. C’è un’atmosfera strana, particolare, tra chi è qui per cercare subito una riscossa alle gare a cinque cerchi andate male e chi invece qui  vuole avere subito la possibilità di rimettere in discussione qualche leadership di chi aveva conquistato il posto per  Londra. Sembra però non esserci nessun oro olimpico al via. Super Cali non c’è, impegnato altrove, così come i francesi  Emily Fer e Tony Estanguet, quest’ultimo entrato ufficialmente nel Cio come rappresentante degli atleti. Non ci saranno neppure i campioni olimpici del C2, mentre in C1 prenderà regolarmente il via David Florence al quale bisogna riconoscere una grandissima professionalità oltre ad una incredibile passione per questo sport. 
La situazione di classifica attuale, dopo tre gare di  Coppa (Cardiff, Pau e La Seu),  è decisamente aperta a tutte le possibili soluzioni, ma guardiamo nel dettaglio le singole specialità e partiamo dal kayak femminile.
Non sarà al via la super favorita e medaglia di bronzo olimpica Maialen Chourraut, vincitrice di due gare su tre e che ora  guida la classifica provvisoria con  150 punti. Pochi per sperare di vincere una coppa senza prendere il via ai prossimi appuntamenti internazionali. Per la verità la basca non è nuova a queste scelte piuttosto criticabili o quanto meno discutibili. Alla  Coppa del Mondo, non sempre si dà la giusta considerazione per farla decollare e per farle fare un salto di qualità anche economico, ma di questo magari ne parleremo più avanti.
Alle spalle della spagnola  la slovena Ursa Kragelj che si allenava ieri sul canale di Praga  in compagnia del suo fidato allenatore Miha Terdic. Il “vecchio” Terdic è sempre uno spettacolo da vedere all’opera  tra i paletti dello slalom:  passano gli anni e cambiano le regole del gioco, ma lui rimarrà sempre  il talentuoso e funambolico  ragazzo sloveno che a Bourg St. Maurice nel 2002 concluse la sua discesa con mezza pagaia dopo averla spaccata in due alla porta numero 11 entrando nella risalita a sinistra.
Matematicamente e per assurdo possono esserci ancora 33 atlete in grado di vincere  la coppa, sulle 72 che sono entrate in classifica fino ad oggi. Poi in realtà il numero di potenziali vincitrici precipita vistosamente considerando che alcune tra le migliori non prenderanno il via appagate o  forse stanche dai Giochi Olimpici, come Jessica Fox che ha preferito rientrare in Australia. La cosa, conoscendo la determinazione della sua allenatrice nonché madre, mi sembra molto strana. Certo è che il futuro, visti i già numerosissimi successi in campo junior e  la giovane età dell’atleta naturalizzata in Australia, sembra decisamente roseo. Il mio amico L8 mi ha fatto una confidenza riservata e mi ha detto che guardando la Fox in televisione si è emozionato perché ha rivisto  in quella giovane atleta lo stile e gli occhi di ghiaccio di suo padre quando dominava la scena mondiale con la sua superiorità tecnica, fisica e mentale.  Quello stile che ha saputo cambiare e rinnovare uno slalom che fino ad allora era solo un’espressione di forza ad appannaggio di tedeschi e austriaci. Per molti di noi il buon Riccardo Volpe era una sorta di dio, un gigante irraggiungibile, una luce da seguire che illuminava le nostre fantasie e le nostre aspirazioni. Lo è stato per me, ma anche per molti altri tra cui, appunto, il mitico Enrico Lazzarotto. 

Ho rivisto in barca anche le due grandi escluse dai Giochi e cioè Elena Kaliska e Violetta Oblinger. La slovacca non molla così come la sua collega austriaca. Le ho viste pagaiare con rabbia e determinazione. Le ho viste proiettate a Rio 2016. Ma staremo a vedere!
La grande delusa di Londra, Corinna Kuhlne è tornata ad allenarsi in barca  con Natmesing e sembra essere  quell’atleta che abbiamo conosciuto diversi anni fa: curiosa, semplice, talentuosa. Poi ci sono le atlete di casa che certamente diranno la loro su un tracciato che è stato leggermente rimodernato con i “RapidBlocs” di Scott Shiple.  Altri lavori sono in progettazione per i mondiali del prossimo anno che tornano qui dopo solo sette anni dalla prima edizione disputata a Praga. 

Del kayak maschile parleremo più tardi, devo scappare vado a seguire l’allenamento di oggi e poi al Team Leader Meeting delle 18,00 -

