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COPPA DEL MONDO SLALOM 2012
Ettore Ivaldi:
Sono sceso al bar dell’albergo per prendermi una birra perché come direbbe il mitico Tex Willer: ”mi sentivo in gola tutta la polvere dell'Arizona, per toglierla mi ci vuole almeno una pinta di birra". Beh io mi sono accontentato di una Corona, anzi di una Sol che, con una fetta di limone, non è poi così male. Quindi sono tornato in camera e me la sono gustata riguardando le finali del kayak maschile. Bella gara con uno Schubert scatenato capace di domare il vento e la rabbia di essere il secondo uomo tedesco. Poca cosa se poi si vince nelle gare internazionali, ma purtroppo essere il secondo della tua nazione nell’anno olimpico significa, nei migliore dei casi, fare la riserva per una gare che vale lo sforzo di una vita intera. Oggi però il tedesco ha spinto forte e ha saputo tirare fuori il meglio di sé in una gara difficile non solo per il forte vento, ma anche per un percorso complicato da interpretare. Bella la serie di porte a pettine appena superato l’intermedio, ottima poi la combinazione di due risalite sotto il penultimo salto che il 24enne di Hamm ha risolto magicamente. Tutte e due anticipate molto e fatte mantenendo la pala in acqua internamente. Poi con una spinta magistrale di gambe ha lanciato la sua canoa sulla porta successiva per andare a chiudere sull’ultima risalita in modo magistrale. Bravo Schumi!
Mi è dispiaciuto per Super Cali, ma oggi non era giornata e se non è giornata bisogna lasciar perdere.
Ho rivisto la gara anche di qualifica delle donne e mi ha impressionato Corinna Kuhnle. Il suo tempo 104,73 è da paura con tre secondi di vantaggio sulla sua amata compagna di vita Fiona Pennie. Scusate il vantaggio è stato di 2,85 voglio essere preciso perché altrimenti rischierei di essere come qualche telecronista della domenica che commenta la diretta sparandone senza ritegno. Come ad esempio quella di Benzin che è diventato un rivale per Molmenti e che Hradilek è un atleta leggero e che basa tutta la sua tecnica sull’agilità. Beh! il tedesco penso che non abbia mai pagaiato seduto, ma solo e da sempre in ginocchio e il ceco ha un bicipite con una circonferenza enorme. Lasciando stare poi che il vincitore del k1 uomini è stato avvantaggiato dal vento, casomai è stato decisamente penalizzato il povero Sebastian Schubert e se non credete a me chiedetelo pure a lui! Quanto ha penato e che cosa si è inventato per non toccare la risalita 18, lo sa solo lui. Per non parlare di come ha imboccato la serie di porte a pettine che andavano di qua e di là e ci è voluta tutta la sua classe per non andare a finire sulla riva a raccogliere funghi e violette.
Bella la prima manche di Camporesi/Ferrari con un tocco sciocco con il tubo della pala di Pietro che gli ha tolto un potenziale quarto posto di qualifica. Si sono accontentati dell’ottavo più che dignitoso e che fa ben sperare per la semifinale.
Non dico nulla sui vincitori del C2: quei 5 secondi e 79 sul resto del mondo rendono esattamente l’idea di quanto sono forti gli slovacchi che rincorrono la quarta medaglia d’oro olimpica. Ulteriori commenti da parte mia sarebbero inutili e superflui.
Lo confesso prima di bere l’ultimo goccio di birra ho guardato anche la prima giornata di gare di Merano vinta dal bravo Omar. Quanta tristezza nel vedere così poca partecipazione internazionale. Pensare che un tempo si iniziava alle 7 della mattina e si andava avanti tutto il giorno fino all’imbrunire. Era una classicissima per tutti noi e non si poteva assolutamente mancare. C’è da chiedersi perché oggi sia così snobbata dagli stranieri.
