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Appunti di Slalom e di Vita...

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Ettore Ivaldi:
Carissimo e grandissimo Gengis,

ti chiedo umilmente perdono per il gravissimo scambio di persona e di felino. Avrei potuto controllare, ma sono andato a memoria preso dalla battaglia in atto tra una tigre ed un leone. Mi è venuta così e non ho riflettuto a dovere tanto più che lei, Mina, è di Cremona e sai quanto sono legato a questa città da quando un nostro caro amico ne è diventato il primo cittadino. Per non parlare della stessa cantante che credo sia dentro ognuno di noi per gli stupendi ed immacolati momenti che ci sa regalare con una voce che è uno strumento musicale.
Ma faccio ancora ammenda, perché sempre preso a descrivere il duello, ho commesso un altro gravissimo errore: digimon e pokemon sono entrambi giapponese e praticamente contemporanei e per questo ho preso già una tirata d’orecchi da parte di Zeno ancora in territorio australe!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi:
Mi hanno fatto compagnia per gli 800 km. che dividono Bratislava da Verona Fiorella Mannoia, Vinicio Caposella e ovviamente i miei pensieri che si sono alternati come una giostra senza sosta nel vortice della vita. Sono un eterno sognatore di emozioni e se Amur si commuove versando qualche lacrimuccia guardano o leggendo le storie dell’uomo a me succede la stessa cosa ripensando ad alcun opere d’arte che vengo realizzate e si trasformano, nel preciso  momento in cui si realizzano, in qualche speciale formula chimica per fissarsi nei meandri  del cervello.  Poi il momento, la situazione, l’atmosfera, alcune parole poetiche ti riportano con il pensiero alle gioie ammirate. Forse per non dimenticarle, ma soprattutto per condividerle. Mi viene voglia di raccontarle e non posso esimermi questa volta, perché Schubert, Aigner e Grimm, l’altro giorno, mi hanno fatto impazzire di gioia. Tanto che se fossi il Mantegna ci dipingerei un trittico, bello ed unico come quello che ammiro ogni volta che entro nella basilica di San Zeno e che cattura sempre la mia curiosità, come fosse la prima volta che lo vedo.
I tre tedeschi stavano provando la gara a squadre che, come sempre, ha un gran fascino. Sotto il secondo ponte del canale di Cunovo c’è un bel bucone che ha come caratteristica il fatto che produce un movimento d’acqua particolare e cioè il ricciolo di ritorno è decisamente alto e sbuffa formando, in cima,  una sorta di piattaforma. Poco prima e subito dopo c’è un treno di onde. Il percorso prevedeva una sequenza di quattro porte ski e cioè sinistra, destra nel buco, sinistra subito dopo e ancora destra. Ora, usciti dal buco, ci si trovava praticamente sbilanciati sulla destra e per prendere la porta successiva a sinistra  bisognava prendere con un certo anticipo, per l’appunto, lo stesso ritorno d’acqua.
Ebbene...io sono giusto sulla riva destra a circa 10 metri dal ponte quindi ho la possibilità di vedere bene tutto il tratto. Mi sforzo a pensare anche a possibili soluzioni alternative, passando dal classico passaggio con la pala sinistra in acqua per controllare il mezzo e uscire indenni dal buco, alla possibilità di saltare diritti verso il primo palo, anche se mi sembra una soluzione ad alto rischio  e solo a pensarci mi vengono i sudorini freddi, perché mi rendo conto che la cosa non è facile come potrebbe sembrare. Non faccio in tempo a pensarlo che da monte arrivano tre macchine disumane Sebastian, Hannes, e chiude il campione olimpico Alexander - che mi sa tanto di nome russo! Il bravo e abile Schubert punta diretto sul palo del buco con il chiaro obiettivo di schivarlo all’ultimo nella speranza di atterrare sulla cima bianca con la pala in acqua a destra e solo a quel punto, mantenendo il corpo centrale e la canoa perfettamente piatta, spingersi verso sinistra per schivare, con un gioco di collo, il palo successivo. I tre viaggiano ognuno sulla coda dell’altro, tenete presente questo particolare, non è infatti indifferente. Nel frattempo io mi avvicino ulteriormente all’acqua spostando la mia gamba sinistra in una ipotetica salida nel tango e istintivamente mi alzo sulle punte dei piedi come se dovessi portare la mia ballerina alla “volcada”. Ora i  pali si coprono uno con l’altro, mi sembra di essere in piazza San Pietro al “centro del colonnato” del Bernini in cui la fila di quattro colonne sembrano essere una sola.  Sono perfettamente in linea con le porte come i tre atleti, in pratica divento il quarto uomo e cioè quello che ha il compito di testimoniare l’impresa che si sta compiendo! Il primo che arriva sull’obiettivo è ovviamente Schubert che non tentenna minimamente, punta sul palo, usa il dislivello per lanciare la sua nera e rossa canoa verso il cielo e  come un missile atterra sopra il ricciolo. Aigner, di nero vestito, è sulla schiena del suo compagno e qui se, solo per un attimo, il ricciolo fermasse Schubert verrebbe trafitto e abbattuto dal fuoco amico senza possibilità di replica. Ma ringraziando il cielo la cosa non succede. Grimm non è da meno e non ci pensa due secondi a seguire la strada aperta dai suoi compagni. Questa volta a giocare con il fuoco è Aigner, ma lui non lo sa. Il risultato è strabiliante: tre passaggi praticamente fantastici, tre passaggi che hanno aperto una nuova frontiera con l’impossibile, insomma un trittico da ricordare a lungo perché  un   pensiero e un’idea hanno visto materialmente la sua realizzazione per tornare poi ad essere solo e fantasticamente storia da raccontare.
 
