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Appunti di Slalom e di Vita...
Ettore Ivaldi:
Quando si ha un rospo in gola bisogna tirarlo fuori oppure si manda giù e si fa finta di nulla andando avanti come sempre sorridendo e facendosi venire il fegato amaro perché vedere morire uno sport che ami fa sempre male.
E’ passata una settimana e ho tenuto a bada l’istinto, poi fuori piove e tira vento, abbiamo mezza giornata di riposo e il pensiero ricade lì! Il fegato cattivo non voglio farmelo venire e allora lo dico, anzi lo scrivo: ma come si fa a fare una premiazione di una gara di slalom sotto una scaletta, vicino alla fogna rilegata in un angolino di una valle che ha scorci magici ovunque? Nel tempio della canoa slalom le medaglie messe al collo in un angolino buio che i canoisti normalmente usano per urinare prima di salire in canoa. Ma come possiamo essere caduti così in basso? Ma chi ha permesso tutto ciò, ma non esiste un minimo di protocollo da rispettare e un minimo di decoro per uno sport olimpico?
Passi lo speakeraggio decisamente non all’altezza della situazione, anche se investire qualche euro in questa direzione significa dare un altro tono alla manifestazione, passi l’impossibilità di far gareggiare gli italiani fuori gara aprendo invece agli stranieri che hanno rappresentato il 25% dei partecipanti, ma non si può ridurre la canoa slalom sulla sponda del Brenta nascondendola al mondo!
Quando i canoisti erano vestiti con pantaloncini e maglie di lana, il neoprene era un sogno e le canoe erano fatte in lana di vetro le premiazioni a Valstagna erano un evento. Si facevano in piazza San Marco per dare risalto alla canoa, alla sua gente e agli atleti. Veniva allestito il palco, podio e scenografia varia con bella mostra di premi... sempre tanti. Qualche volta anche la banda, la musica, la lotterie, tanti trofei e non solo le medaglie che la Fick regala… e non dovrebbe farlo perché così appiattisce ancora di più le società che organizzano che non si preoccupano neppure di procurare un riconoscimento, un gadget, un oggettino tipico, due fiori per le ragazze. Partecipare ad una gara costa fatica, salire sul podio ancora di più ed è giusto dare onore e gloria ai vincitori e soprattutto dare a loro lustro nella piazza principale, far suonar le campane a festa per dirlo e urlarlo a tutti.
Voi mi direte che i problemi sono altri e non possa darvi torto, ma anche dalle piccole cose nascono poi quelle grandi. Ma come se poi tutto ciò non bastasse anche sul sito del cckv.it si legge che tutto è stato perfetto, complimenti dai federali e buona notte suonatori. Io penso invece che certe situazioni bisogna denunciarle per trovare assieme delle soluzioni, per dare una svolta al nostro settore.
Il livello di uno sport si vede anche da tutto questo, ma mi sa che, come sempre, nessuno dirà nulla, come nessuno ha detto nulla alla circolare 13/2011 e alla mia richiesta di annullarla... Fick compresa.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
enrico lazzarotto:
Ciao Ettore, ma.... non potevi guardare Beatifull anche oggi?
Si la penso come te siamo messi male.
enricolazz
Ettore Ivaldi:
Mi si prospetta una gran bella settimana lavorativa qui a Bratislava ricca di spunti e approfondimenti tecnici. Sono arrivati i tedeschi, c’è anche il ceko Vavřinec Hradilek, mentre gli slovacchi sono rientrati da Londra dopo le selezioni e quindi si inizia a vederne di belle. Insomma ho cinque giorni di goduria, mi sa che tra un allenamento e l’altro con il rientrato Rheinisch, mi metterò sul ponte a gustarmi questo fior fiore di atleti impegnati a rifinire la stagione oramai alle porte. Stagione che mai come nell’anno pre-olimpico è così emozionate da seguire e da vivere.
