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[Navigabilità fiumi e pedaggi - modificato dal mOd] fattibilità di un raduno
Enrico Izzi:
E' pronta la lettera di adesione alla manifestazione Big Jump in Valnerina pedisposta per l'invio tramite e-mail agli indirizzi sotto elencati. Importante indicare il luogo da dove viene spedita la mail per trasmettere alle Amministrazioni Umbre un messaggio chiaro: l' interessamento dei canoisti non riguarda solamente i local.
segreteria.presidente@provincia.perugia.it
presidente@regione.umbria.it
mcastrichini@regione.umbria.it
legambiente@legambiente.it
info@legambienteumbria.it
gianpierus@tiscali.it
mf0910@mclink.it
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Al Presidente Regione Umbria
Al Presidente Provincia di Perugia
A Legambiente Nazionale
e p.c. a Area Acquviva UISP
A Legambiente Umbria
Oggetto: Big Jump in Valnerina
La L.R. 15/2008 ed i regolamenti delle riserve a pagamento delle ZRS e del no kill creati sul Corno e sul Nera dalla Provincia di Perugia e gestiti da Legambiente Umbria, hanno introdotto ingiustificati divieti di navigazione e di balneazione. Viene così negato il diritto ai cittadini di fruire del bene comune “fiume” che una legge regionale “ingiusta” ha riservato soltanto ad una particolare categoria di persone mentre a livello nazionale ed internazionale si sta percorrendo la strada della compatibilità e convivenza tra le diverse discipline che da sempre nel fiume convivono.
Privilegiare una sola categoria limita inoltre le possibilità di sviluppo turistico di una zona che fonda buona parte dell’economia proprio sul turismo legato alle attività che si svolgono all’aria aperta. Il sottoscritto aderisce pertanto al Big Jump in Valnerina, manifestazione organizzata il giorno 08/07 p.v., per richiedere con forza l’ immediata sospensione della legge e successive modifiche, rivendicando il diritto, anche regolamentato, alla navigazione con canoe e gommoni su tutti i tratti dei due fiumi.
Distinti saluti.
Firmato
Luogo
Gian Piero Russo:
La questione dei divieti di navigabilità sui fiumi in Umbria mi coinvolge particolarmente come appassionato canoista oltre che come referente nazionale della UISP Area Acquaviva e, non ultimo, come ex socio di Legambiente.
In Umbria, unica regione d'Italia, vige dal 1998 il divieto di navigazione in canoa e rafting sui fiumi a salmonidi dal 1 novembre al 28 febbraio, prorogata al 31 marzo dalla L.R. 15/08. Grazie a questo divieto lo storico raduno sul che il C,.C. Norcia organizzava sul Corno non si è più svolto.
Per capire meglio la situazione venutasi a creare in Umbria è interessante approfondire alcuni passaggi della stessa Legge 15/08 che all’ art. 14, sancisce “….la partecipazione alla gestione della fauna ittica e del suo ambiente delle associazioni dei pescatori sportivi e delle associazioni ambientaliste e naturalistiche riconosciute a livello nazionale e presenti in forma organizzata sul territorio della regione”. Alle stesse riconosce il diritto a svolgere “… attività di vigilanza, a collaborare con le provincie …alla difesa ed al recupero ambientale dei corpi idrici e a partecipare alla gestione sociale delle acque”. Viene inoltre stabilito che, alle medesime associazioni, “….. possono essere concessi contributi per la realizzazione di progetti di gestione del patrimonio ittico e degli ecosistemi acquatici”.
Un normativa “sartoriale”, cucita su misura delle esigenze di una particolare categoria di stakeholder/ pescatori sportivi che alla stessa subordina e limita l’esercizio degli sport fluviali arrivando al punto di vietare i rilasci d’acqua per uso sportivo, anche quelli occasionali.
Il legislatore sembrerebbe animato da un vero e proprio accanimento contro gli sport fluviali percepiti come categoria da avversare.
In ossequio a queste agevolazioni Legambiente Umbria, oltre a svolgere la benemerita l’attività istituzionale di tutela e valorizzazione della natura che tutti conosciamo, tramite il settore Gestione Ecosistemi Fluviali gestisce l’Area No Kill di Borgo Cerreto, svolgendo un servizio di vigilanza ambientale (non solo ittica) coordinato con il corpo di Polizia Provinciale. Un unico soggetto si trova così a svolgere le funzioni di controllore che, oltre a controllare sé stesso controlla gli altri a tutela della propria esclusività, peraltro titolato a comminare pesanti sanzioni ai contravventori.
Le posizioni di Legambiente Umbria appaiono rappresentative della particolare categoria di stakeholder o portatori di interessi costituti dalle frange estreme di pescatori alla mosca (riconducibili a sigle quali SIM e PIPAM) che, millantando la pesca No KILL come forma suprema di tutela del fiume ne rivendicano la fruizione esclusiva. In realtà la loro unica preoccupazione è la tutela della fauna ittica, ovvero delle prede, l’attenzione alla tutela degli ambienti fluviali ( o meglio, alla “Gestione degli Ecosistemi Fluviali”) è quindi puramente strumentale e finalizzato alla predazione.
