Spazio Federazioni > Discussioni FICK

Appunti di Slalom e di Vita...

<< < (9/15) > >>

Ettore Ivaldi:
Eroica Prossi Makimbi, semplicemente ed unicamente eroica l’atleta dell’Uganda nella sua discesa sul canale olimpico. E’ lei ad aprire le danze per il gentil sesso. E’ lei a cimentarsi per prima in quel budello d’acqua che fa tremare anche i migliori atleti al mondo. Eppure lei nella sua canoa rossa e vestita di bianco affronta ogni difficoltà con disinvoltura, sembra quasi essere abituata a lottare per ogni respiro, quasi che il passaggio successivo sia una vera e propria conquista. In canoa ogni pagaiata fa sussultare noi spettatori sulla riva, potrebbe essere veramente l’ultima prima di un rovesciamento, ma lei non molla mai perché il destino non abbia il sopravvento. Le porte non esistono, ma poco conta, la scelta della linea è delegata a qualche volontà divina, specialmente per la prima parte del tracciato. Poi si riprende nella seconda parte e sembra preoccuparsi anche delle varie risalite e discese che qualcuno ha posizionato su quelle acque tanto turbolente e chissà per quale ragione. Poi fuori dalla canoa, la vedi camminare sul campo un po’ persa e si muove con molta tranquillità osservando tutto ciò che la circonda. Per le donne vi rimando ai video, gustateveli sensa essere influenzati da uno povero scribano mi sento solo di aggiungere che Elena Kaliska inizia a sentire odore di olimpiadi... attente donne! Il gesto più paradossale della giornata arriva dal duo Denis Gargaud e Fabien Lefevre. I due l’hanno studiato a fondo e messo in atto la prima volta alla risalita 9, poi ancora alla risalita 13 e poi nuovamente alla 16. In sostanza i due cambiano lato di pagaiata in relazione alla risalita da fare. In realtà non riesco a capire la concreta necessità. ILa difficoltà del cambio, specialmente per chi sta dietro è parecchia e il seppur bravo Gargaud deve destreggiarsi non poco nell’effettuare il passaggio di mano al volo e sopra la testa del compagno. Staremo a vedere se la cosa farà tendenza e se qualcuno si cimenterà in questa giocoleria con la pagaia per copiare i due transalpini sempre alla ricerca di stravaganze tecniche. La cosa mi fa riflette e, come suggeriva il buon dottor Sesana, è da capire se il fatto di fare per qualche atleta la doppia specialità possa essere un vantaggio oppure un aggravio di lavoro. Non è facile trovare risposta certo è che ad esempio Hounslow il britannico che gareggia in K1 e C2 ultimamente fa molta fatica ad rientrare nelle semifinale della gara singola, mentre un tempo era praticamente un abituè. Così come il buon Fabien. Fa strano notare che nessun tedesco, slovacco, ceko si cimenti nella doppia specialità, forse la concorrenza in casa nelle singole categorie è troppo spietata? Oppure è una vera e propria scelta? Vi lascio con questo dubbio amletico, aggiungo che anche il tempo da queste parti è così tanto inglese! Come i “bobby” che girano sul perimetro del percorso che fanno tanta scenografia, beh vado è quasi ora del tè... non posso mancare mi sentirei fuori luogo da queste parti!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

London Prepares series, 29 July 2011

link video gara eliminatoria donne

http://www.youtube.com/watch?v=bCswJeJ0VHQ
http://www.youtube.com/watch?v=2kSCmpYSro0
http://www.youtube.com/watch?v=ZLMRDBlk0n8

Ettore Ivaldi:
Qualcuno è stato sorpreso dal cambio di pala di Gargaud/Lefevre pensando che la cosa fosse una novità assoluta. In realtà ripescando nei meandri della memoria ricordo di aver visto fare tutto ciò molti anni fa quando si gareggiava nel C2 misto. In questa categoria era uso cambiare la pala per l’uomo che in certe situazioni andava a dar man forte alla compagna di barca. Vabbe! Giusto per una precisazione storica.
Ogni tanto, anche nel paese della regina, appare il sole. Giusto il tempo per invogliare gli atleti ad usare la manica corta e poi il tenue sole viene inesorabilmente inghiottito in cumuli di nuvoloni che mi ricordano tanto un quadro che la mia mamma ha appeso in salotto e che fin da piccolino mi catturava la fantasia. Mi portava a bordo del veliero, che stava proprio in mezzo al dipinto, e che era intento a navigare nella tempesta tra onde e nuvoloni oscuri. Chi si trova ora a navigare in cattive acque è Jana Dukatova dopo l’uscita anticipata di oggi. Colpo di scena quindi tra le donne. Infatti la slovacca attuale numero 1 del ranking mondiale è fuori dalle 15 e quindi dalle semifinali di domani. Poco male se il danno si fermasse qui, ma questa gara per gli slovacchi è anche una prova di selezione per i prossimi giochi olimpici e per lei ora la strada è tutta in salita. Dovrà cercare di rifarsi ai mondiali di settembre a casa sua, nella speranza che la mala sorte colpisca la sua più accreditata rivale. Colpo basso quindi per la slovacca che a questo punto si ritrova ancora una volta a rincorrere il sogno olimpico alle spalle della ritrovata Elena Kaliska. Cosa vi avevo detto ieri? Il fiuto è ancora buono nonostante l’età e una certa forma di pazzia che mi viene attribuita.

