Interessante le proposte di Leonori di parlare dei miei programmi 2005 che in realtà nascono prima e cioè nel 2001 quando ero il direttore tecnico della canoa fluviale italiana quindi slalom e discesa. Interessante anche capire cosa succede nelle altre nazioni.
In realtà questi due elementi sono strettamente collegati.
Perché dico tutto ciò? Semplice perché quando presi in mano il settore discesa avevo percepito chiaramente che a livello internazionale non aveva nessun riscontro e si stava cercando di rilegarla ad una specialità in via di estinzione. Poco potere politico e scarso riscontro mediatico, nessuna idea di cambiamento e nessuna spinta di miglioramento. Io viceversa vedevo nello sprint, e la ritengo tutt’ora, un’ottima disciplina per dare una spinta anche allo slalom. La sua spettacolarità è unica, certo è che bisogna spingerlo sotto ogni punti di vista per far sì che tutto ciò possa avvenire.
Presi posizione a livello internazionale e nel 2005, quando rimasi solo a fare il tecnico di settore della discesa, mi adoperai per costituire un gruppo di lavoro internazionale per portare avanti idee e progetti comuni. Avevo spinto in ogni sede e in ogni riunione. A Chalaux, in occasione dei campionati europei, come pochi giorni fa Mariano Bifano aveva ricordato, si era costituito un gruppo di lavoro internazionale dopo le riunioni effettuate in Coppa del Mondo. Avevamo fissato i punti e organizzammo un altro incontro per novembre. Elaborai, nel corso della Coppa del Mondo e nel corso di vari raduni con i ragazzi della squadra, una relazione in inglese che sintetizzando al massimo sosteneva il fatto che la discesa doveva concentrarsi sulle gare sprint unendosi allo slalom in combinata. Ciò però non avrebbe portato alla eliminazione della prova classica. Anzi offriva opportunità anche per questa specialità.
Era il periodo in cui l’attuale commissario tecnico Robert Pontarollo pronunciò la fatidica frase: “Ettore lo slalom ha perso un tecnico, ma la discesa ci ha guadagnato in tutti i sensi”- Poi fu il primo ad accettare il cambiamento per prendere il mio posto. A tutt’oggi lo ritengo il maggior responsabile di questo stillicidio in atto per la discesa mondiale. Non ho nulla di personale, anzi lo devo solo ringraziare perché se fossi rimasto a lottare contro i mulini a vento mi sarei perso tutte quelle grandi occasioni che ho potuto vivere fuori dall’amata Patria e crescere professionalmente.
La mia idea di combinata ha e aveva lo scopo di arrivare ai Giochi Olimpici. Così facendo si possono raddoppiare, ma anche triplicare (slalom - sprint - slalom per combinata + sprint di combinata - combinata) le medaglie in palio sfruttando per 10 giorni l’impianto invece dei quattro o cinque previsti attualmente.
Nell’ottobre del 2005 la Federazione mi diede il ben servito. Con me si chiuse anche il gruppo di lavoro internazionale che non aveva più interesse di esistere e nessuno fece lo sforzo di andare comunque avanti. Io non avevo nessuna voce in capitolo per restare e decisi di cambiare rotta accettando le offerte di lavoro in altre nazioni per il settore slalom.
Me la passai male pensando a quanto lavoro fatto e vedendolo andare in fumo.
A malincuore me ne andai visto che le proposte ricevute dalla Fick erano solo prese per i fondelli e non avevo nessuna intenzione di lavorare per conto di persone che poi avrebbero distrutto la canoa italiana. Cosa che puntualmente si è verificato in soli sei anni. Non badate a quello che vi raccontano, leggete i programmi attentamente e riflettete sulle convocazioni e sul valore di ogni proposta con la relativa durata nel tempo.
Dico tutto ciò per far capire che il problema non è solo italiano, il problema della discesa è internazionale. I tedeschi si pagano, ai francesi vengono rimborsate solo le spese per certe categorie e se ottengono risultati. I cechi, una volta partiti con grandi idee e obiettivi, oggi si sono ridimensionati conclusa l’ondata di fervore giovanile. Gli svizzeri sono una armata Branca Leone, i begli vivono per la passione di vecchie glorie della discesa. I croati cercano di sopravvivere, gli sloveni sono sostenuti dal direttore tecnico assoluto per non dimenticare da dove è venuto.