Sono arrivato alla fettina di limone quindi meglio chiudere e andare a letto in attesa delle semifinali e finali di domani per K1 donne e C2, prima di mettere in archivio la prima gara di coppa del mondo di slalom 2012 a Cardiff.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
Ettore Ivaldi:
Bella e brava, anzi belle e brave le donne sul podio nella prima finale di coppa nel kayak che ritroveremo nella sfida olimpica fra meno di 50 giorni. La spagnola, Maialen Chourraut, prima, e la slovacca, seconda e qualificata per i Giochi Olimpici di Londra 2012, Jana Dukatova, hanno in comune molti aspetti. Partiamo dall’anno di nascita, 1983, 8 marzo per Maialen e 13 giugno per Jana, poi tutte e due si sono innamorate del loro allenatore, accudendone i figli o figlie come se fossero loro. Hanno subito entrambe interventi chirurgici alle spalle. Hanno dovuto penare molto per emergere e hanno dalla loro una grande determinazione. Entrambe molto meticolose, quasi all’ossessione. Impressionano per serietà e semplicità. Il sogno, che si sta realizzando della slovacca, è avere un attico in centro a Bratislava dove ammirare la sua città. Per la spagnola forse i sogni si sono già realizzati avendo una bella casa in centro a La Seu. Sopra il metro e ottanta Dukatova, sul metro e sessanta Chourraut. Leve lunghe la prima, potente e compatta la seconda, ma il modo di navigare è poi molto simile: un’ottima postura, colpi precisi, tattiche di gara molto contenute, ricerca della scorrevolezza. In finale si sono divise le postazioni per 0,30 centesimi. Due fotocopie di gara per due fotocopie di atleta se pure nella loro diversità fisica.
Giusto per la cronaca terza Cindy Poeschel dal sorriso radioso e dagli occhi azzurri cielo in una giornata radiosa. Di tedesche in finale se ne sono viste ben tre. Mentre l’austriaca bi-campionessa del mondo Kuhnle ha strappato al pubblico alcune ovazioni di giubilo all'uscita di alcune risalite fatte in maniera disumana tanto da sembrare effettivamente un uomo per il modo in cui ha affrontato queste porte. Ha pagato pegno con due tocchi che la lasciano giù dal podio in questo esordio di coppa.
Le finali me le sono gustate a fianco del mio amico Jurg Gotz nonché “grande capo” dei britannici, seguendo la prima parte sul mega schermo e la seconda dal vivo. Mi sono divertito a guardare il lavoro dei pagaiatori del C2 e in modo particolare di chi su quella barca è dietro. Tutti costoro devono aver fatto dei corsi di uncinetto alle scuole medie durante l’ora di applicazione tecnica visto che come ricamano loro le paline dello slalom con la loro pagaia e con il loro corpo è decisamente un lavoro di fino. Suggerisco a Niccolo' Ferrari di iscriversi rapidamente ad un corso on line per guadagnare tempo, anche se il duo italiano è in forte crescita.
Sotto la pioggia assistiamo alle premiazioni e subito dopo carichiamo le canoe. Direzione prima Londra e ci sara' il tempo la sera per andare alla mitica milonga al “the light temple”, assistere all’esebizione di Milena Plebs e Leandro Paloum, fare qualche tanda e ripartire il giorno dopo per Pau, Francia per la seconda tappa di coppa.
Quindi... à bientôt a tout le monde!
Occhio all'onda! Ettore Ivaldi
P.S. sì lo so non ho scritto nulla sui C1 sia uomini che donne. Sono rimasto deluso dalla grande sfida tra Martikan e Benus per le olimpiadi. Speravo di assistere ad un grande duello e invece i due si sono guardati a vista per passare con il minor sforzopossibile. Meglio Martikan ha usato questa tattica mentre il giovane leone di Bratislava ci ha provato, ma esagerando con le penalità non ha ottenuto il suo pass a cinque cerchi.Si mormora che Martino non sia in gran forma accusa un over training, vediamo se si rimetterà in tempo per la rincorsa al suo terzo oro olimpico.
La novità dell'ultima ora in questa categoria è quella che ai Giochi ci sarà anche Lipatov, secondo in finale, ripescato per una serie di congetture, magari vi spiegherò appena ci sarà l'occasione.
Ettore Ivaldi:
Sono rimasto tutto il giorno con il sorriso, l’ho scoperto solo ora ripensando al dì andato. Sono stato incantato ammirando tutto ciò che mi circondava e che parla di canoa in ogni sua forma ed espressione.
Bisogna riconoscerlo pubblicamente: i cugini francesi sono proprio bravi e sono avanti rispetto a tutti noi sotto molti punti di vista. Sono organizzati, sono estrosi, sono dinamici, sono determinati, hanno inventiva. Il difetto che rimane però è quella puzza sotto il naso che purtroppo è insita in molti di loro e che non li rende molto simpatici. Va beh! non pensiamoci e pensiamo solo che poi la serata è finita alla grande con una bella cerimonia d’apertura per la seconda tappa della coppa del mondo di slalom qui a Pau. Bella nella sua semplicità, bella perché è stata incentrata sulla canoa. Il balletto ha rappresentato la vita dell’atleta che si sveglia, si riscalda e va a pagaiare con tutte le sue evoluzioni e tutte le sue problematiche. Poi la quasi originale idea di presentare le nazioni facendo scendere in canoa ragazze e ragazzi francesi con i nomi dei vari paesi. Era successo, a memoria personale, solo in Val di Sole in occasione del mondiale del 1993 e poi forse a Solkan in occasione di qualche manifestazione internazionale. Mentre mi ricordo di un balletto con a tema la canoa in Polonia, ma ora mi sfugge esattamente l’anno e la località. Devo cercare le foto nell’archivio per definire data e luogo.