Tutto nella norma invece nei kayak uomini con l’unica eccezione che Molmenti e Grimm si sono scambiati nelle postazioni di vertice. Incerta la partecipazione del campione italiano alla semifinale di domani visto che è rispuntato un vecchio dolore alla cervicale. Meglio non forzare per una gara che a questo punto per lui non conta più di tanto dopo che ha dimostrato al mondo e a se stesso di essere pronto e combattivo su questo canale.
Per l’Italia fuori Omar Raiba che ho visto però bene per diverse parti del percorso. L’atleta della Marina deve ora cercare di fare suoi i tempi e i ritmi di tracciati che non lasciano scampo a distrazioni o a forzature in momenti sbagliati. Forse curando di più la strategia di gara riuscirà a fare un altro passo verso i migliori. Bene il giovanissimo De Gennaro che dimostra di essere entrato alla grande nella categoria senior nel suo anno d’esordio. A lui l’ipotetica maglia bianca del Giro!
C1 monotoni all’inverosimile sempre al 3% dai K1 men. Sempre bravi, sempre emozionanti. Alcuni di loro si sono dimostrati anche molto più coraggiosi dei colleghi seduti affrontando la porta 5 in discesa, contro il 100% dei kayak che sono passati in retro. Hradilek aveva azzardato in prima manche, ma si è schiantato. In seconda doveva recuperare e anche lui ha ceduto alla via più sicura e forse anche più veloce. Si sa però che le canadesi amano stupire e sono degli esteti del gesto atletico: loro creano opere d’arte, momenti di grande perfomance, come la mia amica Sara, e non ci rinuncerebbero per nulla al mondo anche a costo di sbagliare.

Gesto più potente della giornata a cura di Joan Crespo che per uscire dalla 8 in risalita si è spinto sul muro con la pagaia ed è letteralmente decollato, tanto da provocare un un sonoro "OLE’" in tutta la sala video!

Interessanti le statistiche diramate dall’ICF in relazione alle penalità... a me le statistiche sono sempre piaciute, forse non si era capito!

Nella prima giornata di gare i giudici hanno giudicato 3.574 passaggi. Ci sono state 17 richieste di verifica da parte dei diversi Team Leader e 3 di esse sono state modificate. Ancora 3 giudizi sono stati cambiati dal “giudice video” sui 15 casi analizzati. Nessuna protesta ufficiale.
Nel secondo giorno 2686 passaggi. 5 richieste di verifica. Nessun cambiamento, solo 2 da parte del “giudice video”
Chi è il “giudice video”? Ve lo spiego un’altra volta... sono preso da un attacco di sonno e così cedo la mano.


Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

London Prepares series, 30 July 2011
qui il video della manche vincente di Grimm -
 http://www.youtube.com/watch?v=ag_ny8vJr7s

Ettore Ivaldi:
Cosa mi è piaciuto della semifinale dei k1 uomini? Tutto! Entusiasmanti questi atleti che dimostrano di essere tutti molto competitivi. La rosa dei possibili vincitori si allarga, cresce, si espande. Nulla sembra impossibile anche per i più giovani. Mi è piaciuto parecchio Samuel Hernanz, un ragazzo che conosco molto bene visto che arrivò in Spagna dalla Francia  quando io ero il direttore tecnico degli iberici. I suoi natali da parte di padre erano spagnoli e quindi optò  di gareggiare per questo paese. E’ migliorato molto e lui ha lasciato posto alla sua naturale leggerezza abbandonando presto l’irruenza giovanile che ti porta a fare scelte troppo estreme, quello che sta succedendo a Giovanni De Gennaro. Vista l’età però ci sta, avrà tempo per capire che a volte è meglio cercare di dosare l’energie perché la gara è lunga al contrario della vita che sembra troppo corta!
Vi parlo della semifinale perché la finale ha tutto un altro sapore. La finale è un momento unico, sublime che per me è assestante con la crescita dell’atleta e dello stesso movimento globale. Un  batter d’ali della farfalla, un soffio di vento, un’onda che si rompe sulla scogliera. Qui tutto può succedere, come è già successo spesso e volentieri in tutte le finali olimpiche, ma di questo non è tempo di parlare ad un anno di distanza.
La mia vena giornalistica però mi impone di raccontarvi anche della finale che è stata non priva di sorprese visto l’eliminazione in semifinale di Super Cali per un 50 alla porta 7. Vittoria e gloria a Vavrinec Hradilek che dopo cinque manche alla ricerca della propria dimensione riesce a trovarla proprio quando conta. Parte non benissimo e sulle prime tre porte sparisce e riappare saltando da buco a buco. Si prende un grande rischio dalla risalita 4 alla 5 in retro. Infatti attraversa tutto il lungo ricciolone tenendo la pala destra in acqua e sembra non guardare la porta successiva, lo sguardo è fisso  sulla pala e sull’acqua fino quasi alla fine che tira questo colpo e sembra perdere la porta. L’abilità di cambiare ancora millimetricamente la sua direzione permette all’atleta di ruotare velocemente la canoa ed entrare nella cinque per poi lanciarsi nella combinazione “ski” sei e sette. Belle pagaiate e una frequenza controllata. Alla fine saranno 102 i colpi dalla partenza all’arrivo. Tocca la palina più bassa della porta a “ski” 16, ma prosegue imperterrito. Chiude la gara con una veronica all’ultima risalita a sinistra e ferma il cronometro in un magico 92,53 più 2 quindi per un totale di 94,53 che oggi vale oro pre-olimpico e tanta carica per l’appuntamento del prossimo anno.  Kauzer è ballerino e a volte incerto si piazza secondo con 95,50 e terzo un Lefevre rinato in K1. Il suo tempo è 97,51. Qualche rimpianto per Giovanni De Gennaro, che però non ci deve essere, il suo tempo è 94,90 ai quali si devono sommare tre tocchi e un salto di porta alla due forse inesistente o perlomeno molto dubbio. Il tempo però dovrebbe dargli tranquillità e  garanzia di un grande futuro sportivo.

