Spazio Kayak (e canoa) Fluviale e Torrente > Chat

ALLARME - Il mini-idroelettrico ci lascerà tutti a piedi !

<< < (3/6) > >>

stefano carpita:
Fred, suggerisci tu qualcosa che sei sempre un vulcano di idee...

A me pare che se facciamo la battaglia in difesa del nostro "diritto a fare canoa sui torrenti" perdiamo in partenza: siamo tre gatti, non frega un piffero a nessuno; certamente col Rafting, laddove esistono compagnie che lavorano e muovono un po' l'economia, la cosa funziona anche solo nel far passare il messaggio tra i clienti, ma questo può valere solo per pochi fiumi, la maggior parte dei percorsi fluviali resta fuori.

Mi sembra invece che se troviamo il modo di far passare il concetto che un fiume non è un semplice canale di transito dell'acqua, ma un delicato ecosistema dal quale dipende la vita di molti organismi e in maniera diretta anche la nostra qualità della vita, allora si possono coinvolgere più persone ed anche altre associazioni. Quindi il mio invito è a documentarsi e trovare ... che so 3 nefaste conseguenze dell'installazione di microcentrali sul fiume e costruire su questo una campagna via web (almeno questo oggi è più facile farlo). Ad esempio, c'è un video d'animazione che è girato su Facebook qualche mese fa, molto esplicativo in tal senso, adesso non riesco a trovarlo, ma sicuramente molti di voi l'hanno visto... si vedono le conseguenze di una centrale idroelettrica su un fiume in fast-motion.

Detto questo, sono realisticamente consapevole che sia una battaglia difficile, dunque secondo me bisogna porsi un obiettivo minimo, che non sia: "bandire le microcentrali idroelettriche", ma imporre che ci sia una preventiva valutazione dell'area interessata da parte di organismi indipendenti costituiti da esperti (penso al CIRF o altri enti), in modo da limitare i danni a quei tratti di fiumi o canali che già sono in condizioni pietose e salvaguardare così gli ambienti più sani.

Dai Fred, io ci sono !

Stefano Carpita
www.aguaraja.com

Giuseppe Coduri:
È bello discutere con voi gente, gente preparata, che sa argomentare finemente e che considera chi la pensa diversamente o un gonzo o portatore di interessi inconfessabili. A voi che mi avete  definito pseudo esperto, politicante, “possibilista”, decerebrato*, mi avete invitato a vivere senza stipendio e in ultima istanza (o forse no) ad andare a cagare, credo di dovere qualche precisazione, se avrete la pazienza di leggerla.
1.   Per lavoro mi occupo di energia ma per quanto riguarda l’idroelettrico sono coinvolto solo in un piccolissimo impianto su un canale d’irrigazione (in pratica una fogna a cielo aperto). Non difendo quindi alcun interesse di quanti si propongono di costruire impianti mini-idro nei fiumi italiani.
2.   A Maurizio Bernasconi vorrei ricordare che proprio grazie all’energia che serve a far luce a quattro pirla (sottile metafora del sistema economico consumistico occidentale) i suoi clienti avevano in tasca le lirette per andare a fare le discese in gommone in val Sesia, o sbaglio? È facile sputare nel piatto dopo aver mangiato.
3.   È vero che le energie rinnovabili sono incentivate, anche se non quanto dici tu, Davide. Io però trovo normale e giusto che lo stato incentivi lo sviluppo di attività ritenute vantaggiose per la collettività. Se così non fosse, per quanto riguarda la produzione di energia, tutto sarebbe fermo a 30 anni fa. Se vogliamo discutere della congruità degli incentivi alle varie fonti energetiche, bene, ma questo aspetto lo vedo slegato dall’impatto ambientale, che va valutato indipendentemente dalla convenienza economica di chi realizza gli impianti.
4.   Un altro pilastro delle vostre tesi è che dietro le iniziative idroelettriche ci siano chissà quali potentati economici. In realtà banche e fondi d’investimento sono molto più propensi a finanziare grandi impianti fotovoltaici, che sono molto più prevedibili in termini di resa e tempi di autorizzazione/realizzazione. Dietro al mini-idro ci sono in genere aziende locali medio-piccole e vi assicuro che trovare i soldi per fare queste centrali non è per nulla facile. so di molti impianti di questo tipo, realizzati su dati portata sbagliati, che sono in fallimento..
5.   Premesso quanto detto al punto sopra, ribadisco che la scelta di appoggiare o osteggiare la realizzazione di un impianto mini idro deve dipendere dall’impatto ambientale che genera, non dalla natura del proponente (che può essere la comunità montana o una multinazionale) o dal ricavo che ne trae.
6.   Ho appoggiato le proteste fatte per il Sesia anni fa, più recentemente per il Trebbia e pochi mesi fa ho pure scritto un articolo per il periodico della Fick pubblicizzando la protesta in atto contro un progetto mini idro all’Alpe Devero (che fortunatamente è stato  bocciato). Non sono, quindi, un fanatico delle devastazione e della cementificazione dei fiumi.
7.   Ribadisco però che secondo me, in casi particolari, tali progetti non siano affatto dannosi per l’ambiente. In generale, ove vi siano forti dislivelli concentrati in pochi metri, a ridosso di sbarramenti, briglie, ecc. la realizzazione di un impianto idroelettrico, associata (e qui entra in gioco la nostra eventuale azione di lobby) alla realizzazione di un passaggio per canoe (e pesci) attraverso il quale passi una quota comunque sostanziosa della portata disponibile, con restituzione integrale di tutta la portata appena a vaalle del salto, ritengo non sia un’opzione da rigettare a priori. Diverso, ovviamente è il caso di captazioni d’acqua che privino il fiume di tutta la portata per lunghi tratti. Sistemi di questo tipo hanno consentito (all’estero) la realizzazione di canali artificiali per lo slalom e potrebbero essere realizzati sui nostri fiumi. Penso al Toce a valle del ponte di Cuzzago (per chi lo conosce) o al Po ai Murazzi di Torino, giusto per fare alcuni esempi.
8.   Un’ultima considerazione. Davvero noi canoisti ci riteniamo così amici dell’ambiente? Sicuramente inquina meno la massaia con l’asciugatrice che il canoista che si spara centinaia di km in macchina (o peggio, in camper) ogni fine settimana per fare qualche ora di torrente. Tempo fa su queste pagine si celebravano le imprese di canoisti che, per realizzare una prima, si erano fatti portare all’imbarco in elicottero. Bellissimo, per carità; ma non parliamo di sport ecologico o di ambiente.
*probabilmente sono davvero decerebrato, ma non è sicuramente stata la televisione, che ho smesso di guardare molti anni fa.
Un saluto a tutti.

