L’estate non sta finendo a giudicare dal caldo che in questi giorni ci assilla a Praga per la IV prova di Coppa del Mondo che riprende dopo una lunga pausa di circa due mesi e dopo aver archiviato le gare olimpiche per le quali sto preparando un libro: ”Le emozioni olimpiche proseguono”.
La Coppa riparte quindi dalla capitale della Repubblica Ceca per concludersi poi nel prossimo week-end e a Bratislava. Certo è che qui, per quest’ultima tornata di gare 2012, si respira un’aria diversa. C’è un’atmosfera strana, particolare, tra chi è qui per cercare subito una riscossa alle gare a cinque cerchi andate male e chi invece qui vuole avere subito la possibilità di rimettere in discussione qualche leadership di chi aveva conquistato il posto per Londra. Sembra però non esserci nessun oro olimpico al via. Super Cali non c’è, impegnato altrove, così come i francesi Emily Fer e Tony Estanguet, quest’ultimo entrato ufficialmente nel Cio come rappresentante degli atleti. Non ci saranno neppure i campioni olimpici del C2, mentre in C1 prenderà regolarmente il via David Florence al quale bisogna riconoscere una grandissima professionalità oltre ad una incredibile passione per questo sport.
La situazione di classifica attuale, dopo tre gare di Coppa (Cardiff, Pau e La Seu), è decisamente aperta a tutte le possibili soluzioni, ma guardiamo nel dettaglio le singole specialità e partiamo dal kayak femminile.
Non sarà al via la super favorita e medaglia di bronzo olimpica Maialen Chourraut, vincitrice di due gare su tre e che ora guida la classifica provvisoria con 150 punti. Pochi per sperare di vincere una coppa senza prendere il via ai prossimi appuntamenti internazionali. Per la verità la basca non è nuova a queste scelte piuttosto criticabili o quanto meno discutibili. Alla Coppa del Mondo, non sempre si dà la giusta considerazione per farla decollare e per farle fare un salto di qualità anche economico, ma di questo magari ne parleremo più avanti.
Alle spalle della spagnola la slovena Ursa Kragelj che si allenava ieri sul canale di Praga in compagnia del suo fidato allenatore Miha Terdic. Il “vecchio” Terdic è sempre uno spettacolo da vedere all’opera tra i paletti dello slalom: passano gli anni e cambiano le regole del gioco, ma lui rimarrà sempre il talentuoso e funambolico ragazzo sloveno che a Bourg St. Maurice nel 2002 concluse la sua discesa con mezza pagaia dopo averla spaccata in due alla porta numero 11 entrando nella risalita a sinistra.
Matematicamente e per assurdo possono esserci ancora 33 atlete in grado di vincere la coppa, sulle 72 che sono entrate in classifica fino ad oggi. Poi in realtà il numero di potenziali vincitrici precipita vistosamente considerando che alcune tra le migliori non prenderanno il via appagate o forse stanche dai Giochi Olimpici, come Jessica Fox che ha preferito rientrare in Australia. La cosa, conoscendo la determinazione della sua allenatrice nonché madre, mi sembra molto strana. Certo è che il futuro, visti i già numerosissimi successi in campo junior e la giovane età dell’atleta naturalizzata in Australia, sembra decisamente roseo. Il mio amico L8 mi ha fatto una confidenza riservata e mi ha detto che guardando la Fox in televisione si è emozionato perché ha rivisto in quella giovane atleta lo stile e gli occhi di ghiaccio di suo padre quando dominava la scena mondiale con la sua superiorità tecnica, fisica e mentale. Quello stile che ha saputo cambiare e rinnovare uno slalom che fino ad allora era solo un’espressione di forza ad appannaggio di tedeschi e austriaci. Per molti di noi il buon Riccardo Volpe era una sorta di dio, un gigante irraggiungibile, una luce da seguire che illuminava le nostre fantasie e le nostre aspirazioni. Lo è stato per me, ma anche per molti altri tra cui, appunto, il mitico Enrico Lazzarotto.
Ho rivisto in barca anche le due grandi escluse dai Giochi e cioè Elena Kaliska e Violetta Oblinger. La slovacca non molla così come la sua collega austriaca. Le ho viste pagaiare con rabbia e determinazione. Le ho viste proiettate a Rio 2016. Ma staremo a vedere!
La grande delusa di Londra, Corinna Kuhlne è tornata ad allenarsi in barca con Natmesing e sembra essere quell’atleta che abbiamo conosciuto diversi anni fa: curiosa, semplice, talentuosa. Poi ci sono le atlete di casa che certamente diranno la loro su un tracciato che è stato leggermente rimodernato con i “RapidBlocs” di Scott Shiple. Altri lavori sono in progettazione per i mondiali del prossimo anno che tornano qui dopo solo sette anni dalla prima edizione disputata a Praga.
Del kayak maschile parleremo più tardi, devo scappare vado a seguire l’allenamento di oggi e poi al Team Leader Meeting delle 18,00 -
Occhio all'onda! Ettore Ivaldi