“Bienvenue les gens de l'eau” ha decantato l’attrice che ha presentato lo spettacolo. Che belle parole ricche di significato: mi hanno emozionato non poco! In effetti, mi guardavo attorno e mi rendevo conto che ero circondato da canoisti. “Questo è il popolo dell’acqua” mi sono detto. Questi sono i veri fruitori di una natura che ci meraviglia sempre. Una natura rappresentata scenicamente da folletti e trampolieri e da diaboliche figure mangia fuoco. Noi che viviamo sull’acqua e per l’acqua che corre, nello spirito libero che solca la corrente. Acqua che ti sa regalare emozioni, ma ti sa anche demolire in un attimo.
Ieri sera sono stato al party per i Team Leader a Villa St Basil’s, un vecchio edificio del 1889 con un giardino molto bello e ora in mano alla municipalità ed usato per avvenimenti e ricevimenti particolari, come quello per la Coppa del Mondo. Abbiamo bevuto dell’ottimo vino e mangiato del finger food assaggiando ottimi formaggi e salumi particolari, anche i dolcetti mignon non erano male. A parte tutto ciò era per dirvi che ho passato una buona mezzora a parlare con Fabien Lefevre, invitato d’onore anche se fuori dalla squadra olimpica. Bene! mi ha impressionato perché chiuso un capitolo ne ha riaperto subito un altro: olimpiadi Rio 2016! Lui si meraviglia quando la gente gli chiede perché si sta allenando visto che per quest’anno non ha nessun obiettivo da conseguire. La risposta è tanto ovvia, quanto banale e con gli occhi che si infiammano mi dice: “Io rispondo sempre che amo questo lavoro e perché mai quindi non dovrei allenarmi?” Già... sante parole visto che mi rispecchio anch’io in questa situazione per continuare a fare l’allenatore anche se purtroppo lontano dalle persone che amo, ma cosa ci volete fare la passione è così grande che mi emoziono ancora ogni volta che si parla o si discute di canoa e godo di un balletto che ad altri magari ha creato solo noia e sonnolenza, ma sono fatto così e a 50 anni è difficile cambiare!
Domani si inizia con le qualifiche C1 e K1 men, ci sarà anche l’esordio in coppa di Zeno, beh a 18 anni non è male iniziare il primo anno da senior con una grande opportunità -
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
Ettore Ivaldi:
Finalmente estate! Non ne potevamo più di allenamenti e gare di slalom sotto l’acqua e il freddo. Oggi per la prima giornata di coppa a Pau uno splendido cielo terso e un sole raggiante, tanta gente ovunque e se tanto mi dà tanto chissà domani che sarà una giornata praticamente festiva che cosa succederà! Pubblico in abbondanza e che parcheggia a qualche chilometro di distanza per essere poi accompagnato nei pressi dello stadio d’acqua viva con navette che effettuano il servizio gratuitamente. L’area è praticamente vestita a festa per una grande happening. Solo così si regala al nostro sport immagine, fama e gloria.
Parlavo oggi con Maialen Chourraut, che ha passato del tempo a sistemarsi la canoa per domani, e facevamo una riflessione: se volessero i francesi potrebbero organizzare la coppa del mondo tutta in casa loro tra Pau, Bourg, Foix, Argentier e altri ancora. Effettivamente, come dicevo ieri, sono avanti e soprattutto pensano al domani promuovendo questo sport in ogni sua forma. Poi ho rivisto una mia ex atleta che allenavo in Spagna, Jone Otano, che in questi giorni darà alla luce un bimbo che si chiamerà Ibai e cioè fiume in basco. Lei è bellissima e dolcissima e io le auguro tutto il bene di questo mondo a lei, al bimbo e ovviamente al papà Jon Erguin.
La giornata mi ha tenuto con il fiato sospeso fino all’ultima discesa dei Kayak maschile visto che Zeno era in ballo per entrare in semifinale dopo due manche non certo eccezionali, ma neppure da buttare al vento. Alla fine 40esimo giusto giusto per disputare la semifinale. Il lavoro da fare e il cammino da percorrere sarà lungo e tortuoso, ma la macchina c’è e anche la volontà di fare tanta strada dopo un anno passato a debellare un maledetto virus che ha fermato bruscamente un giovane speranzoso e sicuramente talentuoso.