I pescatori alla mosca / gestori delle Aree No Kill da tempo vanno conducendo una vera e propria azione di lobbie che in Umbria attraverso le strutture regionali di Legambiente è riuscita ad imporre una normativa che di fatto sancisce il loro esclusivo diritto alla fruizione del fiume. Mi corre l’obbligo di ricordare che nel 2006 c’è stato un tentativo di esportare tale “modus operandi” nel vicino Abruzzo, come può ben testimoniare l’amico Claudio Rufa, fermato con altri canoisti durante una discesa dell’Aventino da un personaggio qualificatosi come guardia ambientale, referente dei Legambiente Abruzzo / Gestione Ecosistemi Fluviali nonché titolare di un’area No Kill tutelata da apposita delibera comunale. Forte dell’autorità così conferitagli il personaggio pretendeva di comminare la sanzione di 300 € a ciascuno dei componenti il gruppo di discesa.
La stessa situazione si ripropone ora in Campania, sul Sele, dove una delibera ad hoc del comune di Contursi ha sancito l’ interdizione alle attività di “disturbo” all’Area No Kill recentemente istituita nello stesso tratto da tempo frequentato dalla ass. Campania Adventure di Antonello Pontecorvo.
Per anni sono stato socio di Legambiente, collaborando nella iniziative di tutela dei fiumi “Operazioni Fiumi” sull’Aniene e sul Tevere, conosco quindi il valore e il ruolo di questa importante associazione ambientalista.
La convinzione che in Umbria sia in atto da tempo un “deragliamento” rispetto ai fini istituzionali di tutela delle natura e dei fiumi mi spinse a presentare una richiesta di chiarimenti alla direzione nazionale di Legambiente arrivando ad un incontro con la precedente resp.le ragionale Vanessa Palucchi, senza tuttavia ottenere alcun riscontro.
In qualità di coordinatore della UISP Area Acquaviva ho partecipato negli anni a diversi incontri con Legambiente Umbria per cercare di dirimere le questioni ed arrivare ad un accordo che, almeno sull’applicazione dei regolamenti provinciali, attenuasse ragionevolmente i divieti sanciti legge regionale. A fronte di una significativa disponibilità al dialogo da parte di esponenti dei pescatori sportivi, da parte di Legambiente Umbria ho dovuto constatare un convinto irrigidimento delle proprie posizioni con proposte di regolamentazione che inasprivano ulteriormente le restrizioni alla navigazione sportiva considerata come fonte di devastazione degli ambienti bentonici da sedicenti studi scientifici sostanzialmente finalizzati al compiacimento del committente come da link http://www.legambientenera.it/file%20pdf/Proposte_2008_%20legambiente.pdf
Le conseguenze di questa accanimento ricadono ad es. sul CC Terni che per organizzare la Maratona sul Nera si vede costretto a presentare ogni volta una Valutazione d’Impatto Ambientale a firma di tecnico abilitato (!); lo stesso Mauro Pitotti presid. del CC Terni sollevò la questione sulle pagine di questo Forum http://forum.ckfiumi.net/index.php?topic=1521.0.
Beninteso, anche Armando Mattioli, al pari dei gestori delle Aree No Kill è da considerarsi un portatore di interessi particolari, in quanto gestore di una compagnia commerciale di rafting, ma le questioni che solleva riguardano più in generale il diritto alla libera, condivisa e sostenibile fruizione del fiume e, più oltre, la democratica partecipazione ai processi decisori finalizzati alla gestione del bene comune rappresentato dai bacini fluviali, peraltro prevista dalle normativa comunitaria c.d. Direttiva Acque. 2000/60. Uno strumento applicativo di questa Direttiva è il Contratto di Fiume che prevede espressamente il coinvolgimento attivo e la partecipazione della fascia più ampia di soggetti nelle scelte per la gestione delle risorse idriche.
Il CdF è in sostanza un accordo tra le parti per adottare un sistema di regole condivise in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo prioritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale.
Quanto sopra è stato oggetto di approfondimento nel convegno tenutosi a Norcia nel novembre dello scorso anno dal significativo titolo “VERSO UN CONTRATTO DI FIUME PER LA TUTELA E VALORIZZAZIONE AMBIENTALE DELLA VALNERINA” a seguito del quale la presidente di Legambiente Umbria, dopo aver ribadito l’ inderogabilità delle proprie ragioni, ha rifiutato l’invito a partecipare alla proposta di avvio di un contratto di fiume locale.
Gian Piero Russo
Coordinatore Area AcquavivaUISP
armando mattioli:
Gianni Russo ha ben spiegato bene quello che è successo ed il ruolo svolto da Legambiente Umbria.
