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COPPA DEL MONDO SLALOM 2012
Ettore Ivaldi:
Prendete due C1 non più alti di un metro e sessanta cadauno, con una circonferenza del bicipite pari alla metà della loro altezza. Fatto? Bene. Ora prendete un qualsivoglia scafo con due buchi per infilare i due soggetti all’interno. Fatto? Bene. Ora lanciateli giù per il canale di Pau, per la finale della seconda gara di Coppa del Mondo. Fatto? Bene. Avete scoperto come si fa a vincere una prova di coppa con due personaggi decisamente particolari.
Ok! a parte gli scherzi diciamo che oggi in finale ho visto veramente un equipaggio spettacolare che ha saputo interpretare un percorso decisamente impegnativo in modo sublime. Non hanno mancato un colpo grazie ad un assieme impressionante. Davanti il motore, instancabile e perfettamente sincrono con l’acqua. Dietro un altro motore però programmato a puntino, pronto ad entrare in “coppia” senza sfrizionare e senza perdere giri.
Loro sono un certo Pierre Labarelle e Nicolas Peschier due C1 che un paio di anni fa, seguendo la moda, si sono messi a pagaiare assieme e oggi hanno dato il meglio di sé in coppia in questa finale vinta a mani alzate a mo’ di arrivo ciclistico. Bravi, peccato solo che mancassero i gemelloni slovacchi, sarebbe stato interessante il confronto. Certo è che ho visto un Peschier maturato e ridimensionato al punto giusto: una forza della natura che nella specialità singola non aveva quasi mai trovato i ritmi giusti per pagaiare con l’acqua e sull’acqua.
L’altra finale in programma oggi, k1 donne, l’ha vinta Maialen Chourraut. Non mi stancherò mai di dirlo, anche se l’ho scritto mille volte, lei è veramente forte un concentrato di potenza, abilità e determinazione il tutto unito ad una grande umiltà e semplicità sia come persona che come atleta. Brava e siamo a due gare di Coppa vinte su due disputate ora si va in casa sua e penso che non ce ne sarà per nessuno! Guardando attentamente la gara di finale delle donne mi vengono da fare alcune riflessioni. Infatti si può tranquillamente dire che il k1 donne è cresciuto moltissimo. In finale ben 5 donne su 10 hanno zero penalità.
Fuori dalla finale Dukatova e Kulnhe quindi per nessuna nulla è scontato. Questo fa bene alla specialità che di questo passo farà passi da gigante.
Il tempo della spagnola le regala la seconda posizione nel C1 , la vittoria nel C2 e il sesto fra i colleghi seduti uomini... giusto davanti a Super Cali!
Visto che siamo in tema è innegabile che il fattore campo sia decisamente importante. I bianchi di Francia, qui in casa, hanno fatto poker vincendo nel C1 men e women, K1 men e fallendo solo nel k1 donne dove comunque hanno piazzato sul podio la Bouzidi. Direi quindi che il vantaggio per gli atleti locali è piuttosto notevole. Come è stato a Cardiff con Florence che vince in C1 e C2 e qui non entra in finale in nessuna delle due specialità.
Archiviata anche la seconda gara di coppa domani carichiamo armi e bagagli e andiamo a Seu dove torno sempre molto volentieri visto che ho passato quattro anni della mia vita ad allenare gli spagnoli. Rivedrò luoghi famigliari e vecchi amici, assaporerò cibi tipici e buon vino. Godrò dell’aria, degli sguardi della gente, dei sapori e dei profumi di una cittadina molto accogliente e avvolgente.
Mi sono rattristato un pochino guardando le classifiche dei campionati italiani discesa disputati sabato e domenica sull’Adda. Mi ero ripromesso di non parlare più di questa specialità che ho molto amato, tanto più che mi è stato proibito farlo! Ma vedere un Panato che vince ancora in C1 e in C2 non può che fare male e rattristare. Ovvio non per lui personalmente, ma per il movimento della discesa.