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

Ettore Ivaldi:
E’ indiscussa la classe di Giovanni De Gennaro! Ne ha dato prova anche ieri alla gara nazionale di Vobarno, una delle sei gare nazionali, aperta a tutte le categorie, per la stagione agonistica 2011.
Il campione del mondo Junior 2010, oggi senior, non ha vinto, ma poco conta, anzi, l’aspetto lo rende ancora più interessante.
Giusto per la cronaca la gara è andata al meranese in forza alla Marina Militare di Luni Sarzana, Lukas Mayr, seguito dal suo compagno di squadra Omar Raiba e bronzo a Riccardo De Gennaro. Ma colui che si è contraddistinto maggiormente con due manche al passo con i tempi è proprio lui il liceale lombardo. Che cosa ha di particolarmente interessante l’iridato? Semplice: una tecnica e un modo di muoversi tra i pali dello slalom decisamente autorevole sfruttando quelle che sono le principali caratteristiche dello slalom moderno e cioè rapidità e anticipo. Della rapidità vi ho parlato già diverse volte, ma anche dell’anticipo ritenendolo la premessa per la fluidità nelle porte in risalita.  Rivedendo in azione il giovane campione mi sono convinto, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, che questa è la strada giusta su cui lavorare, visto l’evolversi di tracciati e dei mezzi di questi ultimi anni. 
L’azione che porta Giovanni De Gennaro alla risalita per la verità è molto semplice e tutto sommato abbastanza naturale. Infatti, grazie ad una visione molto anticipata sulla porta, arriva con ampio margine facendo scorre la canoa verso l’obiettivo in attesa di piazzare la zampata  che sa trasformare la velocità lineare in velocità di rotazione. In questa ultima fase interviene il terzo elemento base: l’equilibrio. Infatti tutto si basa sulla capacità sensoriale di mantenere corpo e canoa in asse sul punto di rotazione. Unendo quindi anticipo, rapidità ed equilibrio, si ottiene la formula magica per ottenere grandi risultati. Ora tutto ciò va mixato con un altro elemento fondamentale e cioè parliamo della capacità di ripetere il tutto con costanza, innescando qui la capacità di concentrazione e il giusto sangue freddo.
Sulle porte in risalita ci si dovrebbe vedere scritto “memento audere semper”  per non lasciare spazio all’indecisione!