Una sola precisazione: non gestisco io il centro rafting, ma mia moglie e di questa cosa ho sempre dato conto in maniera trasparente. Oltre che il mio diritto di canoista ho difeso in questi anni il lavoro di mia moglie e dei ragazzi che lavorano con lei: è anche vero che se siamo riusciti in parte a bloccare ulteriori divieti sul Corno, lo dobbiamo a Rafting Umbria ed ai suoi rapporti con albergatori e commercianti di Norcia. E' altresì vero che Rafting Umbria è stato il soggetto che più si è esposto, pagando un prezzo molto salato, insieme al Canoa Club Norcia/Foligno ed ad Acquaviva di Gianni Russo, il cui ruolo è stato molto importante, supportato dalla UISP Nazionale.
Gli altri centri rafting della Valnerina, invece, e gli altri canoa club sono stati a guardare, lasciandoci irresponsabilmente in un isolamento su cui Legambiente in primis ha giocato ( “è solo Rafting Umbria /Mattioli che rompono, gli altri sono tutti contenti” questo era il ritornello). Mi dispiace per il Gruppo Canoe Terni, ma non ci dimentichiamo che la sua Federazione FICK Umbria ha ringraziato ufficialmente la Regione dell'Umbria per meno di un piatto di lenticchie; né possiamo dimenticare che insieme a Pangea firmarono un inconsistente protocollo di intesa proprio con le frange estreme dei pescatori che hanno poi esportato il modello Umbro sul Sele; tale protocollo puntava esplicitamente all'isolamento del fronte del Corno (Rafitng Umbria e Canoa Club Norcia/Foligno) ed invano ho cercato di convincerli a ritirare la firma.
Invece di lamentarsi per le valutazioni di incidenza ambientale che gli chiedono ogni anno, partecipino anche loro al Big Jump, organizzando una manifestazione nel no kill di Ferentillo gestito di ARCI pesca; altrimenti ci risparmino per il futuro le loro lamentele.
Ciò detto, aderite numerosi alla manifestazione dell'8 luglio 2012 BIG JUMP in Valenrina e mandate la mail predisposta dall'amico Rizzi: forza ragazzi, abbiamo già il primo autorevole firmatario, Maurizio Bernasconi, che approfitto per salutare e ringraziare.
Armando Mattioli
Davide Sandini:
--- Citazione da: Gian Piero Russo - Giugno 25, 2012, 10:52:07 pm ---In Umbria, unica regione d'Italia, vige dal 1998 il divieto di navigazione in canoa e rafting sui fiumi a salmonidi
--- Termina citazione ---
Purtroppo devo correggere Gian Pietro Russo, che saluto nel frattempo:
I divieti ci sono anche in Trentino e Alto Adige, per la stessa ragione: peggio ancora, in Trentino i divieti sono stati approvati con la collaborazione del CC trento, che ho tentato invano di coinvolgere in una discussione, e con la collaborazione del rappresentante FICK trentino.
Ho raccolto molte informazioni sulla cosa, che pubblichero' visto l'interesse all'argomento, in un messaggio separato.
Ricordo pure una discussione in cui un esponente della giunta trentina giustificava su questo forum la legislazione dicendo che lo stesso divieto esisteva in Alto Adige e nessuno se ne era mai lamentato.
Per questo la reazione a catena andrebbe interrotta per evitare ulteriori divieti.
Condivido molte argomentazioni della discussione, relativamente alla insussistenza delle presunte ragioni di protezione della fauna, e sulla inopportunità di accettare limiti orari, o tasse per la navigazione; dato che la navigazione non preleva niente dal fiume, la sua pratica è ben sostenibile essendo canoe e kayak il primo mezzo di trasporto umano, usato senza danni per l'ambiente da migliaia di anni, alla faccia di chi si inventa pratiche eco-sostenibili moderne.
Faccio una mia proposta agli organizzatori di raduni e gare, perchè raccogliere firme od organizzare una discussione sarebbe auspicabile piu' della solita lotteria.
Buone pagaiate
Davide
renzo monelli:
Ciao "ragazzo". Siccome ho sostenuto l'idea dell'obolo e sia tu che Gengis, che per me siete un riferimento, l'avete stroncata, vorrei precisare un concetto; I pescatori pagano licenza e tasse varie sulle tipologie di acqua che frequentano. Questo sembra dargli dei diritti particolari. Considerando i soldi che i canoisti spendono in trasferimenti, credo che 2 o 3 € per paludarsi di un falso diritto, non siano esagerati. So che fa rabbia ma la nostra è una orrenda società mercantile. Farsi sopraffarre per questioni di principio forse non porta vantaggio. Comunque ha del ridicolo dire che i canoisti disturbano l'idrosistema perchè quando partono, stappano e arrivano pestano le uova (di chi?), mentre gli ecologici pescatori camminano tutto il giorno, sopratutto chi pesca a mosca, nel torrente. Buonissima l'idea della raccolta firme ad ogni raduno, consesso, filmfestival,mangiata canoistica, BISOGNA COPRIRLI DI CARTA!!!!!!!
A presto (pizza)
A presto
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