I tedeschi, ma penso di averlo già scritto, hanno lasciato fuori nel kayak maschile il magico Fabian Dorfler, che guarda caso, proprio domenica scorsa ha gareggiato a Tacen e li ha messi tutti in fila: dal campione del mondo in carica al campione del mondo 2009. Che ci vuoi fare Fabian? La prossima volta alle selezioni ti basterà fare percorsi puliti e non rischiare troppo come hai fatto quest’anno! Ma si sa che lo slalom è questo e anche ai migliori capitano giornate nere. Pensare che avevo visto il campione del mondo 2005, tanto per citare qualche suo successo, ad Augsburg in aprile e mi sembrava volasse tanto andava forte giù da quel budello d’acqua che a distanza di 40 anni è sempre bello ed attuale. Fuori dalla squadra nazionale anche gli slovacchi Jan Sajbidor, campione europeo 2007, e Peter Cibak bronzo ai mondiali 2005. E visto che parliamo degli esclusi non possiamo non citare due big dello slalom azzurro che quest’anno resteranno al palo a guardare europei e coppa, sperando che succeda l’impossibile per rientrare in vista dei mondiali. Parliamo cioè di Stefano Cipressi e Diego Paolini. Il primo, l’anno scorso, fu finalista ai mondiali di Tacen e chiuse in ottava posizione; successivamente, con i forestali Paolini e Molmenti, conquistò il bronzo iridato a squadre. Ora, se in parte ci sono giustificazioni per l’esclusione di Cipressi, visti alcuni problemi fisici che lo hanno costretto ad un lungo periodo di inattività, si fa fatica a capire le ragioni per cui l’altro atleta sia rimasto fuori da una squadra che, per la verità, ha da quest’anno delle piacevoli novità. Eppure Paolini, che vive e si allena a Valstagna, seguito dal tecnico forestale e nazionale Ferrazzi, sembrava il più quotato per entrare in nazionale in pianta stabile. Il veneto però, a mio modestissimo avviso, non ha seguito quella naturale evoluzione tecnica che lo slalom sta vivendo in queste ultime stagioni. Mi spiego meglio. Paolini è sicuramente un raffinato atleta sia per stile che per eleganza, ma ha perso o non ha più coltivato l’elemento base dello slalom moderno: la rapidità. Il suo modo di esprimersi al giorno d’oggi è troppo poco dinamico. Un’azione lineare come la sua purtroppo non è più redditizia neppure sotto l’aspetto della regolarità. Oggi i Kayak uomini devono osare ogni volta che mettono la pala in acqua, non possono regalare nulla agli avversari. Un bell’esempio di tutto ciò è Sebastin Schubert che anche oggi mi ha impressionato positivamente qui sul canale di Cunovo: aggressivo, pulito e sempre molto attento, un’azione dinamica che ha come principale obiettivo quello di far scorrere al meglio la canoa. Se questo è l’inizio chissà cosa ci aspetterà da qui ai mondiali di settembre! Chissà invece che cosa farà il forestale Diego Paolini che è rimasto fuori dalla squadra. Dal mio punto di vista dovrebbe non perdere il treno e cercare di partecipare a più gare internazionali possibili per l’Europa. Rimettersi in gioco ed usare le sue risorse, anche economiche, per dare una svolta importante al suo modo di pagaiare, considerando che ha dalla sua una facilità estrema a far scorrere la canoa. Se si ferma ora, un professionista come lui, farà poi molta fatica a riprendere il giro. Dovrebbe prendere ad esempio Lefevre che nel 2007 rimase fuori dal team. Lui, il transalpino, non si perse d’animo, ad un anno dai Giochi Olimpici, e si buttò a capofitto nel circuito internazionale di tipo C. Poi rientrò nel 2008 e si mise al collo l’argento a cinque cerchi. L’anno successivo salì anche sul C2 e dimostrò una grande prova di coraggio e volontà agonistica.
Cipressi molto probabilmente ripiegherà la stagione in C1 vista la sua ecletticità, come fece nel 2006, anno in cui partecipò agli europei in questa specialità chiudendo al 30esimo posto e poi, ripescato all’ultimo, vinse il mondiale in K1 a Praga in una giornata molto molto lunga tra mille tentennamenti e polemiche!
E’ arrivato a Bratislava anche il giapponese Takuya Haneda, il C1 che due domeniche fa ha battuto a Liptovosky Mikulas il re della specialità, umiliandolo in casa, ma di lui vi racconterò domani.
Nel frattempo non mi sono chiare le convocazioni per l’Europeo di slalom emanate con protocollo n.°1729/PV. Nel senso che se viene convocata la donna che ha fatto registrare a Tacen una percentuale di distacco del 37,8% rispetto al 25% richiesto e non viene neppure chiamato il tecnico nazionale Ferrazzi a che cosa servono le selezioni e le delibere federali? E cosa dire poi nel settore discesa dove vengono fatte le convocazioni per i mondiali di sprint e successivamente per, sembra, proteste familiari vengono aggiustate e rifatte? Mah!