Sull’elemento della ripetitività il giovane talento ci dovrà lavorare parecchio, senza però togliere o modificare la sua strategia di gara e soprattutto di stile.
Il problema ora arriva per gli altri e in primis il potente altotesino che, purtroppo, pagaia con stili decisamente antichi. Peccato dicevo perché con la forza che si ritrova potrebbe essere uno dei maggiori interpreti dello slalom moderno. Capire perché Mayr è ancorato a questi sistemi è presto detto. Infatti, secondo il mio modestissimo parere, non ha dei riferimenti tecnici precisi e l’allenamento senza un’apertura al mondo esterno produce quello che tutti noi stiamo vedendo.
Migliorato tecnicamente Raiba anche se ora non deve accontentarsi dei piccoli traguardi raggiunti fino ad oggi. Deve avere la capacità di mettersi in discussione come è capace di fare il suo attuale tecnico e cioè il sublacense Matteo Appodia.

La giornata di ieri sulle rive del Chiese ha  purtroppo sottolineato ancora una volta - nonostante la buona volontà, la dedizione e  la passione -  la povertà organizzativa delle società che si trovano a proporsi per organizzare gare, ma che viceversa hanno mille problemi logistici ed economici da risolvere. Mi chiedo se vale la pena continuare a mettere in piedi manifestazioni così, che hanno l’etichetta di gare nazionali,  oppure fermare tutto e cercare di capire che cosa possiamo fare per uscire da un tunnel sempre più buio e triste. Nell’arco della giornata credo che lo slalom non abbia catturato nessuno spettatore, non c’è stato nessun momento aggregante e tanto meno spunti per avvicinare al nostro ambiente facce nuove.

Considerando il fatto che la Federazione offre un piccolo contributo economico e che ha soprattutto l’egidia dello sport olimpico tra i paletti, dovrebbe anche fissare dei minimi obbligatori da rispettare come speakeraggio, promozione dell’evento, richiesta di partecipazione qualificata di atleti professionisti pagati dallo Stato che invece disertano tali manifestazioni, ma cosa stanno facendo questi signori fuori dalle squadre nazionali e  stipendiati ogni mese?  Poi ci sono  tanti altri piccoli protocolli che farebbero fare un salto di qualità a tutti noi.

Per fortuna che brillano in questi momenti alcuni devoti alla causa come Giuseppe D’Angelo, Valerio Veduti e Lussorio Pidia una terna arbitrale animata da una vocazione alla sofferenza e senza i quali lo slalom in Italia non sarebbe più lo slalom!

Occhio all’onda! Ettore Ivaldi

nellokayak:

--- Citazione da: Ettore Ivaldi - Maggio 31, 2011, 08:20:52 pm --- richiesta di partecipazione qualificata di atleti professionisti pagati dallo Stato che invece disertano tali manifestazioni, ma cosa stanno facendo questi signori fuori dalle squadre nazionali e  stipendiati ogni mese?  Occhio all’onda! Ettore Ivaldi


--- Termina citazione ---

Forse Ettore dovresti avere il coraggio di essere più preciso.
La Marina Militare era presente in massa con i suoi atleti più rappresentativi e non, così come lo è stata all'altra gara nazionale a Subiaco, così come lo è sempre stata da sempre, in tutte le gare di slalom e discesa di livello nazionale.
Nello

Ettore Ivaldi:
Dopo il tuo intervento credo che non ci sia bisogno di essere più precisi visto che i corpi militari o di polizia sono due nello slalom e considerando che voi non siete, ne rimane solo uno. Ti prego però di non parlarmi di coraggio perché se c’è qualcuno che ha dimostrato di averne è proprio il sottoscritto, denunciando situazioni che sono sotto gli occhi di tutti, ma di cui nessuno ne vuole sentir parlare o si nasconde sotto ruoli istituzionali scaricando responsabilità ad altri, magari più alti in grado!

occhio all’onda! Ettore Ivaldi

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