L’unica soluzione plausibile è azzerare tutto e ripartire, ma ciò sarebbe possibile solo se qualcuno avesse la dignità di farsi da parte per lasciare spazio a dei professionisti, ammettendo le proprie responsabilità... farebbe più bella figura! Chiudo e non aggiungo altro.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
Ettore Ivaldi:
Quando arrivo a La Seu d’Urgell ci sono alcune cose che devo fare assolutamente.
La prima è bere il latte Cadì. In nessun altro posto al mondo riesco a trovare la mia bevanda preferita così buona e gustosa come qui. Lo vendono nelle buste così lo travaso nella mia borraccia e me lo gusto piano piano bello fresco ogni mattina.
La seconda è il mio giro di corsa di un’oretta seguendo le rive del Segre prima sulla destra e poi tornando sulla sinistra orografica. Si corre accompagnati dal Cadì che maestoso ti segna la strada. Lungo il fiume c’è una bella stradina in terra e lungo il cammino incontri persone che passeggiano con i loro cani, altre che sgambettano con i bastoni, altre ancora che se la raccontano.
Poi non posso non andare a fare colazione al bar di angolo giusto in fronte al duomo de la Seu. Una pasta al cioccolato e un “cortado”. Questa mattina poi ho avuto l’onore di bere il mio caffelatte con quattro fantastiche canoiste e cioè Irati Goikoetxea, Maialen Chourraut, Marta Martinez e Nuria Vilarrubla. Tutte e quattro ottime atlete. Belle ragazze, un viso solare e con un sorriso incantevole: che bella gioventù!
A la Seu poi non posso non andare a cenare al Canigò visto che l’accoglienza al mio arrivo è sempre molto calorosa. Qui ho cenato spesso e volentieri nella mia lunga permanenza nella cittadina catalana e qui si mangia ottimo cibo a buon prezzo e in maniera rapida. D’estate poi si può cenare sul plateatico così hai la possibilità di incontrare e vedere molte persone che ovviamente conosci.
Domani si inizia, ultima prova prima dei Giochi Olimpici. Alcuni atleti che parteciperanno alle olimpiadi non sono presenti, hanno preferito dare forfait per prendersi un momento di pausa e ripartire riposati per l’ultimo ciclo di lavoro.
Prima delle gare però la cerimonia d’apertura. Indiscrezioni dicono che si concentrerà soprattutto a ricordare l’anniversario dei vent’anni dei giochi olimpici disputati qui nel 1992. Staremo a vedere... sarà un bel tuffo nel passato per non dimenticare la storia dello slalom -
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
Ettore Ivaldi:
Cammini per una Seu notturna ed incontri canoisti ovunque. Magari non atleti che vanno a letto presto, ma allenatori, simpatizzanti, fans, genitori o amici. Personaggi bene o male addentro ai paletti dello slalom, vuoi per essere direttamente coinvolti come genitori, vuoi per vari interessi, vuoi per ricordare un passato agonistico o vuoi per semplice ma sincera passione per uno sport puro come sa essere la canoa slalom. Ovvio siamo di Coppa del Mondo e questo è abbastanza logico e scontato, ma è altrettanto vero che questa cittadina nel mezzo dei Pirenei è diventata la bandiera di uno slalom olimpico che ci regala sempre grandi emozioni. E allora capita di fermarti per strada per bere una “clara” e discutere sul tracciato della semifinale che è assai complicato da interpretare oppure inizi a fare pindarici voli su come si evolverà uno sport che ormai è consolidato nel panorama olimpico. Poi ti fermi a commentare le gare di oggi che come sempre hanno molto da raccontare. Le sfumature poi si deformano ogni volta che incontri persone diverse, ognuno di noi sottolinea sempre ciò che lo colpisce maggiormente e su questo ci costruisce le proprie storie che poi andrà raccontando per il resto della sua vita. Bello, molto bello perché il clima è quello della festa e questo fa bene al nostro sport. Si assapora tutto quello che è canoa, tutto quello che può esser considerato slalom. La Coppa, per la verità, si sta disputando un po’ sotto tono... siamo ormai tutti con la testa alle prossime olimpiadi, ma a La Seu c’è ancora un po’ di tempo per fermarsi, per godere di piccoli ma importanti momenti fatti di battute, di gesti, di oggi sotto mille sguardi attenti e competenti. C’è ancora il piacere di condividere un bicchiere di sangria e due tapas.