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
Ettore Ivaldi:
Vi dicevo di Haneda... Takuya Haneda. Lasciate perdere per un attimo la canoa slalom e provate a ripensare ai “digimon” che non erano altro che la versione giapponese dei “pokemon”, anzi i precursori di quest’ultimi. Guarda caso questa volta sono stati i francesi a copiare dai giapponesi. Takuya è tra i personaggi protagonisti ed è soprattutto un gran bravo ragazzo. Un tipo estroverso e sempre di buon umore, ma soprattutto è molto testardo. Ecco il canoista Takuya ha questa grande caratteristica: è veramente testardo. Pensate che da cinque anni vive, studia e si allena in Slovacchia, prima a Liptovosky Mikylas e ora, da poco meno di un anno, a Bratislava dove studia scienze motorie. Parla ovviamente molto bene lo slovacco oltre all’inglese e al giapponese. E‘ nato il 17 luglio 1987, lo stesso giorno, non lo stesso anno ovviamente, della tigre di Cremona alias Milva. Lui invece è la tigre con gli occhi a mandorla e come il più grande felino sulla terra sa aspettare il momento giusto per zampare sulla preda. Ha scelto forse l’obiettivo più ambito da tutti anche se ciò ha comportato grossi rischi per la sua incolumità. Battere il Re Leone nel suo territorio non è cosa da tutti. Si è appostato e lo ha tenuto a distanza per tre lunghissime manche: due qualifiche una semifinale, lo ha stancato, lo ha sfinito, gli ha dato l’impressione di non essere feroce come invece sa essere, poi si è presentato all’agguato armato fino ai denti e… zac! un boccone solo e Martikan si è fatto divorare dalla tigre dell’Asia proprio a Liptovosky Mikulas a casa sua dove basta accennare al nome del biolimpionico per bere una birra gratis.
Bene il giapponese, poco più di un metro e 70, anche se nelle sue biografie c’è scritto 1,75, pesa 67 kg, usa una Supremo tutta bianca con il sole levante sulla coda. Pagaia a destra e ha uno stile decisamente tutto personale. Porta molto bene la canoa e la fa scorrere in ogni situazione. Fino ad oggi sembrava essere destinato a fermarsi alla fine senza avere possibilità di podio, ma in realtà un grande balzo avanti il nipponico lo ha fatto proprio quest’inverno e già in primavera si sono visti i risultati. La sua federazione conta molto su questo pagaiatore e, da quando è arrivato in Europa, ha messo al suo fianco un certo Milan Kuban. Ora ai più forse questo nome dice poco perché lo dovete associare a quello di Marian Olejnik. Kuba/Olejnik sono stati un gran bel C2 dal 1993 al 2007. Argento ai mondiali del 2005 dietro ai tedeschi Christian Bahmann (figlio di quella Bahmann che ha vinto le olimpiadi nel k1 donne nel 1972) e Michael Senft. Lo slovacco Milan che è di Liptovosky si è accasato come allenatore in Giappone e si è preso sotto la sua ala l’allora giovanissimo Haneda. Inoltre la Federazione Giapponese ha spedito qui un intero staff dell’istituto di scienze motorie di Tokyo per supportarlo con video, analisi, prelievi di lattato e quant’altro può servire per dare al bravo ragazzo dei diamond la spinta finale per vederlo sul podio mondiale ed olimpico. Insomma certamente di lui ne sentiremo parlare nel prossimo futuro.
Nel frattempo mi è capitato anche di vedere gli Hochschorner in rafting, l’occasione era ghiotta visto che su quel gommone c’era il ministro dell’interno slovacco e il più famoso anchorman della televisione nazionale slovacca... i mondiali si avvicinano e certo qui non perderanno l’occasione per spingere ancora di più questo sport anche se, per la verità, al canale di Cunovo, dopo le 17 sembra di stare a Cortina a Natale!
Occhio all'onda! Ettore Ivaldi
Bratilsava, 26 maggio 2011
Gengis:
Caro Ettore,
come sai ti leggo sempre con attenzione, leggerti colma il vuoto che ho delle conoscenze in campo agonistico , e tu fai la storia
dello slalom che mi piace tanto , sempre ben documentata e datata , abbellita con dotte e filosofiche citazioni che denotano una formazione letteraria che ti invidio molto , ma non è l'unica cosa che invidio in te .
Questa volta però ti ho preso in castagna ..........Orrore .... la Tigre di Cremona si chiama Mina , mentre Milva se ben ricordo
è la Pantera di Goro .
Sempre sulla cresta....dell'onda .
Gengis
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