A Martikan sono serviti 87 colpi per vincere la gara e si è tolto anche lo sfizio di fare la 5 in discesa, per lui ogni retro fatta è una sorta di pugnalata alla schiena... chissà cosa pensa del canottaggio!

Donne e C2 partono nel pomeriggio - altre storie da documentare e da regalarvi

finale k1 men il vincitore lo potete vedere qui
http://www.youtube.com/watch?v=cBH3FH5O5NI

finale c1 men il vincitore lo potete vedere qui
http://www.youtube.com/watch?v=b_ZLyrC-1ug


Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

London Prepares Series, 31 July 2011

Ettore Ivaldi:
Nella finale delle donne ci si entra risalendo le porte  come la Hilgertova alla 5,  ma anche con un salto di porta come Melanie Pfeifer - la 2 in discesa. Assurdo com’è assurdo che poi la tedeschina, fatica ad arrivare al metro e 60 per 50 chilogrammi, va a vincere la finale fra le donne! Una gara, la sua, pulita senza sbavature e con 109,05 non ha problemi a restare al comando fino alla fine. Lei, dopo la sua magica prova e confuciana... si siede sulla riva del fiume e aspetta il cadavere del nemico!
Piccola considerazione: qui le atlete per nazione erano due o tre, pensate cosa succederà alle olimpiadi quando a rappresentare uno stato sarà una sola! Nella finale di oggi avevamo 2 tedesche, 2 ceke e due britanniche.
La morale della favola in slalom è:  non bisogna mai arrendersi fino a quando non si è tagliato il traguardo, poi ci penserà il destino a scrivere la parola fine.
La spagnola Chourraut, che aveva vinto la semifinale, fa gran bene fino alla 15 in risalita e sembra avere in mano la vittoria. Da lì in poi si scompone fino alla 18, si riprende, ma sbaglia l’uscita dell’ultima risalita fermandosi nel rullo. Finirà quinta.
Un capolavoro la discesa dei fratelli Pavol e Peter Hochschorner il tempo 103,86 è fantastico e cioè al 9% da Hradilek e con un margine di  vantaggio di 3 secondi e 11 dai cugini e compagni di squadra Skantar, che le olimpiadi le guarderanno dal salotto di casa.  Il resto del mondo è lontanissimo più di 9 secondi. Vi potete fare un’idea di quanti sono nove interminabili secondi? Vi consiglio di guardarvi il video... merita. mettetevi comodi e ammirate quello che fatico a raccontare e a descrivere. Mi ci vorrà del tempo per riuscire a vedere ogni dettaglio di questa prova, loro che rincorrono la quarta medaglia d’oro olimpica.  

Qui sbaraccano tutto e tutti quindi mi sa che devo abbandonare la mia postazione, vado a fare un giro a Londra tanto per cambiare aria e mi bevo il tè delle 5 p.m.

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

London Prepares Series, 31 July 2011 last day
qui la seconda classifica nel k1 women - http://www.youtube.com/watch?v=440dngJcnhA
qui la vincitrice del K1 women - http://www.youtube.com/watch?v=c40sxmO5WKo

Ettore Ivaldi:

qui il video dei vincitori nel C2 - http://www.youtube.com/watch?v=xxbxeFNJRJI
qui il video dei secondi nel C2 - http://www.youtube.com/watch?v=yXB135gIKSw

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

[*] Pagina precedente

Vai alla versione completa