Ti capita quindi di parlare della vittoria nel kayak maschile di un certo William Forsythe che solo pochi giorni prima in Francia si fermò al 33simo posto. Poi tra una bevuta e l’altra si commentano i risultati degli spagnoli che hanno dominato in C1, mentre Tony Estanguet, dopo la prima manche ha il tempo di giocare con il figlioletto facendolo pagaiare in C1... rigorosamente a destra. Poi inizia ad essere veramente tardi e piano piano la piazza rimane, le voci si spengono, la gene se ne va a dormire prima della giornata di domani che sarà molto interessante.
Occhio all'onda! Ettore Ivaldi
Ettore Ivaldi:
Non si inizia bene la giornata quando leggi che un Amico "nella notte si è fatto male e non sta bene". Il dì parte sotto tono e l’angoscia di non poter far nulla ti resta a lungo. Qualcuno dice che non è sempre domenica e quindi dobbiamo saper accettare anche tutto questo e cercare di andare avanti con il sorriso.
Questo mestiere, ma la vita in generale, non ti permette di aver pause, ripensamenti, malinconie. Non ti permette di fare sempre quello che il cuore ti suggerirebbe di fare, ma ti lascia però spazio per “farti del male” e per condividere il dolore. Sarebbe bello riuscire a fare ciò che si fa scrivendo e cioè mettere un punto, saltare una riga e ripartire con un altro discorso... poco importa se non è collegato al punto precedente, ma così non ci pensi più!
Ieri giornata di semifinali e finali per C1 uomini e donne e per kayak uomini.
Le considerazioni da fare sono molte guardando il podio della specialità canadese monoposto. Eh sì! Mi ha fatto tristezza vedere il bravo Jordi Domenjo mettere la punta davanti a tutti e salire sul gradino più alto del podio con a destra David Florence e a sinistra Tony Estanguet. Tristezza miscelata alla gioia di vedere lo spagnolo vincitore, ma con la consapevolezza che tutto il mondo per la verità pensava quasi esclusivamente agli altri due atleti che fra pochi giorni si contenderanno il titolo olimpico a forza di braccia e testa, mentre Jordi sarà seduto magari comodamente nel suo divano di casa a seguire il tutto alla televisione con mille pensieri per la testa, mordendosi la lingua e imprecando chissà quale santo del cielo. La vita, come si diceva all’inizio, non è sempre come la si vorrebbe.
Non so perché, ma questo 2012 sembra proprio essere l’anno di Etienne Daille che praticamente dopo tre gare ha già fatto sua la Coppa. Per non vincerla si devono mettere assieme una serie di fattori unici oltre al fatto di escludergli la possibilità di gareggiare a Praga e a Bratislava. La quarta gara di coppa sarà praticamente nella sua città natale visto che ha passato più tempo nella capitale Ceca che in Francia. Senza considerare il fatto che lui ha imparata a pagaiare proprio su quel canale visto che la mamma è nata e cresciuta lì e la nonna ha un negozio di materiale da canoa proprio a Troja a un metro dal campo di gara. Questo giovane, dalla doppia nazionalità, per anni è rimasto al palo a guardare le grandi gare internazionali come se non gli appartenessero, mentre oggi si presenterà alle Olimpiadi come grande favorito e non più come outsider. Due vittorie (Pau e Seu) e un secondo posto (Cardiff) non male visto che i big consolidati sembrano essere fuori giri e la cosa certo non gioca a loro favore.
Pomeriggio dedicato alle gare di qualifica donne e C2, routine e semplice formalità per alcune atlete, lotta dura per altre che soffrono ad ogni discesa nel tentativo di passare il turno. Le due facce della medaglia. Testa o croce sembra essere quasi un gioco della sorte passare il turno eppure il livello delle donne in kayak è cresciuto moltissimo e questo non può che fare bene a tutto il settore.
Domani staremo a vedere, qualcuna potrà forse già brindare usando la Coppa come calice con due gare di anticipo!
Occhio all’onda!
maurizio bernasconi:
Adesso che abbiamo il protomartire sappiamo meglio da dove veniamo.
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