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Kayak da mare leggeri.
Vittorio Pongolini:
Oggi mi ha chiamato il mio amico e collega canoista fluviale e kayaker marino Massimiliano Milani. Con un riferimento per nulla subliminale mi ha detto: "Toio, il kayak in kevlar-carbonio costa un pacco di soldi in più rispetto ad un kayak in polietilene. E anche decisamente di più di un kayak in VTR. Non me lo compro proprio per le volte che lo uso!". Allora mi sto domandando se è proprio solo questo il motivo per cui ce ne sono così pochi in giro e tutte le belle cose che si leggono sulle guide, riguardo la massa dei kayak, sono solo una giustificazione istituzionalizzata per arrivare ad un ottimo compromesso qualità/prezzo? Ma allora Derek Hutchinson (Sergio Cadoni, il trascrittore ed adattatore non me ne voglia. Tradusse una vera primizia e tutti noi vecchi kayaker glie ne siamo grati...) si deve aggiornare! Deve ammettere che la vera storia è questa invece di scrivere (IL KAYAK DA MARE , 1.3):[...] "Un'altro requisito da considerare, quando si acquista un kayak, è il peso dello scafo. Un kayak spinto a forte velocità sulla cresta di un'onda può trovarsi con svariati metri di scafo sospesi in aria. Se viene investito da un forte vento al traverso è molto facile che il kayakista ne perda il controllo. Per essere affidabile con vento forto e mare mosso, un buon kayak deve avere un peso a vuoto fra i 22 e i 27 kg. Naturalmente si può zavorrare in qualche modo la barca per renderla più stabile e controllabile in situazioni difficili, stando però attenti che la zavorra sia ben fissata e non se ne vada allegramente in giro per lo scafo. [...]" . Ci sono per la verità delle ammissioni nello stesso paragrafo riguardo ai nuovi materiali che danno ottime garanzie, ma sono un po' celate, un po' vaghe ed ammonitrici.
Quindi, ragazzi, la verità è che... bisogna sgobbare un po' di più per acquistarsi un ottimo kayak da mare leggero e che per ammortizzarlo dovrete pagaiare molto!
altergg:
--- Citazione da: Vittorio Pongolini - Gennaio 17, 2012, 08:44:58 pm ---"Un kayak spinto a forte velocità sulla cresta di un'onda può trovarsi con svariati metri di scafo sospesi in aria. Se viene investito da un forte vento al traverso è molto facile che il kayakista ne perda il controllo. Per essere affidabile con vento forto e mare mosso,.."
--- Termina citazione ---
Ma Hutchinson, cosa aveva al posto della pagaia, un motore fuori bordo!? :D e poi dove pagaiava, a capo Horn!?
Confesso la mia ignoranza su Hutchinson, immagino che pagaiasse davvero spesso in queste condizioni. Personalmente cerco di limitare il più possibile i momenti in cui devo pagaiare con mare mosso e vento forte. D'altronde qui in Italia il tempo è spesso bello.
Comunque secondo me il titolo e la foto del libro la dicono lunga. "Navigare come gli esquimesi" e il kayaker della copertina ha un popò di muta ...
Ha senso applicare le logiche dei tempestosi e freddi mari del nord all'Italia!? :P
Cmq ognuno è certo libero di pagaiare come vuole, il bello di questo forum è anche che riunisce pagaiatori con concezioni a volte radicalmente differenti. Il mondo è bello perché varia! :)
Marco Alberti:
Certo che questo forum mi sembra un po' come quello dei motociclisti : quando c'è freddo e brutto tempo fuori la gente si fa un sacco di pippe ! ;D
Dove vive questo Hutchinson poi, mi sa che fa brutto spesso. ::)
Gengis:
Ciao a Tutti ,
sicuramente un k.mer leggero è molto meglio maneggiabile e caricabile di uno pesante , su questo penso che tutti siano d'accordo , in mare però
bisogna fare dei distinguo.