maurizio bernasconi:
A furia di argomentare finemente, distinguere e disquisire si può dimostrare qualsiasi cosa. E' proprio di quello che sono sazio. Dopo decenni di studio e cultura del fiume e delle acque sotto il profilo maturalistico, culturale, economico, spirituale, igienico-sanitario, strategico e così via... basta una "svista" nella penultima delle 3000 pagine di un bilancio e la Regione Piemonte può escudere alla chetichella dai vincoli faticosamente e miracolosamente conquistati Sesia e Chiusella (per esempio, è successo qualche anno fa e poi si è rimediato con altro duro lavoro). E' una società con  nulla di sacro. Le acque, la terra, gli uomini, gli animali e le piante sono semplici variabili economiche. L'idroelettrico in Italia significa raschiare il barile: distruggere molto per produrre quasi nulla, come tu stesso ammetti citando gli impianti fallimentari. E' un'idiozia sempre e comunque. Dobbiamo imparare a vivere con pochissime energia e materie prime, pochissimi spostamenti, pochissimo lavoro, poche cose di ottima qualità; con molto pensiero, molto tempo a disposizione, poco rumore: tutto il contrario di quello che si fa.
Lo sviluppo economico, o crescita se preferisci, è la caricatura quantitativa di una certa l'idea ottocentesca di progresso indefinito (o ancor più allucinante: infinito). L'ansia dello sviluppo e della crescita nelle produzioni e nei consumi non genera nulla, ma esprime una specie di libidine della caduta, un abbandonarsi euforico all'accelerazione del tempo, una disponibilità acritica ad esporsi alle conseguenze di eventi che rinunciamo a capire e a controllare.
Bene... non ho mandato a cagare nessuno. Misura in tutto dunque, anche e soprattutto in quello.
 

Davide Sandini:

--- Citazione da: Giuseppe Coduri - Maggio 15, 2012, 02:48:39 pm ---Io però trovo normale e giusto che lo stato incentivi lo sviluppo di attività ritenute vantaggiose per la collettività. Se così non fosse, per quanto riguarda la produzione di energia, tutto sarebbe fermo a 30 anni fa. Se vogliamo discutere della congruità degli incentivi alle varie fonti energetiche, bene, ma questo aspetto lo vedo slegato dall’impatto ambientale, che va valutato indipendentemente dalla convenienza economica di chi realizza gli impianti.
Un saluto a tutti.

--- Termina citazione ---

Un altro esempio degli incentivi a settori di pubblica (in)utlità: Le associazioni agricole del Vicentino chiedono da anni la costruzione della diga sul Vanoi, dato che le colture di mais della pianura hanno bisogno di acqua per assicurare i raccolti; naturalmente la diga sarebbe finanziata a spese pubbliche, poi si dovrebbe acquistare a prezzi incentivati il mais, perchè i contadini non ce la farebbero a tirare avanti, e cosi' paghiamo due volte. Inoltre adesso con l'incentivo sulle rinnovabili, stanno cercando di costruire dei digestori per fare fermentare il Caro mais con liquami animali e fare biogas con cui produrre energia elettrica, che dovremo ripagare con gli incentivi, per la terza volta.
Cosi' pagheremmo per tre volte la distruzione di uno dei pochi fiumi ancora sani.
Credo che qualcuno ritenga che la crisi globale provenga da qualche oscura forza, io sono convinto che se questi sono gli esempi di pubbliche utilità è molto meglio se la smettiamo di pagare per ottenere disastri. E di impedire che le banche finanzino attività in perdita con i soldi non loro.
ps: non ho mai detto che tu sia un decerebrato, ho detto che io non lo sono.
Non confondermi con Bernasconi, i cui interventi non condivido quasi mai.

Notte
Davide

fredgil:
Grazie a tutti per il contributo.
La minaccia continua e si fà sempre più aperta, concreta, pubblica.
Vi invito a andare sul site www.qualenergia.it, un sito professionale, letto da migliaia di operatori del settore - ed in particolare su: www.qualenergia.it/articoli/20120614-idroelettrico-e-ora-di-pensare-piccolo.
Titolo eloquente di questo bel articolo che esalta “10.000 piccoli salti d'acqua potenzialmente utilizzabili” in Italia…
Invito ciascuno di Voi a lasciare un commento – è del tutto libero. Evitiamo solamente di presentarci come canoisti, o di parlare di canoa, rafting ecc. Il Fiume non ne ha bisogno, mentre se appaiono come lo spero, grazie a ciascuno di noi, decine e decine di messaggi “contro”, può essere l’inizio di qualcosa di interessante a sua difesa.
Non perdete tempo, più potente e più rapida sarà questo “nostra” risposta, meglio sarà.
Fred

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

[*] Pagina precedente

Vai alla versione completa