Conservazione della quantità di moto, concetto che sono sicuro, da buon ballerino, conosci perfettamente.
Per chi non avesse confidenza con esso faccio il classico esempio della pattinatrice: la pattinatrice prende velocità, si lancia in una stretta curva a spirale e si ferma in un punto della pista cominciando una veloce rotazione sulla punta di un pattino. Tutti noi la vediamo ruotare ad una velocità x con le braccia tese in fuori, poi ella raccoglie le braccia e le solleva sulla testa AUMENTANDO la velocità di rotazione. Lei non spende energia per aumentare la sua velocità: fa tutto la conservazione della quantità di moto. Le braccia distese in fuori avevano un'energia data dalla loro massa, la loro velocità e la distanza dall'asse di rotazione, siccome in assenza di dispersioni l'energia deve restare la stessa, nel momento in cui la distanza delle braccia dall'asse di rotazione diminuisce, dato che la massa è uguale, l'unica cosa che può variare per mantenere l'energia uguale è la velocità. Nel momento in cui la ballerina ridistende in fuori le braccia, la velocità di rotazione torna a diminuire.
Un esempio coi c2: la canoa entra in rotazione, i due canoisti si avvicinano, la rotazione si velocizza, i due si allontanano, la velocità di rotazione cala e si riparte per una nuova direzione.
Ma la conservazione della quantità di moto non è la sola che entra in gioco durante una rotazione, c'è anche quello che io pedestremente chiamo "rimbalzo". Molto sinteticamente: il tuffatore salta sul trampolino, lo fa flettere col suo peso e nel frattempo flette le sue gambe: c'è un momento in cui sia lui che l'asse sono immobili, dopodiché il trampolino tende a tornare alla sua posizione di riposo e il tuffatore ne approfitta per distendere con forza le gambe saltando molto più in alto di quanto potrebbe fare in assenza di un supporto elastico come il trampolino.
In canoa si può piantare la coda e simulare l'effetto trampolino: si prende velocità, si curva piantando la coda e poi si rimbalza verso una nuova direzione. Durante la rotazione posso chiaramente variare tutti i parametri che voglio: velocità, velocità di rotazione, angolo di affondamento, posizione del corpo prima, dopo e durante la rotazione, angolo di emersione, etc, etc.
Un tempo, per qualcuno anche oggi, il continuo e uniforme scorrimento della canoa durante l'avanzamento e le rotazioni era condizione indispensabile all'ottenimento di una buona prestazione slalomistica, ragionando per conservazione di energia e/o della quantità di moto si coglie invece la possibilità che non sia la canoa a dover correre in modo fluido ma che sia l'insieme canoa-canoista a dover conservare l'energia. E' quindi possibilissimo che la canoa si immobilizzi SE subito dopo il sistema è in grado di rimbalzare rilanciando il canoista e la sua canoa con la stessa velocità di prima.
E ci sono anche le curve con la canoa fuori dall'acqua; curve nelle quali il sistema non può rimbalzare (il rimbalzo può arrivare solo dalla canoa, se lo fa il canoista non può essere conservazione ma solo spesa) ma si può comunque riuscire a conservare moltissima energia perché il sistema non deve spendere per infilare una parte di canoa sott'acqua e, con le odierne canoe, è molto facile ottenere raggi di rotazione abbastanza stretti da poter essere utilizzati in certe occasioni.
Con queste tecniche e quelle che conoscono gli atleti, tenendo presente il concetto di "energia", quello di "quantità di moto" e sempre e comunque
il cronometro, si possono ottenere sorprendenti progressi nella crescita dell'atleta e presto, molto presto, sarà l'atleta a fornire nuovi spunti per ulteriori considerazioni e interessanti nuove ipotesi.
Bene, spero di non averti annoiato con questo mio piccolo contributo
A presto e grazie per essere lì dove nessun altro di noi riuscirebbe a resistere così come fai, dimostrando un amore per la canoa che va al di là di quasi ogni altra cosa.