Se uno una il K.mer per uscite brevi , con tempo bello accertato e sopratutto duraturo , magari su percorso conosciuto e collaudato ,
la leggerezza a sicuramente dei vantaggi.
Se uno invece usa il K. per lunghi percorsi ,per più giorni , usandolo proprio per navigare e fare campeggio nautico il K. deve essere ben solido e va caricato con giudizio , sistemando e stivando i vari materiali in modo che non si muovano per nessun motivo .
Il peso non è il solo metro di paragone ,la sua forma ,specialmente la parte che emerge ha una sua notevole importanza ,tanto per capirci i vecchi modelli quelli con prue e poppe molto alte, sono soggette a risentire dei colpi di vento ,molto di più di quelle disegnate negli ultimi anni in cui prue e poppe sono più penetranti e basse , così da offrire meno spazio al vento.
Per personale esperienza ho potuto provare e testare con vento molto forte che il mio 516 SKD , caricato per il Tour delle Eolie di 4 giorni di ogni necessità ed imprevisto,oltre che per il campeggio molta acqua e molto cibo( non si sa mai ) a tenuto il mare ed il vento in maniera eccellente ,permettendomi di rientrare a Vulcano in una giornata in cui non andavano i traghetti per il mare troppo mosso , senza andare a bagno , bagno che ha invece castigato anche un Istruttore,bravo ed allenato , che aveva però il k. vuoto e con le punte troppo voluminose .
Se poi sulla bilancia di queste valutazioni mettiamo il mio scarso allenamento , l'età , ed i reumatismi , mi convinco sempre più che un K. robusto per costruzione ,indipendentemente dei materiali ,ben assettato tiene meglio il mare di uno leggero .
Gengis
Vittorio Pongolini:
Rispondo in una botta ad alteregg e a Marco: anche in mediterraneo ci sono venti forti e onde alte, e se si è dei validi kayaker si esce, qualunque sia lo stato del mare e la temperatura. D. Hutchinson ( http://www.useakayak.org/derek/derek_hutchinson.html ) è un istruttore, un Senior Coach della BCU ed è un vero monumento vivente per il kayak da mare. Ora è vecchiotto però. Sapevo che aveva attraversato il mare del Nord (100 miglia!) e sicuramente ha una bella esperienza (forse è più affidabile la sua pagaia di qualsiasi motore fuori bordo...) Criticare una sua affermazione da parte mia vuol dire avere un bel coraggio. Però le mie affermazioni sono sperimentate da tanti anni di KdM e le posso sostenere.
E sostengo anche che non bisogna farsi troppi problemi riguardo al tempo. Chi mi conosce sa che pagaio in ogni stagione (più col freddo per la verità) e con qualsiasi mare e clima. Il 2 gennaio ero a Sestri Levante con mare forza 4 e pioggia battente. Volevo doppiare Punta Manara, ma nella baia di Riva Trigoso il mare era forza 5 e allora ho desistito. Ero solo e i gabbiani e i cormorani nemmeno volavano. Il 3/1 mi sono imbarcato alle 16,15 e sono rientrato alle 17,50 col buio e una luna a tre quarti che faceva capolino tra le nuvole con ancora qualche sprazzo di luce a ponente. Mi sono goduto un tramonto meraviglioso. Il 4/1 c'era scirocco abbinato a qualche tempesta sulla Toscana. Era forza 3. A punta Manara ho visto dei marosi davvero imponenti, onde lunghe e davvero alte ma senza creste. Son riuscito a vedere degli scogli che solitamente stanno un metro e mezzo sotto la superficie del mare quando è in quiete. C'era anche una lancia con un impavido pescatore. Andavamo nella stessa direzione e io l'ho lasciato indietro...
E' dopo queste tre giornate invernali sul mare che m'è venuto in mente di evidenziare il problema del peso del kayak. Proprio non capivo perchè avrei dovuto sobbarcarmi (il termine è azzeccatissimo!) dei chili in più.
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