Nel 2010, spinto anche dalla passione di un amico atleta, ho ripreso carta e penna e ho scritto al Presidente ICF - 22 febbraio 2010 lettera a Perurena ICF -
http://forum.ckfiumi.net/index.php/topic2424.msg8704.html#msg8704 - per sollecitarlo a portare avanti quella mia vecchi idea di sprint più combinata.
Lo scorso anno ho spinto sempre lo stesso amio-atleta ad inviare una proposta al presidente Federale perché riportasse avanti il progetto da me presentato a livello internazionale nel 2005. Sotto altra forma ovviamente perché tutti sanno bene cosa pensa la Fick del sottoscritto. Lui rispose che avrebbe preso a cuore la cosa e che condivideva in ogni suo aspetto. Ma poi il silenzio regna, interrotto solo durante i discorsi all’Adigemarathon dove ci sono grandi parole di elogio e più mi elogiano e più lontano vado a lavorare!
Notate bene: l’Adigemarathon nasce non a caso nel 2004 proprio per offrire un punto di incontro a fine stagione e per far capire la potenzialità della canoa. Un progetto sviluppato grazie alla grande sensibilità di Alviano Mesaroli (ex tecnico nazionale a tempo pieno dal 2001 al 2005 - altro punto fondamentale che volli fortemente e cioè di avere una figura full-time retribuita regolarmente per dare dignità al settore, non come oggi che si accettano questi ruoli per 4 pezzi di pane) e di Bruno Panziera. Inutile sottolineare dove è arrivata questa manifestazione in nove anni.
Sempre nel 2005, prima di andarmene avevo fatto una relazione dettagliata - oltre 100 pagine - dove si illustrava la situazione della discesa a livello internazionale e poi, visto che sono un tecnico, avevo proposto una serie di lavori per sviluppare le strategie di gara nella prova classica. L’avevo consegnata alla segreteria e l’attuale coordinatore tecnico l’aveva bollata come un lavoro meramente giornalistico. La stessa relazione tecnica l’avevo consegnata anche ad Andrea Giacoppo sulle scale della Federazione, revisore dei conti e amante della discesa e che ritenevo oltretutto un amico. Fui io a proporgli di candidarsi a questo ruolo (2001) per mettere a disposizione della Federazione la sua professionalità in campo contabile unita alla sua passione per la pagaia. Mix magico per cambiare le cose... mi sbagliavo! Anche da lui nessuna risposta, passò come un fulmine a ciel sereno. In quelle 100 pagine c’era la storia della canoa discesa e cosa si sarebbe dovuto fare per cercare di non arrivare ad un punto di non ritorno.
Spero di essere stato chiaro. Dimenticavo. Alessandro ha la speranza di far sì che qualcuno della Fick dialoghi sul forum. Credo che ciò non possa essere. Il responsabile del settore discesa e del settore junior slalom non ha più partecipato ai Consigli Federali e si è praticamente dileguato, accettando che gli junior dei paletti facciano le selezioni in posti assurdi e nel momento più critico per l’anno scolastico. Poi nessuno, ripeto nessuno all’interno dell’attuale Fick è in grado di confrontarsi per mancanza di idee e di conoscenze. Se si pensa che gente del calibro di Vladi Panato e Carlo Mercati sono stati tagliati fuori come le figurine Panini ci fa capire che chi sa fa paura ed è meglio ignorarlo. Passi per Ivaldi che è un sognatore e... non ricordo più cosa, ma per il resto è come tagliarsi i c... per fare un dispetto alla moglie!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
Si veda anche per una completa analisi sul tema discesa analisi settore discesa 8 luglio 2009
http://forum.ckfiumi.net/index.php/topic,1916.0.html- confronto sulla discesa interessante da leggere per capire che a distanza di poco più di 2 anni le persone che sostenevano la politica federale si sono eclissate
http://forum.ckfiumi.net/index.php/topic,1806.msg6531.html#msg6531
p.s. spero di aver risposto a Leonori, poi se vuoi avere i dettagli dei programmi fatti con i ragazzi non tarderò. Anzi inviterei i ragazzi magari a parlarne.