Domani sarà un’altra giornata molto difficile, ma si farà un altro passo avanti verso il futuro.
Kauzer ha fatto quello che ha voluto con una prima manche da manuale senza impegnarsi, apparentemente, moltissimo. Super Cali sfolla e non trova i ritmi giusti di gara, lui deve solo cercare di non fare tattiche suicide e concentrarsi sulla qualità migliore che ha e cioè la scorrevolezza dello scafo rosso che ha sotto il culo.
Benus in C1, toltosi il pensiero che non andrà alle Olimpiadi, sembra rinato e ferma i cronometri sul minuto e 30 virgola 43 che sarebbe l’ottavo tempo fra i k1. Bravo anche il basco Elosegui, che lasciata l’università di fisica si è trasferito a informatica. Ora sembra riuscire meglio a programmare le sue discese, mentre prima sembrava un pochino troppo alla ricerca dell’impossibile.
Brave anche le donne in ginocchio. Infatti ben 13 su 15 hanno fatto il percorso senza salti di porte... stanno migliorando a vista. Chissà però cosa succederà nel percorso di semifinale e finale visto che si passa da 18 porte alle 25. Ma questo dice poco se non il fatto che in qualifica il tracciato era più che scorrevole mentre in semifinale sarà una lotta per la sopravvivenza. Poi non capisco e insisto a dire che non c’è congruità di pensiero relativamente alla filosofia da seguire per tracciare i percorsi. A Cardiff praticamente quasi tutte porte a palo singolo, con una bella sequenza a pettine. Qui “vigliacco il coyote del deserto” se ce ne fosse una sola a palo singolo, tanto per dirla alla Tex Willer!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
Ettore Ivaldi:
In sala video e nella adiacente saletta relax atleti è partito un applauso sincero e sentito da parte di tutti per quel 100,79 che Tony Estanguet ha regalato al popolo nella sua vincente finale. Il primo kappa uno uomini, Daille, ha fatto meglio del vincitore della canadese monoposto di soli 0,62 centesimi... e questo rende l’idea chiara di quando è forte il francese in C1 e di quanto è avanti il Duca di Lee Valley. Non infierisco sulla categoria dicendo che il secondo è arrivato a 7 secondi e 82 e mi sembra di aver fatto un tuffo nel passato quando Lugbill vinceva sugli avversari con questi distacchi.
L’altra nota incredibile arriva dalla qualifica delle donne sedute. L’austriaca Kuhnle nella seconda manche di qualifica ha fermato i cronometri a 91,39 tempo che sarebbe stato il nono tra gli uomini. State seguendo? Avete fatto due calcoli? Semplicemente stratosferico a 3 secondi e 70 da Kauzer lasciando la prima delle avversarie a 6,97! Qui ragazzi i punti esclamativi si sprecano perché questi tempi hanno lasciato molti di noi a bocca aperta. Chourraut con gli occhi sbarrati prima di salutarmi e a darmi l’arrivederci a domani per semifinali e finali mi fa:”come faccio a dormire questa notte con questo tempo della Corinna?” Tranquilla Maialen domani è tutta un’altra storia e si riparte da zero per tutte, però in effetti...
Torno a ripeterlo a costo di essere monotono: i francesi sono avanti! Non lo dico per il fatto che su tre finali disputate ne hanno vinte... tre - anche nel C1 donne la vittoria ad una transalpina che risponde al nome di Caroline Loir - lo dico e lo ribadisco per delle finezze, per dei particolari che esaltano ancora di più un’organizzazione perfetta che porta poi ad avere i risultati che tutti noi ormai conosciamo molto bene. Volete sapere l’ultima? Ci sono anche i cioccolatini con il logo e della Coppa del Mondo di Pau e se viene a saperlo il presidente dell’Adigemarathon - Bruno Panziera - impazzisce. Lui l’anno scorso, il presidente intendo, voleva farli a forma di canoetta, ma dei problemi tecnici dell’ultima ora gli hanno impedito di fare questa sorpresa a tutti i partecipanti e al numeroso pubblico sempre presente sulle rive dell’Adige. Vi rendete conto della classe e dell’eleganza della cosa?
Aggiungo solo una comunicazione di servizio per il mio amico L8: “Enrico stai tranquillo ho preso il manifesto della gara, appena posso te lo porto”. Ecco ci risiamo anche il poster è particolare e accattivante, non per niente Lazzarotto ne vuole uno per la sua collezione da brivido.
La posso fare un’altra nota personale? Va beh la faccio: “bravo Zeno, continua così, usa la testa e il cuore e fra qualche settimana appena finito la matura, rimboccati le maniche che si inizia a lavorare veramente... fino ad oggi abbiamo scherzato!”
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
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