Occhio all'onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi:
Dovrei ora  raccontarvi la situazione che si presenta alla vigilia di Coppa per il resto delle quattro categorie, ma sono particolarmente  amareggiato. Riflettendo  mi rendo conto che fare  il punto dopo le prime tre gare e dopo la pausa olimpica poco serve nell’ottica di una Coppa del Mondo a cui non si vuole dare il giusto riconoscimento, con un chiaro ed evidente calo di interesse generale. Mi spiego meglio.
Finite le olimpiadi dove la canoa slalom ha ricevuto il plauso per impianti, per immagini, per organizzazione, per riprese e riscontri televisivi, si torna a gareggiare a livello internazionale in sordina, nel più assoluto silenzio come se parlassimo di un altro sport rispetto a quello visto alle Olimpiadi!
“Carpe diem” recita il famoso motto latino e noi invece cosa facciamo? Non  mettiamo a frutto il successo e l’impatto  mediatico ottenuti grazie alle gare a cinque cerchi. Non si sale sull’onda, per dirla alla mia maniera, e ci si accontenta di quello che è stato perdendo chiaramente l’opportunità di un grande momento che si ripeterà solo, speriamo, fra quattro anni.  Sono solo pensieri e mie idee oppure potrebbero essere condivise da chi di dovere per cercare effettivamente di dare un impulso diverso al nostro sport?
Prendiamo il tennis ad esempio e cosa succede?  I giocatori, sia vinti che vincitori, sono scappati a Toronto per il Roger Cup 1000 e poi via per altri mille tornei seguiti regolarmente da televisioni e media in generale.
Il ciclismo si è lanciato nella Vuelta. L’atletica leggera si è trasferita a Stoccolma con il “Diamond League”  per andare poi a Losanna dove saranno presenti 53 vincitori di medaglie olimpiche di Londra tra cui Bolt.
Tanto per citare qualche esempio e tutto questo perché? Semplice: per mantenere vivo l’interesse dello sport e per offrire agli atleti medagliati una passerella particolare dopo i Giochi.  Cogliere l’attimo per mettere a frutto il magico momento costruito ad hoc. Noi invece cosa facciamo o meglio che cosa proponiamo ai nostri atleti? Nulla! Tanto per farvi un’idea  al  via di Coppa ci saranno solo due  delle  12 medaglie  assegnate. Ci saranno  Hardilek e Aigner. Il primo gioca in casa e  ovviamente non aveva interesse a disertare proprio questa tappa di Coppa. Ci sarà anche Florence, ma non col compagno di C2 con cui si è messo al collo l’argento a cinque cerchi: gareggerà solo in C1. Nessuna medaglia presente per C1, C2 e donne in Kayak.
Ma il problema non è degli atleti che possono avere tutte le ragioni di questo mondo per non prendere il via dopo la faticaccia olimpica. Il problema è a livello manageriale del nostro sport. Il problema è chiedersi  che cosa si può  offrire agli atleti per mettere a frutto i loro interessi con quelli dello slalom in generale. Il problema è pensare prima per agire poi e non agire e fare tanto per fare! Tutti gli altri comitati organizzatori di altri sport spingono per offrire una passerella alle medaglie di Londra mentre lo slalom non si pone neppure il problema!
Chi c’è c’è chi non c’è pazienza. Lo slalom accetta impassibile il divenire degli eventi senza dannarsi più del necessario. Sopravvive ma non si interroga e neppure pensa di mettersi in discussione.

Ieri sera sono stato al consiglio di gara, un consiglio di gara molto dimesso, poco concitato, tutto all’acqua di rose. Non era presente il vice presidente ICF, come invece lo era precedentemente, evidentemente prima aveva altri interessi;  non era presente neppure   il presidente del boarding ICF dello slalom e non sono presenti molte nazioni come molte sono le defezioni fra gli atleti e gli allenatori. Non c’è Tony Estanguet. Sarebbe stato bello che lui fosse stato presente anche senza gareggiare per presentarsi agli atleti nel suo nuovo ruolo all’interno del Comitato Olimpico Internazionale, per presentare le sue idee, per dire ai suoi colleghi di pagaia che cosa cercherà di fare per il nostro mondo richiuso in un piccolo cerchio di appassionati con passione e tanto amore, ma con mille problematiche da risolvere per uscire da questa nicchia.
Tutto ciò però non è ammissibile, tutto ciò rientra nella banalità di un gioco già visto finalizzato solo a mantenere purtroppo le cose come stanno per paura di cambiare, migliorare, progredire.

Mi ha fatto sorride l’altro giorno il buon Claudio Camporesi che parlando della medaglia d’oro di Molmenti mi ha fatto notare che ora chissà quanti giovani si avvicineranno alla canoa e in modo particolare allo slalom. Io non ho detto nulla, ma purtroppo non sarà così e tutti noi lo sappiamo bene perché se questi potenziali giovani non hanno dove andare, non trovano progetti finalizzati a loro, non trovano organizzazione e professionalità  difficilmente si avvicineranno al nostro amato Slalom spinti solo dall’entusiasmo generale che se non sfruttato si spegnerà ben presto!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

roberto.bussolino:
Anche io pensavo che ci sarebbero stati tanti giovani dopo la medaglia di Ferrazzi a Barcellona, purtroppo così nn è stato, e tutto si è trascinato come prima, mi auguro veramente che ora si pianifichi una politica rivolta ai giovani, sfruttando anche la visibilità e il bel messaggio di sport di cui è stata portatrice la Idem.
Per quando riguarda la Coppa del Mondo, è il solito discorso del cane che si morde la coda, gli atleti preferiscono "riposarsi" o sfruttare il momento di popolarità per monetizzare... "tanto in Coppa non ci si guadagna nulla" e viceversa le TV o gli sponsor non accorrono perchè tanto non ci sono nomi di richiamo. Finchè non si interrompe questa spirale, inventando qualcosa di nuovo, una nuova formula o qualcosa che possa fare accorrere le TV, resteremo nel nostro piccolo mondo consapevoli del bellissimo sport che pratichiamo, ma forse è meglio nn farlo sapere troppo in giro!!! :-\
Roberto

Enrico Izzi:
A quali problematiche va incontro un giovane che, ammirata la bellezza di questo sport in tv, volesse cimentarsi nell'impresa quantomeno di provare?
Occorre una canoa, l'attrezzatura, un istruttore/accompagnatore. Non meno importante la materia prima cioe' l'acqua e gli impianti.
Abbiamo campi slalom a sufficienza in Italia? Riescono a coprire (bene o male)  il territorio?
In ogni provincia esistono palestre,  impianti d' Atletica, circoli di Tennis strade per andare in bici per non partlare poi dei campi di calcio; chiunque puo' provare. Riguardo alla canoa, e' ovvio che non si possono realizzare campi slalom dove il territorio non lo consente ma la domanda e':  c'e' qualcosa di migliorabile rispetto alla situazione attuale?
Bye
Enrico.

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